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Ora sono i supercriminali a garantire la sicurezza


di Giovanna Grassi


Dopo la folla dei supereroi, dopo le donne a caccia di fantasmi, sullo schermo è arrivato il momento dei supercattivi. Sono i criminali capaci di ogni nefandezza di Suicide Squad, il film diretto da David Ayer, tratto dai fumetti della DC Comics (le iniziali derivano dalla popolare serie Detective Comics, competitiva rivale targata Warner Bros della Marvel).

I poster dei peggiori ceffi tappezzano le città americane e dettano mode e modi, tatuaggi e piercing ai ragazzi.

Per gli incontri con i protagonisti a New York e per l'anteprima, dopo il panel preso d'assalto al Cinema Con di San Diego e che su YouTube è il più cliccato video da una settimana, la Warner ha ricostruito un ambiente che riproduce la prigione di massima sicurezza che si affaccia in molte sequenze del film. La si vedrà in tutte le interviste dei protagonisti nei maggiori tv show e programmi che avranno le star ospiti.

Viola Davis interpreta l'agente governativo Amanda Waller che ha creato e dirige la Suicide Squad: «Recluto supercriminali in prigione con il compito di eliminare i nemici, i terroristi, tutti coloro che assediano la sicurezza del nostro Paese. Lo scopo è anche quello di dare ai prescelti un senso di forza e patriottismo. Mi aspetto reazioni per la scelta di creare la Suicide Squad, ma resto convinta che il team di rappresentanti dei peggiori aspetti della criminalità possa essere coraggioso. Una risposta estrema al terrorismo che sta devastando il mondo con gesti e identità che non appartengono al genere Umano».

Una delle sorprese della pellicola è l'apparizione, prima come Batman nascosto dalla maschera, poi con le sue autentiche sembianze da Bruce Wayne, di Ben Affleck in un complesso dialogo che affronta temi sociali e politici. Il cast è ricchissimo e comprende Will Smith, il rapper Common, Scott Eastwood, Cara Delevingne nel doppio ruolo di una strega/maga e di donna che vive la sua doppia identità con angoscia e piglio da leonessa indemoniata.

Atteso da mesi, il film è diventato un caso, discusso anche per il visto censorio PG-13, prima ancora della sua uscita fissata a giorni in Usa e il 13 agosto in Italia. La figura del Joker/Jared Leto è dovunque, come quella della donna in galera e di lui innamoratissima.

È Margot Robbie (la Jane di Tarzan), psicologa, contorsionista atletica e che dietro le sbarre truccata da punk e con il corpo fasciato in maniera sexy da bende che poco nascondono compie mille prodezze. Dice l'attrice: «Non mi era mai capitato un ruolo simile, un ruolo che fa discutere perché la mia sudditanza a un individuo negativo e distruttivo come il Joker dimostra la malsana, eppure molto diffusa, co-dipendenza tra vittima e carnefice».

Rolling Stone ha dedicato al musicista rock e attore Jared Leto la copertina e venti pagine spiegando ogni retroscena e oscura morale del film. Racconta: «Ho vissuto mesi e mesi in simbiosi assoluta con il mio Joker, con i suoi tatuaggi, i capelli ora ossigenati, ora più scuri, i denti d'oro e la sua perfida ambivalenza degna di un ruolo shakespeariano».

«I membri del team sono la feccia del mondo - afferma con sarcasmo Will Smith - e il mio cecchino imbattibile con la mira da assassino perfetto è però anche un buon padre. Chiede all'agente Waller di avere come contropartita un buon college per la figlia, denaro per poter agire da padre generoso. Nel film non ci sono buoni o cattivi, c'è la presenza del diavolo in ogni carattere. El Diablo genera e controlla il fuoco incenerendo chi gli dà fastidio; Killer Croc ha la pelle di un rettile e tendenze da cannibale, ma bisogna guardare oltre, cercare le azioni salvifiche della banda».

Ribadisce Viola: Davis: «Confermo: ho letto Confessioni di una sociopatica di M. E. Thomas durante la lavorazione, a me stessa e a tutti ho richiesto allenamenti del corpo, ma anche della mente.

Avevo palpitazioni perché per raggiungere il mio obiettivo tessevo alleanze con assassini e lestofanti. Chiedevo redenzione, comunque. Chi criticherà il film deve ricordarselo».

Conclude il regista David Ayer: «A South Central Los Angeles ci sono bande che sparano su ignari e ragazzini. Nel film ci sono alieni di ogni sorta con microchip nel corpo che possono esplodere uccidendoli e uccidendo. Non sono forse cronache del nostro tempo?».






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