San Bruce ha fatto il miracolo
di Tullio Kezich
Mi pento di avere a suo tempo sottovalutato il primo film realizzato dal regista M. Night Shyamalan.
E questo non solo perché «Il sesto senso», alla faccia dei critici contrari, ha incassato nel mondo 660 milioni di dollari; ma perché quest'opera seconda, «Unbreakable-Il predestinato», mi ha convinto di più. Tanto che non mi stupirebbe se fra venti o trent'anni diventasse un «cult-movie» come è accaduto con «L'esorcista».
Stiamo sempre dalle parti dei misteri e delle stregonerie: e tanto per cominciare, a furia di atteggiarsi a duro, Bruce Willis è diventato «infrangibile».
Calvo e stralunato, lo vediamo sortire indenne, unico scampato fra centoventicinque viaggiatori travolti in un disastro ferroviario.
Il fenomeno non trova spiegazione e lo stesso Bruce non sa che cosa raccontare alla moglie Robin Wright Penn e all’inquieto figlioletto Spencer Treat Clark.
A parte le difficoltà in famiglia il protagonista, che di mestiere fa la guardia giurata, scopre poco a poco di avere delle facoltà paranormali: per esempio individua subito gli ultras che si presentano armati allo stadio; e poi riesce a sollevare dei pesi spropositati e infine anticipa con l'immaginazione i più orrendi delitti.
Verso la scoperta di se stesso come novello Superman lo spinge il nero Samuel L. Jackson, un antiquario di fumetti che per converso è un uomo fragilissimo: nel prologo l'abbiamo visto nascere con le gambe e le braccia a pezzi, ma in seguito ha collezionato cinquantaquattro fratture tanto da finire in carrozzella.
Tra Bruce e Samuel si istituisce un rapporto contraddittorio di attrazione e insopportabilità finché il film approda a una clamorosa sorpresa che non rivelerò.
Potrei definire «Unbreakable» una suggestiva stupidaggine e lasciarvi la scelta fra i due termini. Se sottolineate il secondo, non saprei darvi torto.
Ma sarei altrettanto d'accordo con chi si lascia prendere dalla suggestione.
Il non ancora trentenne M. Night Shyamalan conferma di avere un segno personale: ha ambientato il film nella sua città natale, Philadelphia, e complice l'operatore Eduardo Serra ne esplora con sapienza le notti minacciose.
Quanto agli interpreti, Bruce Willis possiede un carisma che gli consente di arpeggiare su un numero minimo di espressioni; mentre Samuel L. Jackson intesse variazioni da grande caratterista.
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