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I paradossi ed i mondi paralleli


di Arnaldo Borsa


Qualche giorno fa ho riassistito alla proiezione, questa volta in TV, del film "Conan il distruttore": niente da fare, la prima impressione rimane invariata. La trama non è poi tanto male, ciò che rovina il film è la scarsa attenzione che viene data alle piccole cose: non si può coprire di pellicce quattro scaricatori di porto per dare loro un'aria "barbarica" e mandarli in un deserto dove tutti non hanno vestiti o quasi; non si può credere il pubblico così babano da non pensare che possa ridere al vedere che Conan e compagnia, entrando in una cripta vuota da millenni, trovano tanto di torce accese infisse nei muri!

E poi Conan è innamorato ... Se lo venisse a sapere Howard si potrebbe davvero rivoltare nella tomba.

Bah! Siamo alle solite, sono pochissimi i film apprezzabili di Fantasy. È stato comunque questo film che mi ha dato lo spunto per questo articolo: "si capita che", come soleva annunciare trionfante la mia ex-prof di disegno, Howard collochi l'era Hyboriana molto indietro nella Storia, tra la caduta, considerandone reale l'esistenza, di Atlantide e le prime età documentate dell'uomo.

Howard quindi cade nei classici paradossi: se la magia allora funzionava, come mai oggi non funziona più? Se allora esistevano dei, mostri e demoni, cosa è capitato loro?

Molti scrittori di Fantasy non se ne preoccupano più di tanto, è una concessione che si fa all’autore: avete presente il motore iperspaziale che si incontra spessissimo in fantascienza? È la stessa cosa: nel primo caso sarà capitato qualcosa che nel frattempo avrà cambiato la Terra, oppure gli uomini avranno dimenticati gli oscuri segreti della magia; nel secondo caso l'autore ha bisogno di allargare gli orizzonti della sua storia, e perciò afferma che lo scienziato Joe Blow di Grimy Gulch, Arizona, ha inventato, sfruttando l'effetto "qiythiqthr", il motore che permette di superare, a tutti gli effetti, la velocità della luce, scomparendo in un punto dello spazio per riapparire quasi istantaneamente in un punto lontanissimo, passando per un ipotetico "Iperspazio".

Nulla di male in tutto ciò, ma a noi pignoli è difficile prendere le cose per oro colato (oddio, io faccio spesso figure da "boccalone", però non ditelo a nessuno), soprattutto quando si tratta di magia. Ditemi che è stato scoperto un metodo per trapiantare il cervello di una trota in una gallina e io, probabilmente, arriverò anche a crederci, ma non tentate mai di convincermi che il mago Tal de' Tali è riuscito a levitare, o qualche baggianata del genere se non volete incappare nei miei strali infuocati.

Nascono così, ad opera di autori pignoli, o di autori che di pignoli ne avevano le tasche piene, i mondi paralleli. Cercate di immaginare la Storia come una strada cosparsa di bivi: noi andiamo in una direzione, ma se fossimo andati in un'altra? Ecco lo spunto di innumerevoli romanzi, sia di Fantasy che di Sf, come "La svastica sul sole" di Dick.

I mondi paralleli sono un'invenzione narrativa piuttosto recente, al contrario degli altri filoni fantascientifici, di una quarantina d'anni al massimo, nata per evitare paradossi temporali creando "presenti alternativi".

Tempo fa era più diffusa la pratica di ambientare storie improbabili su mondi diversi, raggiunti per mezzo di "porte": si può così risalire alla mitologia dove un Eroe raggiungeva il mondo dei morti con mezzi mistici.

Si ricollocano in quest'ottica i romanzi di H.G. Wells (La guerra dei mondi, La macchina del tempo), J. Verne (Dalla Terra alla Luna, Viaggio al centro della Terra), E.R. Burroughs (John Carter di Marte, Perduti su Venere) dove ai mezzi mistici si sostituiscono quelli fisici, o quasi; anche il motore iperspaziale è in fondo una "porta" tra i mondi.

Gli autori di Fantasy con i mondi paralleli sono andati a nozze: è doveroso citare l'esempio che ci è dato dalla saga di Lord Darcy, personaggio creato da Randall Garrett, prete cattolico, che potete trovare nei romanzi "Lord Darcy", contenente tre racconti, apparsi su "Analog" (la vecchia "Astounding"), "The eyes have it" (gennaio 1964), "A case of identity" (settembre 1964), "The muddle of the Woad" (giugno 1965) e "La stanza chiusa", apparso anch'esso in quattro puntate su "Analog", con il titolo di "Too many magicians" (con inizio nell'agosto 1966), entrambi apparsi nella Fantacollana dell'editrice Nord. Potete trovare un altro racconto su Lord Darcy nell'enorme antologia, curata da Sandro Pergameno, intitolata "Fantasy", sotto il nome "Il flacone di Ipswitch", "The Ipswitch phial" (1976) apparso anch'esso su "Analog".

