Le streghe della Sardegna
di Maurizio Porro
Da oggi a sabato il 70esimo Festival di Locarno sarà occupato da molto cinema italiano breve, medio e lungo: non solo il titolo ufficialmente in gara, «Gli asteroidi» di Germano Maccioni ma anche da altri film che spesso sono ricerche quasi antropologiche sul territorio. Storie che indagano il passato remoto, come «Surbiles» di Giovanni Columbu, distribuito dal Luce, un horror che tiene saldamente le origini nelle credenze popolari della Sardegna.
«Le surbiles sono figure immaginarie femminili prossime alla streghe e ai vampiri», racconta il regista che ha riassunto in alcuni episodi una sorta di sua indagine tra i testimoni, chiamando in causa la gente del luogo e scritturandola per rivivere leggende malvagie in cui le surbiles rubavano neonati a madri indifese. «E poi interviene la magia, degli oggetti e delle funzioni, con rivalità, combattimenti e adunate notturne».
Un Harry Potter al femminile sardo, una sorta di mala credenza metaforica che l'architetto Columbu, classe '49, Nuoro, ha voluto riportare allo stadio di coscienza: «Tra le vecchie donne dei paesi c'è ancora omertà, molte non si fidano a parlare, fingono di non aver mai saputo nulla, solo qualcuna ci ha confessato le sue memorie e il rapimento di un piccino che ha sconvolto la famiglia».
Certo che erano malattie ignote, non stregonerie, ma è quasi poetico come l'epica femminile pop abbia vissuto questo dramma: «Oggi - dice Columbu - non ci sono problemi perché di bambini ne nascono così pochi che non c’è più bisogno neppure delle surbiles, le cui gesta abbiamo tentato di ricostruire sulla base delle voci, come se in fondo fosse un capitolo di una eterna lotta tra Bene e Male». Le parentele col vampirismo sono chiare: le streghe agiscono di notte, tra il tramonto e l'alba, usano unguenti magici, possono trasformarsi in fumo, vento e acqua od entrare nel corpo di una mosca.
«È una metamorfosi che fa perdere alla coscienza umana la cognizione del dolore e la portata della perdita. Come ci si difendeva dalle surbiles?
Mettendo oggetti domestici come una sedia in posizione rovesciata, oppure con un pettine, una falce dentata o granelli di semola: la surbiles contandoli si incanta perché non arriva oltre al numero sette». La confezione è di pregiato horror anche se qualcosa resta anche nell'inconscio misterioso del cinema, ma è un lavoro da studioso, da antropologo.
Come del resto «Il monte delle formiche» di Riccardo Paladino che racconta di come ogni anno, l'8 settembre una sciame di formiche alate raggiungano la sommità di un monte, a Pianoro in provincia di Bologna, un volo nuziale che diventa cerimonia turistica e di fede perché arriva al santuario nel giorno della festa della Madonna, alla chiesa di Santa Maria di Zena ora detta Madonna delle formiche.
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