L'angelo di Franco Nero: film dedicato a Natasha
di Giovanna Grassi
«Il rischio mi ha sempre spronato. Penso a Querelle de Brest di Fassbinder, a tanti gialli politici e ai primi western italiani. Angelus Hiroshimae, però, è il mio film più estremo», dice Franco Nero.
È impegnato in Usa nel lancio della commedia romantica Letters to Juliet, che lo riporterà ad aprile su tutti gli schermi Usa al fianco della moglie Vanessa Redgrave, con un lancio massiccio da parte della Summitt. Nero, tuttavia, tiene più che a ogni altra cosa al suo ultimo lavoro italiano, diretto e scritto da Giancarlo Planta, presentato in anteprima a Hollywood nel corso della rassegna Los Angeles-Italia. Alla proiezione non sono mancati Quentin Tarantino, Paul Mazursky, Helen Mirren e tanti altri. «La storia sul dolore di un padre che in un incidente stradale perde il figlio era stata pensata molto prima di quanto poi è accaduto a Natasha, la figlia di Vanessa morta per una caduta sugli sci.
Angelus Hiroshimae è a lei dedicato», spiega l'attore.
Il film narra la vicenda surreale di un cacciatore, in un'alba di nebbia all'Aquila. Cercando la preda, l'uomo (Franco Nero) si accorge di aver colpito una strana creatura giapponese con ali. Si carica sulle spalle l'angelo, lo cura nella sua antica casa, ma forse tutto il racconto è solo un incubo perché il protagonista cerca nel rapporto con quel ragazzo di sanare l'intimo dolore per la perdita del figlio. Spiega il regista Planta: "Il film è ispirato al Libro degli Haiku di Jack Kerouac. La passione per il mondo giapponese e per le poesie Haiku apparteneva allo scrittore americano. L'angelo ferito, dopo aver trovato le videocassette di due film muti, La casa stregata con Buster Keaton e Il monello di Chaplin, ne guarda e riguarda alcuni spezzoni".
Dice ancora Nero: «Solo verso la fine del film nella stanza del mio ragazzo lo spettatore scopre che il giovane era uno studioso dalla cultura nipponica. È allora che il film spiega il suo mistero».
Il film si avvale della colonna sonora di Morricone e del lavoro dell'art director Gianni Quaranta. In pratica muto, interpretato da due soli personaggi, (Nero e il giovane giapponese Kyojiro Ikeda), è stato realizzato anche con il patrocinio della città dell'Aquila dove è stato girato prima del terremoto. Nero tornerà in Italia a fine marzo per presentare a Roma la pellicola alla quale è abbinato anche un documentario in cui l'attore compie tra i ruderi del sisma un sorta di pellegrinaggio. «Vorrei che questa epigrafe documentaristica si trasformasse in un nuovo appello per la ricostruzione».
[ Indietro ]
Articoli per film Copyright © di IntercoM Science Fiction Station - (340 letture) |