Lord Darcy è un investigatore che, con il fido amico, Mastro Sean O Lochtainn, mago forense, risolve intricatissimi casi polizieschi intorno al 1970.d.C. Mi permetto di consigliarvi la lettura di questa saga in quanto, oltre ad essere buona Fantasy, i racconti di Garrett sono anche ottimi gialli (secondo me reggono il confronto con "Abissi d'acciaio", "Il sole nudo", ecc. di Asimov).

Come avrete capito, il mondo di Lord Darcy è un po’ diverso dal nostro, lì la magia funziona ed ha rigorose basi scientifiche e leggi che la regolano, mentre solo adesso la matematica e la fisica hanno iniziato a compiere qualche timido passo. La Terra però è la stessa, la geografia e le convenzioni sociali sono le stesse: cosa è cambiato? Ce lo dice lo stesso autore: Riccardo Cuor di Leone non è morto nell'assedio del castello di Chaluz, di conseguenza il trono non è passato al fratello Giovanni senzaterra ma al nipote Arturo: in soldoni tutto ciò significa che non c'è mai stata la Guerra delle Due Rose, che segnò la fine dei Plantageneti e l'ascesa al potere dei Tudor. Al tempo in cui vive Lord Darcy i possedimenti dei plantageneti (l'Impero Angioino) comprendono l'Inghilterra, la Francia e le Americhe; la potenza nemica è il Regno di Polonia, poi ci sono le baronie germaniche e l'Impero Ottomano, mentre l'Italia è terra di conquista ...

Come vedete, salvando la vita ad un re, Garrett è riuscito a creare un universo totalmente diverso, seppure così familiare.

Un altro grande che ha preso in considerazione la possibilità dell'esistenza di mondi paralleli è L.S. de Camp che, in collaborazione con F. Pratt ci ha regalato una perla quale è la saga di Harold Shea, raccolta integralmente nel volume "Il castello d'acciaio" (Fantacollana Nord) che riunisce la trilogia "The incomplete enchanter" (effettivamente composto da due romanzi: "The roaring trumpet" apparso per la prima volta su "Unknown Worlds" e "The mathematics of magic"), "The castle of iron" e "Wall of serpents".

Questo ciclo originale e divertente postula che insieme al nostro coesistano infiniti universi nei quali, se fosse possibile passare liberamente dall'uno all'altro, potremmo trovare, ad esempio, il Paese delle Meraviglie di Alice, oppure un mondo in cui sia esistito Pinocchio o Superman e così via.

Così il nostro eroe, Harold Shea, dopo aver trovato la "chiave matematica" che gli permette un libero accesso a tutti i mondi possibili si caccia in guai incredibili ed esilaranti: va ad assistere in prima persona al Ragnarok (l'Apocalisse nordica) al servizio di Heimdall, finisce nell'"Orlando Furioso" e così via.

Questo ciclo potrebbe essere il famoso "anello di congiunzione" tra i cicli delle "porte tra mondi" e quelli dei mondi paralleli: si riscontrano infatti gli elementi portanti sia di un genere che dell'altro: ciò è probabilmente da ricercarsi nella data di pubblicazione (1960 per l'intera trilogia, ma 1950 per la forma finale di "The castle of iron" e primi anni '40 per "The roaring trumpet"), che fissa un periodo di transizione, una svolta nel mondo della Sf.

Se amate i romanzi Fantasy con un tocco di umorismo che narrano di mondi paralleli non perdete dunque "Il castello di acciaio" ma leggete anche il piacevolissimo "Il drago e il george" di G.R. Dickson. Il mondo parallelo viene qui raggiunto grazie ad una macchina per la proiezione astrale della mente, che invece scaraventa la bella Angie in un mondo in cui i lupi e i draghi parlano, chiamando gli umani in generale "george", dove viene fatta prigioniera dalle Potenze delle tenebre. Il suo fidanzato la segue per salvarla ma, per un disguido si trova imprigionato nel corpo di un drago, Gorbash: parte così la ricerca di Angie che vedrà impegnati tre draghi, un cavaliere errante, un lupo inglese ed un vecchio mago in un epica battaglia contro il Male.

Finirei qui la lunga disserzione sull'uso che la Fantasy ha fatto dei mondi paralleli, aprendo all'Uomo il più grande degli orizzonti che mai nessun genere letterario ha aperto: che importanza avrebbe infatti l'impossibilità di superare la velocità della luce, se avessimo a disposizione un numero infinito di Terre tutte per noi?






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