La terza guerra cominciò a Nagasaki
di Oreste del Buono
Non lasciatevi influenzare, per favore, dalla sovraccoperta de L'Impero del Sole di J.G. Ballard appena edito anche da noi dalla Rizzoli. L'illustrazione del bravo Aldo Di Gennaro (con quel ragazzino in pantaloni corti palesemente inglese e ostentatamente sorridente, nonostante la guardia montatagli da un altro ragazzino in divisa altrettanto palesemente giapponese e altrettanto ostentatamente perplesso) lascerebbe intendere un contenuto avventuroso per l'infanzia. E, dato che J.G. Ballard è noto come autore di fantascienza, sarebbe troppo facile per voi pensare a un testo di puro intrattenimento. In realtà, L'Impero del Sole è uno dei più potenti e impressionanti libri di questi anni e, alla conclusione della sua lettura, è piuttosto difficile essere come si era prima.
Questo romanzo singolare è, in realtà, la documentazione della nascita dell'immaginario di un grande scrittore. Grande senza etichette di genere o sottogenere. Chi è veramente J.G. Ballard? J.G. stanno per James Graham Ballard, inglese, nato nel 1930 a Shanghai, arrivato alla notorietà come scrittore di fantascienza nei primi anni 60 quando in Inghilterra Michael Moorcock, per rinnovare la rivista «New Worlds», prese a pubblicare un suo romanzo a puntate, Deserto d'acqua, la cui suggestione varcò l'Oceano e influenzò anche gli scrittori di fantascienza americani.
A quel suo primo incubo copyright 1962 J.G. ne ha fatti seguire tanti, e ha ormai più che celebrato le nozze d'argento con la fantascienza. Con la fantascienza? O con la profezia? O con la cronaca? L'Impero del Sole non è tanto o, meglio, non solo "uno straordinario romanzo", come ha sentenziato il vecchio astro della narrativa inglese Graham Greene e non è neppure solo «il grande romanzo britannico sull'ultima guerra che aspettavamo da una quarantina d'anni» come ha specificato l'astro emergente della narrativa inglese Angela Carter: è qualcosa di più, e molto di più. È un grande libro sulla sorte dell'uomo contemporaneo.
Dal 1942 al 1945, il piccolo J.G. (e va ancora ricordato che il suo anno di nascita è il 1930), fu internato nel Civilian Assembly Centers di Lunghua, nella Cina occupata dai giapponesi. L'Impero del Sole narra questa prigionia e anche l'immediato prima e l'immediato dopo.
La guerra, e una guerra feroce, è vista e patita, ma anche giocata, da un ragazzino di pochi anni, abbastanza isterico, abbastanza buono, abbastanza amorale, abbastanza ottimista nonostante tutto. Verso la fine, mentre un cinese sta per rompergli la testa con manganello, Jamie viene salvato da una gran luce che li acceca tutt'e due.
Si convincerà più tardi che è stato il lampo dell'atomica sganciata dagli americani su Nagasaki. Ma si convincerà anche e soprattutto che, finita la seconda guerra mondiale, ne è cominciata subito, senza soluzioni di continuità, un'altra, la terza. Come no?
Malinconico, crudele, eppure pragmatista e deciso come il se stesso piccolo che ha scelto quale protagonista de L’Impero del Sole J. G . Ballard ha scritto un'autobiografia sconcertante per verità e sentimento, una confessione che ci confonde. Tutta la sua personalità, tutta la sua immaginazione di scrittore vengono di lì: dal Campo di Lunghua e dintorni più o meno immediati.
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