La strega di Morbul
di Dario Vannuccini, "Collezione fantasy" n. 1, ed. Tabula fati, 2011, 11,00 €, 144 pagg.
Primo romanzo di una trilogia, "Il ciclo della suprema pietra di Asnark", è, più che un fantasy, una fiaba vera e propria; c’è una strega che diventa tale per essersi vista rifiutare l’amore, una principessa che vive praticamente reclusa nel suo castello dal padre, e una fata che fa visita al figlio umano di genitori gnomi.
E, più di tutto, è il tono del racconto, che è proprio quello della fiaba.
La trama è qui spezzata nettamente, ed è quindi non assolutamente a se stante, ma solamente una prima parte di quello che sarà un romanzo unico.
Di interessante vi ho trovato un dire del fatto che l’Uomo, col crescere, perde la propria capacità di vedere il magico del mondo: "… gli uomini… avevano perso la capacità di vedere le Altre Creature. Non sentivano più il bisbiglio delle foglie, né i sussurri degli animali. Erano diventati ciechi e sordi, gli uomini, e solo i loro bambini potevano ancora cogliere l’unità fra i Mondi." (pag. 25).
Che fa il paio con "La maggior parte degli uomini cammina addormentata sulle strade della Terra, vedendo solamente ciò che ha deciso di vedere." (pag. 66).
La prosa con la quale è scritto è abbastanza buona, abbastanza poetica, anche senza grandi slanci veramente alti.
Aspettiamo quindi i seguiti; la trama è piuttosto avvincente, e si lascia seguire molto facilmente, proprio, ancora, come nelle fiabe.
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