Cinema su "Scontri stellari oltre la 3° dimensione"
di Giancarlo Bulgarelli
Sembra proprio che il cinema di Sf italiano non riuscirà mai a uscire dalla sua dimensione provinciale di brutta copia di super produzioni straniere, per lo più USA. A differenza della letteratura, non pare profilarsi una "via italiana del cinema di Sf", anzi.
L'occasione di questo assioma è fornita dal troppo supernoto (solo nell'ambito del fandom) "Starcrash", atteso ingenuamente da alcuni con qualche speranza, e che invece ripropone i più classici difetti del genere nostrano e cioè:
- la netta dipendenza da "Guerre Stellari" e affini superproduzioni americane;
- la tragica mancanza di originalità e creatività autoctone, con il riproponimento di trite tematiche ormai vecchie e consunte;
- l'assoluta assenza di qualsiasi approfondimento psicologico dei personaggi, peraltro sempre più incredibili;
- l'accettazione, sia pure imposta dai condizionamenti della distribuzione, di pseudonomi americani, allo scopo evidente di infinocchiare il pubblico meno attento.
A tutto questo va aggiunto nello specifico un uso fastidioso ed errato del suono stereofonico e sensourround e soprattutto la riproposizione di una figura d'eroina che, per i suoi atteggiamenti e il suo abbigliamento, ripropone una tardiva figura di "pin-up spaziale" che potrebbe ben figurare in qualche pulp USA degli anni '30.
Né basta a salvare l'assoluta inutilità del film l'efficacia degli effetti speciali dignitosi e qualche trovata, solo accennata.
Non crediamo valga la pena di spendere altre parole sulla pellicola: quello che riteniamo di poter affermare con certezza, per una volta, è che non è sicuramente questa la via per un nuovo cinema di Sf in Italia; e, a questo punto, nella noia generale, tanto vale rivalutare i films del vecchio Antonio Margheriti, forse meno sofisticati, ma più onesti.
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