Las Palmas e Tarahumara
di Claudio D'Ettore
L'oggetto della Fantascienza di Ballard è l'Io.
Questo privilegio colleziona il fantastico nel decorativo. Il dettaglio è nel "genere", mentre la trama ricama sulle ossessioni. D’altronde ciò che appassiona la narrativa è la vittima, questa è l'Io, la cui funzione di sutura si sfila liberando il tessuto del reale.
In Mitologie del futuro prossimo - Urania n. 976 - si allineano alcuni brevi psicodrammi della solitudine che si sciolgono nella violenza, come Solarium e Riunione di famiglia, due racconti il cui comune referente fantascientifico è la moltiplicazione dei video e l'apnea relazionale. Non per nulla il destino di Solarium è inscritto in un fotogramma di Psyco, quello dell’assassinio nella doccia. La scissione dell'Io non fa che sottolineare una reazione all'annullamento che non può che smentirsi "al cielo bianco degli schermi".
In Riunione di famiglia gli individui isolati e difesi dai video, quando condividono lo stesso spazio si attaccano mortalmente.
Alla forma del racconto, in quello breve soprattutto, inerisce la possibilità della divagazione, della messa a fuoco marginale, dell'eccentricità simbolica rispetto alla prospettiva geometrica del romanzo.
In Saluti da Las Palmas, ironizza su un grazioso incubo. I disoccupati europei vengono trasportati alle Canarie con voli di prima classe, alloggiati gratuitamente in maestosi alberghi. Lo stesso accade in numerose isole del Mediterraneo e dei Caraibi. Allo scopo di evitare delle rivolte il capitale eroga a fine ricreativo una parte del surplus che lo alimenta. Ma è una vacanza senza lieto fine perché ha carattere coattivo, forzato e l'evasione è punita con la morte.
Nel racconto che da il titolo alla raccolta Ballard ripropone il mito di un tempo diverso, coestensivo al passato e al futuro, immortale e allucinato.
Ossessione del mal di spazio. della riduzione della fascia di ozono. In altri testi Ballard ha esposto simili viaggi in tempi "altri", primevi, extraumani.
In Mitologie del futuro prossimo l'avvicinarsi alla foresta tropicale della Florida è attraversato da echi surrealistici. Le dislocazioni spazio-temporali di Magritte, le anatomie biomorfiche di Dalì. Cape Kennedy abbandonato somiglia ai quadri di De Chirico, alle sue prospettive ribaltate e ai suoi presagi di lontananza.
Lo spazio interno di Ballard è inghiottito da qualcosa che si è sviluppato a lato del surrealismo. Parlo dell'Esperienza interiore di Bataille, un'opera di riflessione filosofica sull'esperienza dell'estasi e del supplizio, del riso e del sacrificio. Ma Ballard sembra accostarsi soprattutto ad Artaud del paese dei Tarahumara, alla terra nera e maligna citata da Michaux.
La psichedelia "astronautica" si svolge nel territorio incantato dal peyotl. Artaud al culmine, all'estremo della coscienza annunciò un altro tempo avvelenato: "Ho scelto il dominio del dolore e dell'ombra come altri l'irradiarsi e l'ammassarsi della materia.
Non opero nell'estensione di un dominio qualsiasi.
0pero nell'unica durata".
Nel delirio di questa frase brilla l'acuminatezza del sentire dell'inner man di Ballard. Ma per Artaud tutta la scrittura è porcheria poiché l'intervallo dello spirito, la geometria senza spazio non hanno parola, non hanno senso. Per lui è un’operazione anale, su cui tuttavia supplicò, da avvelenato.
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