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Non di solo pane e altri racconti


"Mondi incantati" n. 13, ed. Wildboar, 2015 (9,50 €, 200 pagg.)


Ecco dunque l’antologia coi racconti vincitori del XXI° trofeo RiLL, dell’associazione Riflessi di Luce Lunare, che quest’anno ha visto la partecipazione di 297 racconti.

E, come da alcuni anni, i racconti vincitori di alcuni premi esteri, che, fino all’anno scorso, erano solamente europei, mentre quest’anno comprendono anche quelli di premi sudafricani e australiani, fatto che fa passare, questa sezione, da RiLL Europe a RiLL World.

Per finire, al solito, con i racconti del premio parallelo "Sfida", riservato ai vincitori delle scorse edizioni.

La qualità, quest’anno, è abbastanza… variabile.

Ci sono ottimi racconti, ma anche, purtroppo, qualcuno non all’altezza.

Ma andiamo a vedere i racconti.


-"Non di solo pane", di Davide Camparsi (precedentemente in "Aspettando Mondi incantati 2015", ed. RiLL, 2015, ebook, poi anche in "Anonima gidierre" n. 91, 2016; pagg. 9-20)-il vincitore, è un racconto fantastico, anche se utilizza gli stilemi della sf; vi si immagina, infatti, che… Dio atterri sul nostro pianeta. Con un’astronave.

Evidente che il tono su cui è tenuto è quello umoristico, con questo Dio che irride, prevalentemente, tutta la nostra seriosità quando parliamo di Lui: "Qualcuno ci andò fuori di testa… gente… priva di qualsiasi umorismo." (pag. 13).

Il protagonista è un ragazzino a cui è morto l’amico del cuore, in un incidente in bicicletta durante una gara che stavano facendo.

Che non gliel’aveva perdonata, a Dio, di non averci fatto nulla.

Quando quegli andrà a cena dalla sua famiglia (!!!), saprà farsi capire al punto da farlo ricredere.

Ben scritto, con buoni spunti poetici, è decisamente divertente, tranne, ovviamente, per i musoni.

Per dire, le prime parole di Dio, al suo sbarco, sono: "Klaatu, Barada, Nikto!", da "Ultimatum alla Terra": "… dopo un attimo di smarrimento tra i presenti, era scoppiato a ridere di gusto, incapace di trattenersi.

"No" aveva detto "Scherzo: non sparate. Sono Dio e, naturalmente, vengo in pace." (pag. 12).

L’idea su cui si basa è, poi decisamente originale, anche se il creatore è già apparso, in racconti di Sf, in altre vesti.


-"La notte che bruciammo la Croma", di Massimiliano Malerba (precedentemente in "Aspettando Mondi incantati 2015", ed. RiLL, 2015, ebook; pagg. 21-31)-il 2° classificato, è, come suggerisce il titolo, mutuato da un celebre racconto di Sterling, cyberpunk.

Nel tipico futuro nel quale il degrado ha ormai raggiunto livelli incredibili, dopo un qualche disastro non meglio detto se non La bomba, una banda di teppistelli, a Roma, decide, per non sapere come passare il tempo, di tentare di andare a riprendersi un hacker tenuto sotto vetro (letteralmente) da un capo di un’altra banda, ben più numerosa e potente, che si fa chiamare niente di meno che Gesù.

Ovviamente verranno beccati, e il protagonista, il capo, finirà in galera, e senza gambe. Ma ha in serbo una sorpresina…

L’idea non è certo particolarmente originale, ma l’atmosfera cyberpunk è ben resa, e il tutto è tenuto su di un tono, ancora, umoristico; lo stile non è che sia particolarmente significativo, a parte la parlata in romanesco resa, mi pare, abbastanza bene, e non vi si trovano particolari slanci poetici.


