Dalla parte delle streghe
di Aldo Grasso
C’era una volta Fantaghirò (Alessandra Martines), una giovane regina così brava nell'usare la spada e così eccellente nelle pratiche guerriere che si rifiutava di diventare donna e convolare a nozze con Romualdo (Kim Rossi Stuart). Tanto più che il Re Padre (Mario Adorf), partito per un viaggio intorno al mondo, non aveva fatto ritorno. Rimanda, rimanda, un bel giorno Fantaghirò accetta di sposarsi e al suo principe, come regalo di nozze, promette di non usare mai più la spada. La promessa viene sancita dalla Strega Bianca (Katarina Kolajova). Ma intanto la Strega Nera (Brigitte Nielsen) sta complottando contro Fantaghirò per rubargli il bel Romualdo ... Come tutte le fiabe, anche questa scritta da Gianni Romoli e realizzata da Lamberto Bava, si dispone a più letture: avvince bimbi e psicoanalisti (che sono un po’ la stessa cosa), i cultori del fantastico e del profondo, gli spettatori che non ne possono più della Tv verità e desiderano rinfrancarsi nelle “bizzarrie”.
La tecnica narrativa - tutti si cercano: Romualdo cerca il Re, i cognati anche, Fantaghirò cerca tutti - punta sulle progressioni di tensione: la principessa viene rapita dal feroce Mangialimoni, Romualdo sottoposto a terribili prove dalla regina degli Elfi, la Strega Nera spande perfidie a ogni apparizione, Fantaghirò viene trasformata in qualcosa che il suo amato mai riconoscerà. Ma a tirare le fila di tutte le avventure c'è l'irrompere delle meraviglie più astruse, controcanto ironico al racconto del terrore. E il pauroso, componente centrale della fiabe, funziona in quanto Bava gli applica una spiccata vena grottesca: il cavallo parlante Chiomadoro o la Pietra Tornaindietro.
A legare i due piani c'è uno spettacolo di marionette che mette in scena proprio la storia che stiamo vedendo sullo schermo, e dunque racconto al quadrato, coscienza linguistica tutt'altro che ingenua.
Lamberto Bava ha imparato la lezione del padre Mario, anche se adesso i referenti cinematografici paiono essere altri, soprattutto «Legend» di Ridley Scott: dimostra anche di essere ben coadiuvato da un cast tecnico (direttore della fotografia è Gianlorenzo Battaglia, trucchi di Fabrizio Sforza).
Ma la sorpresa più avvincente viene dalla Nielsen nel non facile ruolo della Strega Nera: traboccante di humour, Brigitte si muove con insolita spigliatezza. Alessandra Martines è credibile nel ruolo ambiguo di femminuccia-maschietto. Deludente e impacciato Kim Rossi Stuart. Morale della favola, 9.160.000 spettatori (30,6%): chi fa fiction con costanza e fedeltà / presto o tardi ne trae felicità.
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