Risorgono gli zombies: delitti e molto orrore
di Giovanna Grassi
Regista eclettico, già sceneggiatore e documentarista, passato attraverso 25 anni di professionismo dai film comici ai western e agli avventurosi di tipo familiare, Lucio Fulci sembra essere stato irretito ultimamente da qualche maligno morto vivente. Infatti, dopo Zombi 2, egli ritorna con questo suo nuovo film sull'argomento "negromanzia" e sulle credenze animiste vudu, che vogliono i cadaveri dotati di vita apparente, utilizzati da uno stregone per i suoi scopi malefici.
Lo stregone è un sacerdote impiccatosi per cause oscure nella verde cittadina di Dunwich, sulla East Coast americana. Subito dopo la sua morte cominciano ad accadere strane cose in quell'angolo di quieta provincia americana e, parallelamente, a Nuora York una giovane medium rischia di venir sepolta viva. La donna, infatti, aveva visto durante la seduta spiritica la lapide del mal defunto padre William Thomas e gli orrori che la sua forza malata aveva scatenato.
Aiutata dall'impiccione giornalista che, nel tentativo di fare uno "scoop", l'ha salvata dalla prematura tomba, la medium parte alla volta di Windust dove zombies, vermi, becchini e spettrali stupratori stanno seminando il panico.
Uno psichiatra e una pittrice decidono di aiutare la coppia venuta da lontano con l'intenzione di veder chiaro in quella bolgia satanica. Purtroppo alcuni membri del quartetto vengono dilaniati dai più rognosi zombies dell'esercito dell’aldilà. Solo la medium e lo psichiatra si salveranno, dopo una passeggiata archeologica nelle caverne del locale cimitero, tra mummie, topi e fantasmi. Tutto potrebbe aver finalmente termine se non ci fosse un ambiguo finale che chiaramente prepara il terreno per una terza puntata in odor di zombies.
Il passaggio dal giallo all'horror, colpo dopo colpo, sembra nuocere a Lucio Fulci, che nel suo tentativo di rilanciare il cinema fantastico italiano si affida ad effettacci truculenti e a orge di sangue e di trucidi omicidi. Anche questo suo ultimo film sconclusionato e dilatato oltre misura nella sceneggiatura, si basa, infatti, su una grande accozzaglia di effetti speciali e nebbie da thrilling. Ma Paura nella città dei morti viventi manca completamente d'atmosfera e gli interpreti non aiutano di certo il regista con quei loro volti sempre troppo stupiti o armati di buoni sentimenti. Si distingue Giovanni Lombardo Radice, che ha una bella maschera horror, e la musica di Fabio Frizzi regala qualche nota in nero allo stanco e ripetitivo racconto.
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