-"Quelli dell'impianto", di Luigi Rinaldi (precedentemente in "Aspettando Mondi incantati 2015", ed. RiLL, 2015, ebook; pagg. 32-44)-3° classificato, è un sf ecologico, nel quale si immagina che in un futuro, dai liquami umani, si sviluppino… delle forme di vita amorfe, ma aggressive.

Non vi si dice cosa abbia provocato ciò, solamente che è il mangiare carne, che lo determina.

Anche questo è tenuto su di un tono se non umoristico decisamente divertente, e divertito, senza che lo stile abbia particolari slanci; l’idea di un inquinamento alimentare che diventi un problema di sicurezza pubblica… è sicuramente originale.


-"Notte stellata", di Antonella Mecenero (precedentemente in "Aspettando Mondi incantati 2015", ed. RiLL, 2015, ebook; pagg. 45-54)-4° classificato, è una buona ghost story, molto delicata.

Il protagonista è il fantasma di un uomo politico che si è suicidato per non dover subire le conseguenze delle sue molte malefatte.

Che vede casa sua, dove è confinato, invasa da tre studentesse in subaffitto.

Una di queste sembra avvertire la sua presenza; sguardi nella sua direzione, ma, di più, frasi dette a nessuno, che però sembrerebbero essere rivolte proprio a lui.

L’ex moglie e l’ex amante vengono a setacciare la casa in cerca del tesoro ricavato dai quei suoi loschi traffici, ma non lo trovano. La studentessa si.

Ma, invece che rivenderli, quei diamanti… li incolla su un lavoretto artistico per la scuola di una bambina zingara che aiuta appunto per la scuola: "Sahar si gira verso di me, come per caso, e mi sorride. E anch’io, mio malgrado, le sorrido." (pag. 54).

Delicato, come ho detto, senza nessuno dei soliti effettacci del genere, è molto ben scritto, in uno stile semplice ma efficace.

L’idea non la si può certo dire originale, ma ha me è piaciuto più dei precedenti tre.


-"Draco dormiens", di Giorgia Cappelletti (precedentemente in "Aspettando Mondi incantati 2015", ed. RiLL, 2015, ebook; pagg. 55-65)-5° classificato, è un fantasy, ma molto particolare.

Parte da una situazione che pare assolutamente normale, un sito archeologico (l’autrice è, archeologa) nel quale un assistente supervisiona degli studenti, che scavano.

Non hanno ancora trovato nulla.

Ma poi trovano… le ossa di un drago.

E non si stupiscono per nulla.

L’assistente chiama altri archeologi, pensano all’articolo da pubblicare… Non era affatto normale, la situazione di partenza.

Si è in un qualche mondo nel quale la presenza di draghi, lo è.

Poi il racconto prende una piega completamente differente, con i protagonisti che hanno dei sogni, molti vividi, di draghi, appunto, fino a quello conclusivo, di quell’assistente, che sogna, molto vividamente, la morte di quel drago.

E allora decide che, dell’articolo su "Science", non gli importa; gli importa che quel drago torni a volare.

Disseppelliscono le ossa, lui lancia il Drakar ("Nell’Età del Bronzo e della Fiamma, veniva saldato al collo dei draghi per piegarli al volere del loro cavaliere" (pag. 58)), e quegli… se ne vola via.

Il buono, di questo bel racconto, è proprio questo far arrivare, il lettore, alla sospensione dell’incredulità per mezzo di ciò.

L’idea è, poi, decisamente originale, e lo stile nel quale è scritto ha, nella descrizione di quei sogni, alcuni apprezzabili momenti di poeticità.


RiLL world tour (pagg. 66-68)


-"Il negozio di bottiglie" (The Bottle Shop, 2015, trad. Emiliano Marchetti), di Nicholas Lim (pagg. 69-82)-2° all’VIII° Aeon Contest, premio irlandese indetto da "Albedo one" (il 1° classificato era troppo lungo per essere pubblicato qua), è un bel racconto sf d’atmosfera, nel quale si immagina che si scopra la maniera di strutturare e sequenziare gli odori per far rivivere delle esperienze.

