Recensione di Fabio Gadducci a "Hyperion"
È un buon libro, questo Hyperion.
Credo sia la prima volta che esprimo un parere così positivo. da quando io e The Mighty Mirko curiamo questa rubrichetta, Certo, alcune imperfezioni qua e là ci sono. Tanto per fare un esempio, la descrizione dell’impero dell'Egemonia (l'assieme dei pianeti umani, contrapposti ai barbari Ouster) presenta alcune piccole ma noiose incongruenze. Però, cazzo!!! finalmente un lavoro interessante, ben scritto e soprattutto' attuale!
Sorvoliamo sulle conclusioni da trarre, che è meglio.
Non vi parlerò della trama, né fornirò notizie sull'autore, e rimando il lettore interessato alla recensione del Mirko.
Il modello del romanzo sono ovviamente I racconti di Canterbury, modello sottolineato dalla scelta di Simmons di indicare "i personaggi con la funzione che svolgono piuttosto che con il nome", come giustamente nota Santoni su Intercom 113/114. Altri paralleli si potrebbero trovare fra le due opere, ma credo in maniera speciosa. Mi sembra più interessante sottolineare il diverso spirito che le anima. Chaucer è stato giustamente definito il cantore della "Merry England", che gode e contempla il mondo in maniera solare (e seppur con tanti distinguo, questo si vede anche nel film di Pasolini). Il pellegrinaggio non assume nessuna valenza di penitenza, di contrizione o di timore dell'aldilà, né (ma questo non si poteva certo pretenderlo) nessun confronto e valutazione dell'esistere. Questo è invece la caratteristica più interessante del romanzo di Simmons, che lo rende un tutto maggiore della somma dei singoli racconti. Lo Shrike incarna una diversa paura, vizio, ossessione, spinta che non sono altro che visioni della stesso male di vivere.
E ben più proficuo, ritengo, sarebbe a questo proposito il confronto con Kears, la cui presenza permea davvero tutto il libro (a cominciare dal titolo di questo libro e da quello del seguito - The Fell of Hvperion- omonimi di due poemi incompiuti dell'autore… e dedicati alla caduta dei vecchi Dei: scatta niente?). Non credo di esserne in grado, ne, d'altronde, questa può essere la sede adatta. Ad maiora.
Concludo questa mia sbrodolata recensione, senza anticipare nulla del seguito. Solo una piccola esortazione: so che ventiquattromila lire sono tante, ma fate capire ai padroni del vapore che i lettori di fantascienza non sono un gruppo di adolescenti "con turbe e problemi legati all'età, che scaricano le frustrazioni con avventure di tipo spaziale" (sic, letto in un recente compito di maturità... prontamente approvato dalla lungimirante commissaria d’italiano), compratelo!
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