di Emiliano Maramonte

In maggio la Mondadori è uscita con un nuovo romanzo del ciclo di Hyperion di Dan Simmons. È sempre un avvenimento importante la pubblicazione di un libro di questo autore americano, se non altro perché Simmons è stato uno tra i pochi a rompere i cliché che dominano la produzione moderna del genere; forse l'unico che ha saputo davvero mutare scenari e prospettive tipici in maniera quanto mai inedita. Oltretutto gli si può riconoscere una spiccata capacità di costruire personaggi dalla psicologia "tridimensionale" e realistica su cui intrecciare trame coinvolgenti. È il caso di accennare ai primi due romanzi del ciclo di Hyperion: i Pellegrini sono la sua creazione più riuscita, e ogni racconto in cui è diviso il primo libro reca in sé un così elevato potenziale narrativo da poter dar vita ad altre serie collaterali. Anche il secondo libro si distingue per la forza dei suoi protagonisti; ma non può passare in secondo piano la sapiente collocazione degli eventi narrati che si compongono a formare uno scenario grandioso (soprattutto nel finale).

Queste considerazioni si ripropongono in parte nel romanzo che per ora chiude la serie, appunto Endymion. Tuttavia, leggendolo, ci si rende subito conto che quel flusso possente che si avverte nella narrazione ha perso consistenza. Già da principio Simmons riesce inevitabilmente a catturare l'attenzione de lettore, a incanalare la curiosità verso direzioni prestabilite, ma mentre la lettura procede, si ha l'impressione che le scene e i capitoli si succedano stancamente, per inerzia. A conclusione di qualche importante e inaspettato colpo di scena - la riattivazione dei teleportec, la riapparizione dello Shrike - gli eventi sono prevedibili e addirittura soffrono di alcune clamorose forzature. Il lettore è già preparato ai lampi di astuzia del protagonista, sa già con largo anticipo che adotterà soluzioni ingegnose, talora scontate. Per fare qualche esempio, si intuisce immediatamente che il tappeto hawking sarà l'oggetto chiave delle avventure di Endymion: spesso si può persino immaginare come esso sarà utilizzato.

Endymion è un romanzo di transizione che prepara il terreno a futuri sviluppi. Prova inconfutabile ne è il fatto che quasi nessuno dei misteri ereditati dai volumi precedenti è stato svelato. Ancora nulla si sa della Terra, della vera natura dello Shrike, delle reali intenzioni del TecnoNucleo. E a questi ora si sono aggiunti altri misteri: qual è il destino di Endymion? Perché si trova relegato in una "scatola probabilistica" in orbita attorno a un pianeta anonimo? Chi è veramente Aenea?

Il ciclo chiaramente non è concluso. Nuove rivelazioni sono in preparazione in romanzi che dovranno ancora vedere la luce. Con ogni probabilità, Endymion è solo il primo capitolo di una nuova fase narrativa della serie di Hyperion che riporterà in auge (è questo l'auspicio) il talento e la capacità di stupire di questo straordinario scrittore americano. E tutto questo per il diletto di noi appassionati.

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