La maledizione del quadro e altri racconti fantastici
di Roberto Chirico, "Le ali della fantasia" n. 5, ed. Tabula fati, 2017, 13,00 €, 168 pagg.
Questa antologia contiene racconti fantastici, con quale lieve deviazione verso l’horror.
"Le storie si sviluppano nella normale routine quotidiana finchè, ad un certo punto, irrompe l’elemento immaginario." ("Nota dell’autore", pagg. 5-6; 5); che è, penso, il modo migliore per narrare, il fantastico.
Ma, qui, purtroppo, questi elementi fantastici hanno, come dice l’autore stesso, "… uno stretto legame con i sentimenti e gli stati d’animo dei protagonisti, e, soprattutto, rappresenta(no) la realizzazione dei loro desideri, dei loro incubi, delle loro aspirazioni, ma anche delle loro paure. Dei loro sensi di colpa che si materializzano come fossero cose vive e concrete, in grado di agire nella realtà come le persone" (idem).
Insomma, non sono dei veri e propri elementi esterni, che vanno a determinare l’alterità, ma, quasi, delle proiezioni.
Ma andiamo a vedere i racconti.
-"La maledizione del quadro" (pagg. 9-15)-un uomo decide di voler guardare più attentamente un quadro che ritrae suo nonno, e, osservandolo più da vicino, lo trova molto più inquietante.
E decide, anche, di andare a chiederne ad un vecchio lavorante, per la sua famiglia; questi gli svelerà un orribile segreto, che ucciderà sia lui che quegli, facendoli sparire in un altro, quadro.
-"Adultero" (pagg. 17-25)-un uomo litiga con la moglie che lo accusa di tradirla; per allontanarsi da ciò, consapevole che l’accusa che gli rivolge è reale, decide di prendere il loro cane e di andare a fare una passeggiata.
Là, però, avrà una visione sovrannaturale; la moglie, o un qualche suo spettro, avvolta nel dolore, uno squarcio che le dilania il petto.
Tornato in gran fretta a casa troverà ciò che ci si aspetta, il corpo della moglie morta di crepacuore.
-"Il finale della storia" (pagg. 27-32)-uno scrittore crea un personaggio talmente vivido che questi… esce dalle pagine, per intimargli di scrivere un finale diverso da quello che aveva pensato, che prevedeva la sua morte.
Finirà per uccidere sua moglie, e ferire gravemente lui stesso, che riuscirà, però, ad ultimare il suo romanzo nella maniera che aveva pensato, distruggendo quell’essere.
-"Nero" (pagg. 33-40)-un uomo accompagna il figlio a catechismo, poi si avvia, contentissimo, al suo appuntamento con l’amante.
Solamente che non ci arriverà mai; prima vari incidenti gli impediscono di muoversi, poi… un nero totale cala sulle coscienze dell’intera umanità.
La paura farà fare, alle persone, azioni delle più disparate, dal pregare nel pianto ad assalire senza motivo chi li sfiorerà, ma, al protagonista, farà rinascere una coscienza morale, fino a portarlo ad uno stato di consapevolezza che lui stesso definisce "paradiso".
Quando, improvvisamente, la luce tornerà, e lui riabbraccerà quel figlio verso il quale si era diretto, capirà che, per quanto quel fenomeno resterà inspiegabile, a lui aveva fatto "… raggiun(gere) il traguardo del (suo) tortuoso percorso di cambiamento." (pag. 40).
-"Desideri inconfessabili" (pagg. 41-51)-un uomo, un buon borghese dalla vita tranquilla, sposato con figli, ha una forte attrazione per una collega.
Solamente che, poi, questa si trasforma in una serie di incontri onirici quotidiani, nei quali riesce a sfogare tutta la sua libido repressa.
Quando, però, vede come riflessi, nel comportamento di quella, quei sogni, gli sorge un sospetto, per quanto assurdo; che anche lei, in una qualche maniera, viva quei sogni con lui.
E ne avrà la riprova.
Quando, per la prima volta, lei lo respingerà, in quei sogni, lui la violenterà, e le conseguenze si riverbereranno, cospicue, nel mondo della veglia.
"… tra immaginazione e mondo reale era successo un cortocircuito." (pag. 50); e si suiciderà.
-"Il mostro senza testa" (pagg. 53-62)-un insegnante ha una sorta di incubo ad occhi aperti; vede un’assemblea, nella sua scuola, nella quale si aggira un drago senza testa, e le persone che diventano oche acquiescenti, pecore belanti o serpenti velenosi.
È "La folla è un mostro senza testa", frase di Charlie Chaplin, a dare il là a questo racconto con molta poca azione, e molta ideologia.
Che dice, insomma, della facilità con la quale le persone si fanno abbindolare da chi ha un qualche fine da raggiungere, più o meno morale che sia.
