Anche Hollywood punta sulla fiaba
di Giovanna Grassi
In attesa di Pinocchio, gli studios americani riscoprono le favole più amate e lette da tante generazioni. I più noti attori già premiati con l'Oscar accettano di girare fiabe mentre, in massa, genitori e figli piccoli e grandi stanno andando a vedere Tuck Everlasting (Gli immortali truck), dal libro di Natalie Babbitt, che in Italia sarà lanciato come La fonte magica (Fabbri), quando a fine anno uscirà da noi il film della Disney osannato dalla stampa.
Hanno scritto i critici d'oltreoceano che, da adesso a Natale, sarà la ribelle e vulnerabile ragazzina Winnie Foster protagonista del libro (l'attrice Alexis Bledel prediletta dagli adolescenti per il serial tv "Gilmore Girls") la rivale numero uno di Benigni-Pinocchio e che la sua interpretazione è così convincente e fresca da metterla al fianco di grandi interpreti per le future nomination degli Oscar.
In Usa The Tuck Everlasting è, dal 1975, un testo di studio e lettura dalle scuole inferiori alle Università, con tanto di esercitazioni creative e interpretative per i giovanissimi, e analisi filosofiche e sociologiche per gli adulti. I massimi scrittori hanno dissertato sul libro e sui suoi temi tanto che sul Web esistono gruppi di lavoro, esercitazioni di ragazzi, tesi di laurea.
Il romanzo, come la novella di Carlo Collodi, parla del ciclo della vita, della morte, dell'amore e dell'amicizia, della possibilità di scelta tra il restare per sempre bambini o crescere, invecchiare, morire, diventando come tutti.
Non è stato certo difficile scritturare grandi protagonisti per il film diretto da Jay Russell (già regista di Il mio cane Skip): hanno fatto a gara per le parti i tre premi Oscar Sissy Spacek, William Hurt, Ben Kingsley (e c'è anche la prima moglie di Spielberg, Amy Irving), mentre per i ruoli dei ragazzi sono stati scelti nomi prediletti dai giovanissimi e il protagonista Jonathan Jackson (lo si vedrà presto in Insomnia con Al Pacino) è indicato «come il nuovo Di Caprio».
Se Pinocchio racconta l'Italia con i suoi buoni e cattivi, modelli arcaici di rapporti familiari e giudici corrotti, il libro della Babbitt narra l'America tra due epoche, proponendo un modello rurale di vita, che nel 1914 cominciava a trasformarsi in urbano e industriale, del quale il Paese sembra avere nostalgia.
Perché i Tuck abitano, ai primi del Novecento, in un bosco con i loro due figli e, irlandesi immigrati, avevano bevuto senza saperlo l'acqua di una fonte magica.
Hanno più di cento anni e, proprio perché sono diversi e non conosco malattie e morte, hanno scelto di vivere isolati con il loro segreto. Winnie, desiderosa di fuggire dalla famiglia altolocata, scopre il segreto. Deve mantenerlo, per non fare male ai Tuck, che ha imparato ad amare, specialmente al quindicenne Jesse.
Intanto, sir Ben Kingsley, il demonio con parrucca, vuole mercificare la fonte della giovinezza.
Il dilemma di Winnie è se bere l'acqua che la rende immortale o vivere con tanti problemi. Il finale propone, proprio come Pinocchio, il tema della vita che non vale la pena di essere vissuta se non contempla dolorose trasformazioni.
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