Radcliffe, la svolta horror senza la magia di Harry Potter
di Maurizio Porro
Rinasce la Hammer Film, storico marchio inglese del gotico e dell'horror di Dracula, rilanciando storie di notturni fantasmi alla Henry James e di lunghe vendette su indifesi piccini.
Ma la totale prevedibilità dei misteriosi eventi di The woman in Black, la scontata paranormalità della nera signora che appare non richiesta e l'acquiescenza agli stereotipi con bamboline e rumori sinistri, rischia di portarci a dormire come ghiri (“ghiro di vite”?).
Il marketing, ed anche il regista James Watkins puntano tutto sul primo ruolo adulto dell'ex Harry Potter, il 22enne Daniel Radcliffe che, amante di relazioni pericolose, lasciati i maghi si butta sui fantasmi (dopo il successo del teatro a Broadway, prima nel ruolo ignudo di Equus e poi in un musical), mentre quando è libero presta la voce a un vampiro in tv.
Qui è un serio avvocato, affettuoso papà single vedovo, in brumosa trasferta campagnola per questioni immobiliari legate a una casa rimasta orfana di proprietaria e gestirne l'eredità.
L'antica magione è ai confini del mondo, su uno stretto sentiero spesso coperto dalla marea, ed è lì che il nostro vuol pernottare. Inquietanti apparizioni, stagni e paludi, visioni di bambine bionde vergini suicide peggio che nel romanzo di Eugenides, una madre impazzita di dolore per la morte del figlio che accudisce due cagnetti vezzosi, strani abitanti superstiziosi, tutto per la vendetta postuma della woman in black nella ghost story vittoriana in cui bisogna accontentarsi del dècor e, avendo l'inconscio di Erode, godere dell'insensata ma continuativa scomparsa di bambini.
Ispirato a un libro di Susan Hill del 1982 (ed. Polillo) che ha vinto chissà come un premio intitolato a Somerset Maugham ed è già diventato un tv movie, storia radiofonica e opera teatrale, che grande bouffe!, il film sceneggiato da Jane Goldman è una summa delle convenzioni del genere. Si pasce di lunghi, stupiti primi piani brunetti e sbarazzini di Radcliffe, i cui occhi non hanno proprio il magnetismo della Garbo anche se ogni volta che si guarda attorno vede una bimba avvelenata, trucidata, suicidata. Scoperchiando bare, si vedrà che la partita non è finita e che l'ex maghetto non riesce più a «passare attraverso». A parte Radcliffe il resto del cast, fra villani, signore possedute e bamboline è obbediente a un racconto povero che vuol fare la sua figura coi famosi fichi secchi, apparecchiando con l'artigianato del secolo scorso spaventi di vecchia data, mancano solo il carillon e la maniglia che scricchiola e la tata sospetta.
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