-"Roma caput mundi" (pagg. 63-66)-un uomo che stà per presiedere una conferenza di un’organizzazione da lui stesso ideata, mirante alla comunicazione interculturale, decide di andare a fare un giro per quella Roma dalla quale mancava da tanto, e… la statua di Marco Aurelio alla quale giunge quasi ne fosse predestinato, si anima, e gli parla, dicendogli parole di grande conforto per quella sua impresa.
-"Il palazzo di Nerone" (pagg. 67-76)-tipica ghost story nella quale il narratore/protagonista, che abita di fronte al palazzo del titolo (e Nerone non ha nulla a che fare col personaggio storico), vede, dalle sue finestre, una fiamma con all’interno una persona.
Avendo sentito della leggenda che racconta di come, in quella casa, fosse morta la giovane figlia, uccisa proprio dal fuoco, comincia a chiedere a delle persone che pensa possano aiutarlo, ma poi, capito che dovrà fare da solo, andrà la, e vi troverà, ovviamente, quel fantasma fiammeggiante, che gli dirà la propria terribile storia, di come sia morta per mano del padre stupratore.
Cercherà, poi, conferme di ciò che possano provarlo, ma dovrà arrendersi.
-"La casa vivente" (pagg. 77-84)-la figlia di una donna appena morta che si occupava di magia riceve la chiave di un baule; vi troverà un’audiocassetta, nella quale quella le darà delle istruzioni.
Ovviamente, la faranno tornare in vita, anche se solamente come immagine in uno specchio.
Ma quando poi le due cercheranno di far accettare ciò anche al padre/vedovo, lui, razionalista, non riuscirà a farlo, e allora quella sorta di fantasma si rivelerà per ciò che in realtà era, un demone, che tenterà di bloccare la loro fuga con i tipici effetti poltergeist, ma non riuscendoci, perché il marito (??) l’annienterà, assieme alla casa, facendola esplodere.
-"Il peso della verità" (pagg. 85-94)-una vecchia madre alla quale è stato ucciso il figlio decide di guardare la cassetta del suo compleanno di pochi giorni prima che morisse.
E, fermata l’immagine su un suo primo piano, baciando quella cara immagine, quasi prega di poter sapere il perché, che non si era mai saputo, di quella morte.
E, dallo schermo, ecco che quell’immagine esce, e diventa una figura umana reale accanto a lei; ma, dopo la commozione iniziale non, maternamente, inquinata da dubbi razionali, ciò che quel figlio le racconterà le farà forse ancor più male della sua scomparsa.
Egli infatti le racconterà di come avesse voluto violentare quella che era stata accusata e condannata per il suo omicidio, assieme al suo ragazzo.
Riuscirà, poi, a far scomparire quella presenza aberrante ed inquietante semplicemente spegnendo la cassetta, ed accoglierà come una figlia quella donna, uscita dopo trent’anni dal carcere.
-"Silenzio" (pagg. 95-100)-altra ghost story dai toni, però, molto più pacati.
Una donna conduce la figlia affetta da una rara forma di leucemia che la porterà via presto ad un cimitero militare della seconda guerra mondiale.
La madre le aveva detta di essere stata concepita da un rapporto con un soldato canadese poi morto pochi giorni dopo; e, là, vedrà l’immagine di quegli materializzarsi, sorriderle, farle l’occhiolino, e tentare di accarezzare, anche se impossibilitata a farlo, quella testolina dal destino così segnato.
Neanche una parola, ma lei ricambia il suo sorriso, e comprende.
Poi, quella bambina sarà completamente guarita.
-"La presenza del diavolo" (pagg. 101-114)-giallo horrorifico, col tipico commissario razionalista che indaga su una serie di efferati omicidi.
Alla fine si scoprirà, ovviamente, che era stato il diavolo, incarnatosi nel corpo di un ragazzo affetto da autismo usato per invocarlo, e che ucciderà anche il commissario stesso.
-"Acqua viola" (pagg. 115-121)-un uomo che ha la moglie malata di cancro, va una mezz’oretta in riva al mare, al tramonto, per staccare un attimo la spina.
E riceve una sorta di dono, da quell’acqua viola per il riflettervisi del sole; riuscirà a guarire la moglie, a riprendersi il posto di lavoro, a fare scommesse sempre vincenti, risollevandosi quindi dallo stato d’animo nel quale era caduto.
Ma poi, tutto quello, cesserà; l’acqua viola non ci sarà più, e lui ripiomberà nello sconforto, la moglie riammalatasi e morta.
Verrà rinchiuso in manicomio, e vedrà un altro uomo assaporare del dono forse divino.
-"Rinascita" (pagg. 123-134)-una famiglia di colore lavora per dei mafiosi, ed il figlio è amico di quello del padrone.
Un giorno, giocando, trovano un uomo torturato e morente, evidentemente da quei mafiosi.
Il padre, informato dal figlio, lo farà scappare.
