L'occhio di Cthulhu
di Angelo Mazzarese, in "Il tempo di Cthulhu", "I miti di Cthulhu" n. 19, ed. Fanucci, ’87, 15.000 £, 224 (139) pagg.
"I miti di Cthulhu" era, come forse qualcuno si ricorderà, una collana dedicata ad opere nello stile o sulle tematiche del mito, appunto, creato da Lovecraft.
Questo è stato l’unico, per quanto nella presentazione si dica che avrebbe dovuto essere il primo di una serie, romanzo di un italiano pubblicato.
Nella sua narrativa breve, il Mazzarese usa mescolare umorismo ed erotismo, ma, purtroppo, in quest’unica sua prova sulla lunga distanza, non mette ne l’uno ne l’altro.
In Sicilia, un uomo viene sequestrato per ricatto, ma riesce a fuggire.
Si ritroverà, però, in un regno sotterraneo nel quale l’antica razza dei sicani, creduta estinta da secoli, vive in adorazione di un antico dio, Cthulhu, appunto, che dovrà risvegliarsi per conquistare il Mondo.
Adattatosi benissimo a vivere fra loro, troverà però un passaggio per un mondo ancora più inquietante, proprio il luogo dove quella divinità giace, accudita da alieni dormienti in una città ad avanzatissimo sviluppo tecnologico.
Sveglierà per un istante il mostro, cosa che sarà sufficiente a provocare un terremoto che distruggerà Agrigento, riuscirà a fuggire, e a riportare alla vita civilizzata un’ingente fortuna sottratta proprio a quei suoi sequestratori.
Ma nessuno crederà alla sua storia, e verrà rinchiuso in manicomio.
Uscitone con un’astuzia, dopo essere stato seguito e contattato da quegli alieni, fuggirà lontano con la sua nuova ricchezza, lasciando il manoscritto di cui è, appunto, protagonista/narratore.
Anche se le avventure che vi si raccontano sono decisamente rutilanti, la prosa che si usa è piuttosto piattina, senza molte alzate di tono stilistico.
Risulta comunque una lettura abbastanza piacevole, per l’idea decisamente originale che si lascia seguire con un certo interesse.
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