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Calzolaio, fammi una magia


di Emiliano Morreale


Un anno prima di "Il caso Spotlight", il regista Thomas McCarthy aveva girato questo "The Cobbler", fiaba contemporanea rivolta più agli adulti che ai ragazzi, e alla fine piuttosto inclassificabile (e infatti andata male al botteghino). Il prologo, ambientato nel 1902 a Berlino, rivela chiaramente una struttura da apologo yiddish, e per tutto il film questa discendenza viene rivendicata, a cominciare dall'ambientazione e dalle musiche. Max Simkin (Adam Sandler, in un'interpretazione che ricorda un po’ quella di "Ubriaco d'amore" di Paul Thomas Anderson) fa il calzolaio. Mestiere antico, obsoleto, e tanto più in un quartiere minacciato dagli speculatori, come il Lower East Side di Manhattan. Un giorno, Max trova nel retrobottega una vecchia macchina per risuolare e scopre che è dotata di un magico potere: le scarpe aggiustate, una volta indossate, fanno assumere l'aspetto fisico del proprietario precedente.

Si tratta, se vogliamo, di una metafora presa alla lettera, perché in inglese mettersi «in someone's shoes» equivale al nostro «mettersi nei panni di qualcuno», Comunque la trovata iniziale è abbastanza promettente, e la scena più bella è quella che sembra anche contenere la morale del film: guardandosi allo specchio a ogni cambio di scarpe, il protagonista si trasforma ogni volta e vede dunque apparire tanti volti, che sono le mille facce (multietniche) del quartiere: neri, ispanici, italiani, asiatici. Poi però il copione, scritto da McCartlty con Paul Sado, prevedibilmente si incanala sui problemi con un malvivente di quartiere (il rapper Method Man), e sul tentativo di conquistare una bellissima ragazza (Melonie Diaz), e l'originalità si perde.

Rimane così un tentativo a metà strada, che non si capisce bene a che pubblico si rivolga, e che non trova davvero un senso.

Rimane il piacere secondario di dare un'occhiata ai luoghi e ai caratteristi.

Molto newyorchese, il film si sposta anche dal Lower East Side al luogo in cui Max vive con la vecchia madre, Sheepshead Bay, costa poco frequentata dal cinema. E offre comprimari di altissimo livello: Steve Buscemi è il barbiere, Ellen Barkin la perfida speculatrice, Dustin Hoffman il padre di Max. Strampalato il titolo italiano, che trasforma la professione del protagonista nel suo nome proprio.






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