La trama segue il protagonista, a cui manca una gamba di cui però avverte ancora il dolore, che si addentra in un quartiere oggi malfamato, ma che era stato il suo quando era ragazzino.

È in cerca di un negozio di bottiglie, che gli è stato detto essere ancora aperto.

Incontra dei ragazzini, che lo aggrediscono, ma riesce a cavarsela.

Quando arriva al negozio, il lettore pensa, ovviamente, che le bottiglie che vende siano di vino, o comunque di una qualche bibita, e invece…

Contengono questi odori strutturati e sequenziati, che si possono assaggiare come a provare un disco.

Ne compra tre, esce, ed è ancora aggredito da quei tre ragazzini; questa volta sembrerebbe stia per soccombere, ma riesce a salvarsi rompendo e facendoli cadere nel sogno da essere prodotto proprio quelle bottiglie.

Davvero molto buono, scritto in un’ottima prosa molto poetica, ha, come abbiamo visto, anche un’idea decisamente originale.


-"Midnight funk association" (Midnight Funk Association, 2015, trad. Emiliano Marchetti), di Mack Leonard (pagg. 83-99)-vincitore del XII° James White, britannico, è un racconto anche buono, di amicizia e musica, ma l’elemento fantastico è davvero scarso, se non assente.

Due uomini fanno della musica; e uno si accorge che, in tutta la musica composta negli ultimi tempi, c’è un suono di sottofondo, sempre uguale.

Scoprono che proviene da una fabbrica, glielo vanno a dire, e questo cessa.

Ma quello che l’aveva scoperto, e gliel’aveva detto, decide di andare a lavorare per quella ditta.

L’altro, senza tutta l’attrezzatura elettronica che quegli si era portato via, non riesce più a lavorare.

Decide allora di procurarsi una di quelle apparecchiature, e di andare a quella fabbrica…

Anche abbastanza confuso, nella trama (alla fine non è che si capisca bene che cosa accada), e questo "… suono della luce nera…" che infesta la musica è un elemento fantastico davvero dappoco, anche alla luce di avere una sua precisa spiegazione razionale.


-"Mendoza si aggiustò la frangetta" (Mendoza se atusó el flequillo, 2015, trad. Massimiliano Malerba), di Eduardo Delgado Zahino (pagg. 100-121)-vincitore del Visiones 2015, spagnolo, è un ottimo racconto di sf classica, con un mega computer che, tenuto prigioniero perché si era messo a pasticciare coi destini delle persone, escogita un piano diabolico per… evadere.

Tenta, e riesce, ad alterare la Linea Temporale, il Destino, nel quale il libero arbitrio è totalmente assente, come ha capito essere, facendo così collassare la Realtà; e, a quel punto, lui è il solo che possa rimettere le cose a posto. Se lo lasciano libero.

L’idea di un computer che arrivi a identificarsi con Dio stesso non è certo nuova, ma viene qui sviluppata in maniera decisamente originale.

Lo stile col quale è scritto non è male, vi si crea una buona attenzione, da parte del lettore, anche non vi sono spunti di particolare poeticità.


-"Il corso di scrittura è annullato" (Writing Class is Cancelled, 2015, trad. Daniele Pagliuca e Alberto Panicucci), di Zoe Downing (pagg. 122-125)-vincitore del AHWA Flash Fiction 2015, australiano, è un bel racconto horror flash, appunto, d’atmosfera, con finale a sorpresa.

C’è da dire che, se non si sapesse che è un racconto horror, il finale potrebbe essere interpretato semplicemente come la conclusione di una, per quanto complicata, manovra di abbordaggio.


-"Tuo padre era una volpe" (Foxfather, 2014, trad. Francesca Garello e Alberto Panicucci), di Maya Pillay (pagg. 126-141)-vincitore del Nova Short-Story 2014, sudafricano, è un ottimo fantasy scritto molto bene, in un’ottima prosa poetica.

