Pulphagus®. Fango dei cieli
di Gianluca Cremoni, "Urania" n. 1636, ed. Mondadori, 2016, 6,50 €, 224 pagg.
Vincitore del premio Urania 2015, è un ottimo romanzo di sf.
In un futuro non troppo lontano, la Terra ha creato un planetoide artificiale per smaltire i propri rifiuti.
Ed è proprio su di esso che il romanzo è ambientato; in un ambiente ai limiti della possibilità di sopravvivenza umana, dove liquami altamente tossici sono praticamente ovunque, ecco che il figlio di un lavorante, senza alcuna prospettiva, prima si fa membro di una banda, e si innamora di una ragazzina, poi viene scelto da un potente per essere il suo uomo che conosce il linguaggio e le usanze, di quel posto, e lo porta con se sulla Terra.
Ma dovendo lasciare quella ragazzina.
Proprio per un inganno di quell’uomo.
Sarà poi il suo tornare là, da ricco e potente egli stesso, per ritrovarla, ad essere raccontato in parallelo con quella sua vecchia vita.
Ma è la poesia che il Cremoni riesce a trarre, da quelle vite costantemente a rischio ad essere ciò che ne fa davvero un’ottima opera.
Oltre al fatto che, in quel mondo, ormai anche le parole che si dicono hanno un prezzo, più alto più sono importanti; l'estremizzazione ultima, direi, del capitalismo.
E il contrasto col potere che non ha scrupolo alcuno dinnanzi a nulla.
Il volume è poi completato da due racconti, "Lo sguardo di Pulphagus®", dalla stessa, evidentemente, ambientazione, e "Piano divino", che invece non ha nulla a che vedervi, e da "Kremo nella terra di fuochi", di Giuseppe Lippi.
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