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Draghi per ogni età


di Oscar Cosulich


Al cinema il 2014 è l'anno del dragone. L'invasione è iniziata con "Godzilla", che ha festeggiato il suo sessantesimo compleanno ritornando sugli schermi lo scorso maggio. E l'anno si chiuderà a dicembre con il feroce Smaug nel terzo capitolo dello "Hobbit" di Peter Jackson. Non tutti i draghi però sono cattivi. E il 16 agosto gli spettatori italiani ritroveranno quelli più affettuosi e simpatici nella storia di "Dragon Trainer 2" di Dean DeBlois. Il film, che è stato presentato a Cannes, al festival d'animazione di Annecy e a quello di Taormina, è il secondo capitolo della trilogia cominciata nel 2010 da "Dragon Trainer" di DeBlois con Chris Sanders. Un cartoon che è piaciuto moltissimo in tutto il mondo: costato 165 milioni di dollari, ne ha incassati quasi 500, dimostrandosi uno dei migliori successi prodotti dalla DreamWorks. Per questo secondo capitolo della saga, DeBlois vanta già un incasso vicino ai 400 milioni di dollari, a fronte di un budget di 145 milioni.

I due film sono liberamente ispirati a una serie di undici romanzi per bambini dell'inglese Cressida Cowell. Il segreto dell'operazione però sta nell'adattamento, che il patron della DreamWork Jeffrey Katzenberg in persona, dopo un primo tentativo che non lo soddisfaceva, decise di affidare a Sanders e DeBlois, freschi del successo di "Lilo & Stitch" della Disney, storia dell'amicizia tra un alieno "politicamente scorretto" e un’orfana hawaiana. I due, sostenuti dall'esperta produttrice Bonnie Arnold, impiegano quattordici mesi solo per decidere come narrare la vicenda del giovane vichingo Hiccup ("singhiozzo", in inglese), gracile figlio del forzuto capovillaggio di Berk, isola dei mari del nord che Hiccup presenta con queste parole: "Questa è Berk. È dodici giorni a nord di disperazione e pochi gradi a sud di morire di freddo. Si trova esattamente sul "meridiano della miseria". Il mio villaggio: in una parola, solido. È qui da sette generazioni, ma ogni singola costruzione è nuova. Abbiamo la pesca, la caccia e un'incantevole vista del tramonto. L'unico problema sono le infestazioni: in molti posti hanno topi, o zanzare, noi abbiamo ... i draghi!».

«Non volevamo realizzare un film "per bambini"», spiega a "L'Espresso" il quarantaquattr'enne regista canadese DeBlois. «O meglio, non volevamo che fosse un cartoon solo per loro. Così abbiamo deciso di far crescere Hiccup trasformandolo in quindicenne, per rendere più complesso il suo conflitto caratteriale col padre e permettergli una cotta, apparentemente senza speranza, per la bionda Hastrid. Lei è la vichinga perfetta, la più forte ragazza del villaggio, mentre lui non ha nessuna caratteristica "vichinga". Hiccup, infatti, è incapace di vestire i panni di uccisore di draghi, attività cui sono dediti gli abitanti dell'isola. Riesce però a fare amicizia con la Furia Nera (drago temutissimo e praticamente invisibile, per la sua velocità nel colpire e fuggire), con il suo aiuto salva villaggio e draghi da una terribile minaccia e combatte eroicamente fino ad essere gravemente ferito. Quando si risveglia dal coma scopre di aver perso parte della gamba sinistra, ma scopre anche che nel frattempo il villaggio ha trovato la pace: grazie a lui tutti ora convivono amabilmente con ogni tipo di drago.

"Sono estremamente grato a Katzenberg per il coraggio che ha dimostrato allora", spiega DeBlois. "Se il film fosse stato prodotto dalla Disney, invece che dalla DreamWorks", aggiunge, "dubito che avremmo potuto far perdere una gamba ad Hiccup".

Forte del precedente, DeBlois ha deciso che il coraggio di Katzenberg andava messo di nuovo alla prova. Così quando il capo della DreamWorks Animation gli ha proposto di girare il sequel, ha immediatamente rilanciato: «Gli ho detto che accettavo se mi dava la possibilità di realizzarne due, per completare così una trilogia». Una scelta apparentemente azzardata anche perché, per la prima volta nella sua carriera, DeBlois si assumeva l'onere della regia tutto sulle proprie spalle, lasciando a Sanders il compito di coproduttore associato. L’idea chiave è stata ambientare il film cinque anni dopo il precedente, il che ha creato per "Dragon Trainer 2" una nuova serie di problemi tecnici e narrativi: «Abbiamo dovuto ridefinire e ricreare i modelli grafici di tutti i personaggi, a partire dal protagonista. Un ventenne ha proporzioni corporee totalmente diverse da un quindicenne ma Hiccup, pur crescendo in altezza, doveva mantenere la sua caratteristica aria goffa e impacciata».

All'inizio del nuovo film, Hiccup viene indicato come futuro capovillaggio. Ma lui nicchia, non si sente all'altezza del padre, e preferisce dedicarsi all'esplorazione di nuovi territori volando in groppa all'amato Sdentato (questo il nome che ha dato al suo drago Furia Nera). In una di queste escursioni, Hiccup fa un incontro sorprendente: dietro un personaggio misterioso, coperto con una maschera ("ispirata al coniglio gigante di "Donnie Darko"", confessa DeBlois) si nasconde sua madre, che tutti pensavano morta da anni. Dopo questo incontro, sembra che le cose si mettano per il meglio, ma nuovi pericoli minacciano il villaggio di Berk, scatenando una serie di avventure a catena che per i cinefili avranno un sapore familiare.

«Il modello narrativo è "L'impero colpisce ancora"», sorride il regista. «Quando l'ho visto avevo solo una decina d'anni, ma quel film mi ha segnato profondamente».

Questa passione si notava già in "Mulan", film Disney del 1998, a cui DeBlois ha collaborato: non a caso c'erano affinità tra la leggenda della giovane guerriera cinese e l'epopea stellare di George Lucas: il drago Mushu e il grillo Cri-Cri ricostruivano le dinamiche comiche della coppia formata dall'androide C-3PO e il robot R2-D2, mentre Mulan, grazie al suo travestimento maschile, era una fusione tra la principessa Leila Organa e Luke Skywalker, mentre il cattivissimo Shan-Yu era chiaramente ispirato al temibile Darth Vader. In "Dragon Trainer 2", invece, la similitudine è solo nella costruzione narrativa. Non nel finale, però: «"L’impero colpisce ancora" aveva un finale sospeso», ride DeBlois. «Gli spettatori furono costretti ad aspettare il terzo film per sciogliere nodi importantissimi della trama. Katzenberg mi ha chiesto di non fare nulla del genere: potevo avere la mia trilogia, ma solo a patto che fosse composta di capitoli godibili anche da chi ne vedesse uno solo. Così ora, dopo aver narrato la transizione verso l'età adulta di Hiccup in "Dragon Trainer 2", sto lavorando al film conclusivo, che questa volta è ambientato immediatamente dopo la fine del secondo, Dovrebbe essere pronto per il 2017 e chiuderà l'era dei draghi». Almeno di quelli buoni: quelli cattivi, c'è da giurarci, continueranno a infestare gli schermi.






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