In un Mondo dalle due lune, dove tutto ha colori molto intensi, e c’è una vecchia casa padronale "… che è come un tozzo gioiello giù nella vallata…" (pag. 128), appena fuori dal paese c’è una casa nella quale vive la protagonista, una ragazza-bestia.

La zia, con la quale vive, e poi altre, del paese, le raccontano di come suo padre fosse stato una volpe, un uccello, un pesce.

E, nel paese, si sta per celebrare il giorno della Protezione.

Sarà quel padre che verrà per sua figlia, tenuto fuori dal sale sulla soglia, e dal coltello luccicante nelle mani della zia.

Davvero notevolissimo.


Sfida-il concorso parallelo al trofeo RiLL (pag. 142)-al solito, i racconti di questa sezione dovevano rispettare un (quest’anno) vincolo, che era: "… contenere/elaborare lo stesso "evento-chiave": "una perfetta esecuzione"


-"Cesare deve morire", di Massimiliano Malerba (pagg. 143-154)-sf classica sui viaggi nel tempo, in cui questo è diventato una meta di turismo per chiunque, a prezzi modici.

Il protagonista va, per festeggiare l’anniversario di matrimonio, ma senza la moglie, che ha voluto andare da un altro… tempo, all’assassinio di Cesare.

Ma combinerà un guaio, salvandolo dalla morte che gli era destinata. E sarà salvato dalla moglie, in un viaggio molto successivo, quando lei avrà 68 anni.

La scontatezza di questi racconti sui viaggi nel tempo è ormai troppa; quando si è capita l’ambientazione se ne sa già tutto.

E, per di più, è scritto in uno stile davvero troppo piatto.


-"Karma", di Andrea Viscusi (precedentemente in "Vaults 2008", ed. Area 31 Press, 2009; pagg. 155-160)-bell’horror d’atmosfera, in cui, come si capisce solamente verso la fine, un uomo, a cui è morta la donna che amava in un incidente d’auto nel quale era lui a guidare, si sente talmente in colpa, per ciò, da aver sviluppato un modo decisamente psicotico per riuscire a sopportarla.

È arrivato a dirsi che la di lei anima, che ha abbandonato quello che era stato il suo corpo, è trasmigrata, o comunque in una qualche maniera è andata in un altro essere; che avrà, sicuramente, il suo odore.

E allora, seguendo quell’odore, ha ucciso molti animali, nei quali l’aveva sentito, o gli era sembrato, di sentirlo. Pensando che, così, prima o poi, si sarebbe reincarnata in un’altra persona.

Con la quale avrebbe potuto stare nuovamente insieme.

Ovviamente, quando finalmente trova un’altra donna con quell’odore, e la avvicina… lei non è molto d’accordo, sul fatto di essere la reincarnazione di quella.

Molto ben condotto, crea una buona attenzione, e, appunto, arriva a rivelare ciò di cui si sta dicendo per gradi, fino al finale rivelatore.

Anche lo stile è buono, piuttosto poetico.


-"Caccia all'orso", di Antonella Mecenero (pagg. 161-169)-buon racconto dall’ambientazione fantasy, nel quale dei ragazzini si vendicano di torti subito sul podestà della loro cittadina.

È ben scritto, in una prosa di buona poeticità, ma gli elementi prettamente fantastici sono decisamente troppo scarsi; vi si accenna, nel finale, agli unicorni, e potrebbe essere semplicemente una battuta dei ragazzini, e una di questi è la figlia di una strega, e il suo corvo, alla fine, riprende a parlare.

Un po’ troppo poco.


-"Il mare ciaccato", di Roberto Fogliardi (pagg. 169-177)-bell’horror d’ambientazione marinara, con un pescatore che, tentando di pescare un pesce per una serata galante, trova un anello sul quale c’è il nome di una rinomata pescivendola.