Ma la vendetta dei mafiosi sarà terribile, e il piccolo morirà.
Ma tornerò, per vendicarsi a sua vota.
Si reincarnerà in un altro figlio della madre, avuto senza un possibile aiuto del padre, e convincerà quel suo amico di giochi a rivelare tutto alla polizia.
-"The sound of the sea" (pagg. 135-144)-un ragazzino è molto affezionato al nonno, che vive da solo in una casa sul mare.
Quando questi muore, buttandosi dal tratto di scogliera dove era precipitato il pulmino del gruppo punk-rock che, solamente, ascoltava, un grande vuoto gli rimane nell’animo.
Cresciuto, diventato provetto scalatore, va là, e scende quella scogliera; vi troverà niente di meno che l’anima di quel suo nonno, e quella musica.
-"Destino" (pagg. 145-155)-un uomo è arrivato ad un momento della propria vita nel quale gli sembra di non aver più alcuna possibilità di realizzare i proprio sogni; una moglie allettata permanentemente da una malattia, due figli, uno gravemente handicappato e l’altro tossicomane.
La rabbia, per tutto ciò, prende però consistenza fisica; il corpo gli si illumina, per poi… dissolversi.
Si ritroverà in una forma invisibile nel passato, a parlare col suo se stesso più giovane; lo persuaderà a non sposarsi, cosa che stava per fare, pensando così di liberarsi da tutte quelle disgrazie che lo assillavano.
Ma, tornato al presente, si ritroverà rinchiuso in un manicomio, impazzito per aver rovinato la propria vita forse solamente per una visione.
-"Nuvole" (pagg. 157-164)-un uomo sposato da appena un paio d’anni capisce che, però, il rapporto con sua moglie è già belle che rovinato.
Ipotizza che ciò possa essere perché lei lo tradisca, ed infatti ne trova le prove.
Andato in un parco pubblico per sbollire la rabbia, vedrà riverberarsi in maniera inquietante i propri sentimenti nel cielo, nelle nuvole.
Si era deciso alla vendetta, una vendetta tremenda, fatta di stupro e tortura, ed il cielo era diventato di uno scuro terrificante, e da esso era piovuto un fulmine tremendo.
Ricordandosi come, da bambino, soleva, in quella sua fantasia che nel cielo si consumasse una guerra fra Bene e Male fra le nuvole bianche e nere, parteggiare per quelle bianche, il suo animo ha un moto di perdono, e si decide, invece, a parlarne, con la moglie, per chiarire e capire come poter fare.
Ed il cielo, ovviamente, si schiarirà.
A lettura ultimata, possiamo dire che, come abbiamo detto, il fantastico di questi racconti è quasi un fantastico dell’inner space, un materializzarsi di qualcosa dei protagonisti stessi nel reale, e non, come classicamente in questo tipo di racconti, un elemento palesemente esterno, e per ciò stesso inquietante.
Queste realtà, infatti, vengono si sconvolte, da queste intrusioni, ma sono, appunto, intrusioni che arrivano dall’interno, e che, quindi, possono, e, spesso, trovano un loro modo di ricomporsi, di riassestarsi, con il riassestarsi dell’animo stesso.
Fanno eccezione, ovviamente, il racconto "La presenza del diavolo", decisamente più classico, e quello che da il titolo all’intera antologia, nel quale l’elemento inquietante viene decisamente dall’esterno.
In "Nero", poi, direi che ci sia un po’ della tipica sospensione dell’incredulità fra spiegazione razionale ed irrazionale; quell’oscuramento che colpisce il mondo intero potrà essere venuto solamente dall’animo malvagio del protagonista? O avrà una qualche altra spiegazione esterna?
"Il palazzo di Nerone" è una semplice, e ben strutturata, ghost story, senza che nulla dell’animo del protagonista vada ad intersecarsi con la realtà.
"La casa vivente" è una tipica storia di magia, anche se, poi, le reazioni del marito razionalista sono estremamente interessanti, nella sua incapacità di adottare una qualche altra modalità di difesa, che non sia la razionalizzazione.
"Rinascita" ha solamente elementi sovrannaturali, addirittura la nascita in un certo senso immacolata, ma, ancora, nessuna proiezione dell’interno nel reale, se non la voglia di vendetta del rinato.
"Il mostro senza testa" è, per quanto decisamente racconti di proiezioni dell’interno sulla Realtà, troppo ideologizzato, e lascia troppo poco al fantastico vero.
E, poi, "Silenzio", decisamente il migliore, quello che lascia più traccia di se, per la tenerezza di cui tratta.
Per concludere, c’è anche la nota dolente del linguaggio, che è decisamente troppo standardizzato, un continuo dire in forme che quasi sembra si sia cercato appositamente di rendere il più standardizzate possibile.
E la prevedibilità di molte delle situazioni che vengono narrate, delle quali spesso è davvero molto facile prevedere, appunto, come andranno a finire.
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