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Quattro mini racconti di Zelazny


di Marcello Bonati


Questa volta mi occuperò di S.f. che si può salvare, in mezzo alle montagne di immondizie di cui siamo "sommersi", come ben dice Battiato a riguardo della musica.

Quattro mini racconti di Zelazy: "L'estrazione" (The Draving, 1963) (1); "Il gioco di sangue e polvere" (The Game of Blood and Dust, 1975); "Vampirobot" (The Stainless Steel Leech, 1963) (3); "I babbuini blu" (Song of the Blue Baboon, 1968) (4).

Come vedete non sono in ordine cronologico, ma bensì nell'ordine in cui li ho letti, uno di seguito all'altro. Il lavoro che mi propongo di fare è, praticamente, una microanalisi di ciò che è avvenuto, a livello di apprendimento, mentre leggevo questi testi.

All'inizio de "L'estrazione", quando "brancolavo nel buio" ecco che si inserisce una frase dirompente, ovvero senza un minimo senso interno: "La mia ora era giunta, come per le grandi locomotive", che poi si rivelerà, però, il nucleo concettuale dell'opera che, in sintesi, tratta in modo "mitologico" della fine dell'era dei treni: "Ora il cavallo d'acciaio tuonava lungo gli storici binari..."; "...improvvisamente compresi di aver amato quei brutti mostri fumosi e i loro fischi rauchi e le loro tradizioni."

Poi, nelle prime due righe de "Il gioco di sangue e polvere", leggo: "...toccando le stazioni ai loro punti troiani", e subito "stazioni" e "troiani" si associano, in un certo modo, a "treni" e "cavalli", formando un tenue punto di collegamento apprenditivo.

In seguito trovo: "Si staccarono dalla sequenza temporale e osservarono la storia del mondo", che è poi il fulcro della questione: si tratta, infatti, di un racconto che narra di due entità atemporali che "giocano" con la storia, avendo la "facoltà" di intervenire attivamente nelle sequenze temporali modificando i fatti storici.

In "Vampirobot" leggo: "gioco", "leggenda" e "...e la loro paura fu grande", ovvero tutte e tre le parole del titolo del secondo racconto, il nucleo concettuale di tutti e quattro, la leggendarietà, o meglio, il crearsi di nuovi miti nel mondo delle tecnologie; il racconto è ambientato fra robot e rottami metallici, tranne la comparsa, improvvisa ed essenziale, di rose in mezzo alla plastica.

All'inizio di "Babbuini blu", il più bel racconto dei quattro, leggo: "Ora c'erano solo tre cose che poteva desiderare molto: forse quattro. Ma non sarebbe stato certo della quarta fino a che..." non l'avessi mai letta, o letto... il racconto.

Il collegamento.

"Il fischio di un treno carico che passava in distanza."

Il racconto, in specifico, narra di un'invasione spaziale:" I babbuini blu... hanno reso schiava tutta la razza umana", ma sempre in modo mitico; c'è un traditore, il protagonista, che avrebbe potuto evitare l'invasione. Poi si legge: "droga" e "io sono morto"; "in questo istante loro stanno battendo a macchina il tuo certificato di morte", che mi riportano alle atmosfere delle opere di Dick, il mio autore preferito.

"Trovare delle scappatoie logiche e celare il tutto con le illusioni".

Ciò che ho fatto, ciò che facciamo un pò tutti.

"...sembravano stanchi e sporchi, ma si tenevano stretti e marciavano al passo, pronti ad essere coperti di fiori e pezzi di carta colorati."; l'inutile e assurdo della vita, e l'eroismo convulso del tirare avanti.

"Qualcosa di bianco svolazzava ai suoi piedi, e lui si piegò in avanti per raccoglierlo.

Vide che era la camelia che aveva infilato nei capelli della ragazza e non appena ebbe sollevato il fiore, il centro di questo assunse un colore scuro, che se dilatò in un'unica macchia, fino a coprire il resto"; la bellezza.



CENNI BIBLIOGRAFICI

1) "Il bollettino dello science fiction book club" anno V n. 21 pag. 7 ed. La tribuna, 1978, e "Sevagram" n. 1

2) "Il meglio di Galaxy" n. 4, ed. Mursia 1980, pag. 5

3) "Sf...ere" n. 11 anno 3 pag. 19

4) "Sf...ere" n. 15 anno 4 pag. 28


PRINCIPALI FONTI SAGGISTICHE

-"Ritratto d'autore: Roger Zelazny" G. Lippi e G. Caimmi, Robot 10

-"Profilo di Roger Zelazny" di Sandro Pergameno, Guida alla fantascienza n. 25 ed. Libra, 1977

-"Intervista con Roger Zelazy" di Vittorio Curtoni, Robot n. 12

-"Roger Zelazny: la fantascienza americana all'inizio degli anni '60: rinnovarsi o morire" di Carlo Pagetti, Cosmo informatore n. 2 '81

-"Roger Zelazny, esperto in gente" di T. Sturgeon, Futuro n. 48 '79






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