Recensione di Roberto Nistri a "Dr. Adder"
Che i minacciosi redattori di questa rivista prediligano una fantascienza "no limits" e di incerta digeribilità rispetto a quella tutta astronavi intergalattiche e alieni "così umani" è cosa ormai nota alla gran massa degli affezionati lettori. Non poteva quindi sfuggire la recensione di quello che è considerato l'indiscusso e maledetto capolavoro di K. J. Jeter.
Maledetto perché la durezza degli argomenti trattati e un linguaggio non certo censurato hanno provocato innumerevoli grane legali all’autore e un ritardo di circa dodici anni nella sua pubblicazione in italiano.
Capolavoro perché cita a profusione e con congruo e profetico anticipo tutti i temi che diverranno poi le basi della SF cyberpunk, a partire dalla mutazione dei corpi provocata dalla chirurgia estrema, per arrivare all'uso di sinto-droghe psichedeliche e alla manipolazione di una sempre più virtuale opinione pubblica attraverso il controllo dei media elettronici.
Non é certo un caso, quindi, che a Jeter sia stato affidato, anche in virtù della sua stretta amicizia con P.K. Dick, il non semplice incarico di scrivere il seguito del racconto che ha ispirato "Blade Runner", con un occhio, è ovvio, alla certa trasposizione cinematografica.
"Dr. Adder" é un viaggio oscuro in una Los Angeles (come poteva essere diversamente?) divisa a metà fra un blindatissimo Orange County abitato da ricchi borghesi che, nei momenti di ozio, battono le fogne in cerca di lost boy da riabilitare e successivamente divorare, e l'Interfaccia, sorta di zona franca per drop aut di ogni genere. È qui che lavora la celebrità locale Dr. Adder, chirurgo specializzato in mutilazioni sessualmente attraenti (de gustibus…) che opera sotto l'influsso di potenti allucinogeni capaci di farlo entrare in sintonia con i reconditi desideri delle sue vittime, pardon clienti... Suo nemico giurato è John Mox, incontrastato nonché disincarnato leader della Video Chiesa delle Forze Morali, che dai quartieri alti dell'Orange Country dice di battersi contro degenerazioni che impazzerebbe nelle strade violente (e quanto…) della Città degli Angeli. Ovviamente le cose non sono così lineari, i buoni non sempre lo sono, idem i cattivi e il magma che ne esce fuori è di quelli al calor bianco. Jeter punta in particolar modo sul fascino morboso del sesso estremo, con plotoni di prostitute mutilate (o magari accessoriate da organi sessuali mutanti) disposte a tutto pur di sbaragliare una concorrenza spietata. Ma é il quadro complessivo della storia ad avere un sinistro appeal, centrata com'è sul ribaltamento dei consueti canoni estetico-morali legati appunto al sesso, nonché ad una statificazione/separazione, anche visiva, dei piani di riferimento sociali che la rende estremamente attuale e politicamente corretta. Da non perdere.
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