Le avventure di "Sirene", fiction che sfida le convenzioni
di Aldo Grasso
Ricordati, una volta che ti sarai trasformata in donna, non potrai mai più ritornare a essere una sirena!» (Hans Christian Andersen, La sirenetta). Come al solito, le fiction di Ivan Cotroneo sfidano le convenzioni, si aprono a generi insoliti per la tv generalista, affrontano i temi della diversità.
«Sirene» è una fantasy comedy e racconta l'avventura di Yara (Valentina Bellè), una giovane sirena che ha abbandonato il mare per cercare disperatamente Ares, il tritone di cui è innamorata. Il ganzo è scappato e si nasconde a Napoli (Rai1, giovedì, ore 21.20). In realtà, le sirene sono quattro: oltre a Yara ci sono Irene (Denise Tantucci), Daria (Rosy Franzese) e la loro madre Marica (Maria Pia Calzone, l'indimenticabile Donna Imma di «Gomorra»). Devono affrontare una missione non facile: ritrovare Ares per la conservazione della specie. Nel mondo delle sirene le donne sono superiori agli uomini, ma anche la razza umana è abbastanza insignificante.
Per fortuna c'è Salvatore (Luca Argentero), un ragazzo affascinante e gentile che li ospita nel suo bed & breakfast... L'aspetto più interessante della serie in sei puntate è il punto di vista delle sirene (che poi è quello del vecchio marziano che capita a Roma), un dispositivo linguistico di straniamento per vedere le cose quotidiane in un'ottica diversa.
Così le quattro sirene scoprono Partenope (mitologicamente la loro città), ma anche la televisione, i telefoni cellulari, i social. Scoprono soprattutto i non facili sentimenti degli umani a cui, inevitabilmente, devono sottostare.
L'idea è molto curiosa, ma non sempre la recitazione è all'altezza della sfida: ancora acerba quella di Valentina Bellè, un po’ ridicola quella di Luca Argentero che parla con cadenza napoletana, lui così torinese.
La serie è scritta da Cotroneo con Monica Rametta, la regia è di Davide Marengo.
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