Recensione di Mirko Tavosanis a "La gentilezza delle donne"
"A Shanghai, ogni pomeriggio dell'estate del 1937, prendevo la bici e andavo sul lungomare per vedere se la guerra era cominciata."
Mi capitata raramente di dirlo, ma questo libro me lo tira fuori a forza: meraviglioso. Oh, certo, Ballard a molti non piace - di solito o lo si ama o lo si odia, con poche sfumature intermedie. Ma a me piace, e tanto mi basta.
Togliamo però subito di torno ogni possibile fonte di equivoci.
Questo libro non è fantascienza. È la storia, fortemente autobiografica, della vita di un certo James Ballard, scrittore (anche se la sua attività appare solo sullo sfondo), dall'adolescenza in un campo di prigionia giapponese fino all'università in Inghilterra, alle vacanze in Spagna, alla morte della moglie, all'ossessione per gli incidenti stradali, al "successo" cinematografico. Una specie di seguito a L'impero del sole, se vogliamo; un meccanismo che si chiude con le ultime scene del libro, dedicate appunto all'inizio delle riprese del film di Spielberg.
Non è fantascienza, insomma. Ma è una chiave fondamentale per leggere tutti l'opera di Ballard, spicchi di FS inclusi, scritta dopo la quadrilogia degli elementi, dopo l'abbandono dell'immaginario junghiano a favore di quello freudiano. Ed è anche un libro che può aiutare, perché no, ad orizzontarsi nel mondo moderno, con descrizioni meravigliose come quelle delle vacanze sul Mediterraneo. Un libro che amo, come quasi tutto quello che Ballard ha scritto.
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