Decide quindi di andare da lei, per ridarle l’anello, e comprare il buon pesce che non era riuscito a pescare.

Il pesce lo compra, ma l’anello quella gli dice che non è suo, ma di sua nipote.

Dopo che la cena galante si è rivelata un fallimento, il pescatore decide che tutta quella sfortuna è dovuta a quell’anello, e va a riportarlo a quella nipote.

Che lo accoglierà molto calorosamente, ma, dopo…

Horror lovecraftiano dall’idea non certo originalissima ma ben sviluppata, è scritto in un buon stile che però non ha grandi slanci poetici.

Meritorio il fatto che contenga anche del sesso, cosa che, come abbiamo visto, capita raramente.


-"Il cuore della torre", di Luca Simioni (pagg. 178-186)-enigmatico, racconta della costruzione di una torre, di come questa sembri molto indietro a pochi giorni dalla data di scadenza per essere pronta, e di come, poi, invece, lo sia, pronta.

L’ammiraglio che l’aveva ordinata non riesce a capacitarsi di come ciò sia stato possibile, e l’ingegnere che l’ha costruita gli mostra un enorme macchinario che si cela al suo interno, che ha consentito la sua costruzione in tempi così rapidi.

Ma, poi, quando l’ammiraglio vorrebbe scendere fra coloro che stanno ammirandola, per riceverne i complimenti… rimane come bloccato, vede quegli immobili come in una fotografia, e l’ingegnare se ne andrà su una carrozza (??), mentre : "Una madre rimaneva ferma in mezzo alla strada, tenendo suo figlio per mano." (pag. 186).

Sinceramente non sono riuscito a capire che cosa voglia dire, comunque è abbastanza intrigante, e scritto in una buona prosa.


Abbiamo dunque visto che, come avevo premesso, la qualità è alquanto discontinua, e il meglio lo si trova nei racconti stranieri.

Su tutti, a una notevole distanza, "Tuo padre era una volpe", che, a mio parere, è un vero e proprio capolavoro; prosa poetica che racconta una storia molto ben orchestrata, molto intensa, che dice molte cose importanti.

Poi, "Il negozio di bottiglie", anch’esso decisamente molto buono, dall’andamento lento che riesce a portare il lettore in un ottimo stato di coscienza.

Fra quelli del premio vero e proprio, decisamente, a mio pare, i migliori sono "Notte stellata" e "Draco dormiens", non saprei bene in quale ordine, ma forse il secondo…

Poi, purtroppo, come ho detto, ci sono dei racconti che sfigurano un po’.

"Midnight funk association" è troppo poco fantastico, anche se, cosa che non ho detto nel commentarlo, alla fin fine si regge tutto sul contrasto fra l’amico bianco, ricco, e l’altro, negro, povero, e dice di ciò; ma, qui, dovrebbero esserci dei racconti fantastici!

"Cesare deve morire", poi, è davvero pessimo; sembra la commedina del marito con la moglie burbera, scontato, scritto male…

E poi, ovviamente, ci sono quelli che, senza essere dei capolavori, sono però dei buoni racconti; il vincitore, "Non di solo pane", "Mendoza si aggiustò la frangetta", "Karma" e "Il mare ciaccato".

In fin dei conti, mi rendo conto, sono decisamente più i pregi, di quest’antologia, che i difetti.

Al solito, i migliori auguri a questo premio, una bella realtà ormai consolidata nel panorama editoriale del fantastico del nostro paese.


Il volume è completato da "Non andate troppo avanti nel tempo", premessa del Comitato promotore del Trofeo Rill (pagg. 7-8), "Premesse & promesse", di Renato Genovese (pagg. 9-10), "XXI Trofeo RiLL. Comitato di lettura e giuria nazionale" (pagg. 187-194) e "XXII trofeo RiLL. Il miglior racconto fantastico" (pagg. 195-196).






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