di Tullio Kezich

Il «Dizionario analogico della lingua italiana» della Utet ci informa che si può ridere «fragorosamente, sguaiatamente, a piena gola, a crepapelle, a fior di labbra, sotto i baffi ... ». Scegliete voi con quale tipo di risata accogliere «A spasso nel tempo», ultima fatica di Christian De Sica e Massimo Boldi tornati alla casa madre del buonumore natalizio dopo un paio di imprese ambiziose: il primo ha diretto e interpretato «Tre», un intrigo psico-amoroso ambientato nel 700, il secondo ha impersonato per Pupi Avati il divo in declino di «Festival». Nell'uno e nell'altro caso critica e intenditori hanno apprezzato il talento e la buona volontà dei due commedianti, ma il grande pubblico è rimasto latitante. Segno che i beniamini della platea rischiano troppo a uscire dal genere che ha dato loro la popolarità? Nel dubbio, De Sica & Boldi non potevano far meglio, (o peggio?) per rinverdire il loro primato nel cinema delle pratiche basse. «A spasso nel tempo» corrisponde ahimè al tipico film di Carlo ed Enrico Vanzina come lo dipingono i loro peggiori nemici.

Qui la trovata (chiamiamola così) è quella già ampiamente sfruttata della macchina del tempo; e vi risparmiamo le citazioni dei notissimi precedenti filmografici. In visita con le famiglie alla fiera degli Universal Studios di Hollywood, Christian principe romano e Massimo esercente cinematografico di Vimercate dopo aver attaccato lite nel più puro stile terroni contro polentoni si ritrovano spalla a spalla nel vagoncino che prevede un emozionante viaggio nel passato. Tranne che lo sciapo professor Dean Jones pasticcia con i pulsanti e i due vengono sballottati dalla Preistoria alla Firenze di Lorenzo il Magnifico (Marco Messeri), dove annunciano l'avvento del ras calcistico Cecchi Gori e rischiano il rogo di Savonarola, dalla Venezia settecentesca in cui Boldi si finge Casanova alla Roma «città aperta» del '44 inseguiti dai nazisti. Arrivati a Capri nei primi anni 60, De Sica non perde l'occasione di suggerire a Peppino di Capri la canzone «Champagne» (un suo futuro successo degli anni 70); e quando scopre se stesso giovane sul punto di fidanzarsi con la futura moglie, alla luce di ciò che è successo in seguito vorrebbe fermare il suo doppio e invece non c'è niente da fare. Fra tanti andirivieni, l'unica novità è il telefonino che tiene collegati i viaggiatori ai tempi nostri.

Sottofinale con balzo in avanti, ancora in un’avveniristica Firenze nel 2023: agghindati da fantascienza, i due compari si fregano le mani cercando nei vecchi giornali le vincite del Totocalcio che dovrebbero mettergli, una volta tornati indietro, di accumulare favolosi premi; però nello scorrere i microfilm salta fuori l'agghiacciante notizia della loro morte in un conflitto a fuoco nel 1996. I nostri eroi si salvano, ma c'è sempre un dinosauro in agguato. In un allestimento parrocchiale, tra attori di contorno che non portano niente e troppe battute da mercatino dell'usato, i sempre effervescenti protagonisti si prodigano per strapparci un riso (cito ancora il «Dizionario») «beffardo, sguaiato, sbracato, convulso» e a tratti ci riescono.

Articoli per film

Copyright © di IntercoM Science Fiction Station - (377 letture)