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Mondo di specchi e altre fantasie


di Claudio Tinivella, ed. Gruppo Editoriale Tipografico, ’99, 10.000 £, 5,16 €, 104 pagg.


Bella antologia del Tinivella, comprendente un romanzo breve già apparso in allegato a "The Dark Side", e tre bevi racconti.

Ciò che li connota maggiormente è il loro trovarsi sospesi fra il cosìdetto mondo reale e quello della fantasia, del fantastico o surreale.

I protagonisti, sempre giovani ragazzi, sono portati, in un modo o nell’altro, sempre in questo mondo altro che però rimane, è, attiguo, al Reale, al quale fanno sempre poi ritorno.


-"Mondo di specchi" (originariamente come supplemento a "The Dark Side" n. 4/'85; pagg. 7-70)-una sorta di favola dai risvolti cupi, vede un ragazzo arrivare a Milano, ed essere abbordato in una strana maniera da una ragazza, che lo invita a suonare ad una festa senza neppure dirgli il suo nome.

Incuriosito da ciò, decide di fare un supralluogo, per vedere dov’è la casa a cui è stato invitato, e, là, comincia un’avventura che ha del sogno ma, anche, dell’incubo.

Verrà catapultato in un mondo che ha molto dei mondi del fantasy, abitato dagli stessi personaggi conosciuti nel mondo reale, che culminerà, appunto, esattamente con lui che suonerà in una festa, un sabato sera, ma che sarà tutt’altra cosa: quasi un risveglio mistico, un culmine catartico di energie vitali incanalate nell’arte, nel canto e nel suono.

Il finale lo vede riemergere al mondo reale, e riprendere la sua vita normale; ma immalinconito, non più capace di gustarla, dopo quell’esperienza esaltante.

Ma, anche, con il dubbio che, in fin dei conti, quel fantastico ci sia sempre, che, in effetti, in realtà stia ancora vivendovi: "… di tanto in tanto mi capita di fare uno strano sogno. Un sogno che sembra più vero della realtà." (pag. 69); nel quale, in effetti, lui è appunto là, addormentato, in attesa che l’eco di quella sua canzone, quel suo culmine di sublime, si esaurisca, per potervisi nuovamente svegliare.


-"Il senso del viaggio" (originariamente in "Cambio", '97; pagg. 73-80)-surreale, vede un ragazzo partire su un treno; ma ha subito l’impressione che ci sia qualcosa di sbagliato: parte in anticipo, e non c’è nessuna delle persone che è solito vedervi.

E c’è una nebbia fitta, che impedisce di vedere alcunchè.

Vorrebbe vedere i nomi delle fermate, ma non riesce; vorrebbe parlare con gli altri nel vagone, ma non capisce il loro linguaggio.

C’è una ragazza bellissima ma pallida e triste. Che forse, quando scende, vorrebbe che lui la seguisse, ma ha un attimo di esitazione di troppo, e il treno riparte.

Vi si ritroverà, poi, solo, neppure il macchinista; e, svegliatosi dal sonno nel quale si era rifugiato, scenderà alla stazione alla quale il treno sarà fermo.

Per ritrovarsi in un paese sconosciuto, solo nebbia e vaghe ombre.

In ultimo, rivedrà il treno, e, attratto dal suo calore, vi risalirà.

Il "senso del viaggio"?

Forse nessuno, un sogno, un incubo; forse la Morte, un Mondo sconosciuto del quale non scorgiamo nulla.


-"Tilde" (pagg. 81-90)-un ragazzo incontra una ragazza su un treno, e vi fa amicizia.

E un giorno lei le chiede di accompagnarla in un posto. Lui accetta, e si ritrova in quello che potrebbe essere un "… rituale di origine antichissima…" (pag. 90), nel quale tutti i presenti bevono da una coppa un liquido ambrato, per poi ballare inconsultamente e crollare come morti, "… le labbra livide e gli occhi aperti nel vuoto." (pag. 88).

Lui non ha voluto bere, da quella coppa, e ha assistito senza che gli accadesse nulla.

Visto inutile il tentativo di rianimarli, fugge, e, tornato al mondo, riprende la sua vita normale. Ma ovviamente con l’ansia di sapere cosa sia accaduto realmente, e che sorte sia toccata a Tilde e agli altri.

La rivedrà, più pallida che mai, ma viva. Ma non saprà mai, cosa sia realmente accaduto.


-"Cascine e altri luoghi" (originariamente, come "Di cascine e altri luoghi misteriosi", "Blade runner" n. 2, '87, poi anche nell’antologia omonima, edizione privata, '88; pagg. 91-99)-un ragazzo pedala in campagna per festeggiare l’arrivo della primavera dopo un inverno protrattosi a lungo.

Ma una fitta nebbia improvvisa si alza, lui decide di non tornare indietro ma di tentare di trovare un qualche riparo nei paraggi.

Trova una cascina; ma vi vivrà un’esperienza surreale, vedrà tre ragazze giocare a palla in un silenzio appunto tale, e senza che si accorgano di lui per quanto vicino, per quanto urli per farsi notare.

E un uomo che gli sembrerà estrarre una pistola; fuggirà, quindi, per rientrare nel mondo normale, nel quale, per quanti sforzi farà, non riuscirà più a ritrovarla, quella cascina.


Il protagonista del romanzo breve, alla fine, intuisce che, in realtà, stà ancora vivendo nel mondo nel quale ha vissuto la sua avventura fantastica.

E che vi si risveglierà.

Penso che, in ciò, stia un po’ il succo di quanto Claudio tenti di dirci; la realtà, forse, non è solamente quella artificiosamente costruita su offerta e bisogni, ma anche, almeno, qualcosa di più profondo che ci stà accanto in ogni momento, e nella quale possiamo passare, magari se ce una donna che ci vi fa accedere.


Il volume è completato da una "Biografia", di Claudio Tinivella, pag. 5


Altri contributi critici: "Le donne di Claudio Tinivella: un messaggio d'amore, o una richiesta d'aiuto?", di Antonio Scacco, in "Notizie", "Future shock" n. 31, 2000; "La biblioteca del fandom", di Enrico Rulli, "Cosmo" n. 1/2001, ed. Nord, pag. 58






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