Uffa, un altro venerdì 13!
di Maurizio Porro
Quinto capitolo di un serial dell'orrore che non accenna a fermarsi (in Usa è già uscito il numero 6), Venerdì 13: il terrore continua (Friday the 13th - A new beginning, ahimè un nuovo inizio), è la solita abbuffata di psicopatici, sceriffi grassocci, teen-ager idioti e sempre in fregola. In mezzo a tutti, Lui, il Mostro, quello che uccide sempre e ancora: all'inizio era Jason, che faceva strage (a sfondo sessuale, come il Mostro di Firenze) in un tranquillo campeggio su un lago. Da allora Tommy, protagonista del film, ha un incubo ricorrente, l’assassino che resuscita dalla tomba.
Poverino, bisogna capirlo: a 12 anni ha dovuto sostenere (siamo più o meno all'epoca del primo film) una lotta con il folle omicida.
Silenzioso, tortuoso, introverso, ma provvisto di una serie di maschere da Halloween, il ragazzo. che si direbbe figlio di Tony Perkins, viene mandato in un centro di rieducazione per nevrotici e disadattati incalliti. Qui avrà modo di osservare da vicino i molteplici assassinii del pazzo che si aggira nei dintorni: il primo a perire è un ragazzotto tipo Pierino, poi ne vengono molti altri, quasi tutti colti prima durante o dopo il momento sessuale come se l'assassino fosse travestito da preservativo, tutti uccisi con la stessa tecnica di ripresa, cioè macchina in spalla (uso smodato della steadicam) e soggettiva che fruscia tra le foglie.
Il risultato è che, in questo luna park di sangue di pomodoro, dove tutti i personaggi sono destinati ad asfissiare perché non significano e non dicono nulla, e in cui alla fine, l'assassino, fa il gioco delle tre tavolette, non proviamo alcuna emozione, e neppure alcun raccapriccio, il che è peggio ancora.
Il film va avanti ripetitivo, come gli altri quattro, per forza di inerzia: hanno poco da scappare i poveri teenager, passano gli anni ma si ritrovano sempre nella stessa, insipida storia. La sceneggiatura è inesistente, la logica è assente, il ritmo è uscito un attimo e non torna più, e il regista pensa già alla prossima puntata. Se in questa situazione John Sheperd riesce a tenere una sua dignità, e il piccolo negretto Corey Feldman fa simpatia, è già molto. Qualche ragazza discinta, intorno, sospira e muore in fretta. Amen.
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