Parola di Bantam
Blade Runner, il brillante film del 1982 di Ridley Scott, ha iniziato una sensazione, portando in vita un futuro urbano immaginato in modo vivido. Con Blade Runner 2: The Edge of Human di K. W. Jeter la saga di Blade Runner continua, riprendendo la storia di Rick Deckard proprio dove l'ha lasciata il film.
Il linguaggio sofisticato di K. W. Jeter e la fedeltà della trama al film faranno sentire gli appassionati del film come se non avessero mai abbandonato le poltrone del cinema: Deckard, impersonato nel film da Harrison Ford, per l'ultima volta era stato visto che scappava dalla città. In The Edge of Human viene rapito e riportato a L.A, dove i suoi rapitori lo persuadono che lui stesso potrebbe essere un replicante.
Gli amanti del romanzo di Philip K. Dick (Do Androids Dream or Electric Sheep?) su cui era basato il film apprezzeranno l'abilità di Jeter a risolvere le discrepanze tra quella storia e la trama cinematografica. Jeter è stato scelto per scrivere il seguito non soltanto per la stretta associazione personale con Philip K. Dick, ma perché il suo stile è perfetto per creare un mondo futuristico spigoloso e oscuro.
E com'è scrivere un seguito di un romanzo di Philip K. Dick? "È stato intimidatorio e confortevole", risponde Jeter. Intimidatorio nel senso che dovrebbe rispecchiare gli alti standard del suo predecessore, ma confortevole perché Jeter considera la materia di questo soggetto cosi familiare che è "parte del mio arredamento mentale."
K. W. Jeter si alza presto e fissa fuori dalla finestra per ore, creando scrupolosamente la trama e pianificando le sue storie. Questo processo di 'pre-scrittura' meticoloso porta a storie compatte, mozzafiato e avventurose: cose che i lettori ritroveranno in Blade Runner 2.
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