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L'estate dello squalo


di Giovanna Grassi


La vera superstar cinematografica dell'estate in tutto il mondo, Cina compresa, è uno squalo gigantesco, «the meg» (da megalodonte, una specie preistorica di enormi predatori delle acque oggi estinti). The Meg è anche il titolo originale del film lanciato in Italia come Shark - il primo squalo, diretto da Jon Turteltaub e interpretato da un cast multietnico di attori cinesi, australiani, neozelandesi e inglesi. Tocca a Jason Statham, il protagonista, salvare l'equipaggio di un sommergibile nucleare e liberare l'oceano da un mostro di 23 metri con dentoni aguzzi e oltre 30 tonnellate di peso che si credeva estinto.

Gli snob, che avevano preconizzato un mezzo insuccesso per il film a priori definito un b-movie (la Disney, che aveva inizialmente opzionato i diritti, ha poi accantonato il progetto), hanno dovuto ricredersi: oltre agli incassi record, anche le recensioni in America sono state perlopiù positive e hanno sottolineato la resa spettacolare e i risvolti ambientalisti della trasposizione del best seller del 1997 di Steve Alten, pubblicato in Italia da Mondadori. Il Los Angeles Times e il New York Times da giorni pubblicano articoli sul film, corredati da Interventi scientifici e da titoli divertenti, pieni di giochi di parole.

Jason Statham, intanto, si gode il successo personale e nel film sfida in tutte le pericolose sequenze il megalodonte. Dice l'attore: «L'allenamento per il film è stato sfiancante per tutti perché le scene d'azione sulle imbarcazioni e nelle acque del Pacifico erano molto impegnative, ma la resa poi si è rivelata super spettacolare. Questo squalo assomiglia ai mostri di Jurassic Park, ma vive nelle acque più profonde e batte ai punti tante altre creature pericolose del cinema d'azione e del terrore.

L'obiettivo era anche realizzare un film per famiglie, capace di regalare suspense, divertimento e paura».

Non è certo il primo terrore dei mari a conquistare il botteghino. «L'elenco dei film con gli squali feroci antagonisti degli umani - osserva il regista Jon Turteltaub, classe 1963 - è molto lungo e anch'io, come spettatore, ho i miei preferiti. Il primo è ovviamente il prototipo insuperabile di Spielberg. Penso però a Open Water del 2003, a Blu Profondo del 1999 e, più di recente, a Paradise Beach - Dentro l'incubo con Blake Lively. D'altro canto, persino sul piccolo schermo, basti pensare al tv movie Ghost Shark, gli squali hanno sempre catturato l'attenzione del pubblico».

E aggiunge: «Abbiamo voluto fare un lancio simultaneo della pellicola in tutto il mondo e la cosa ha funzionato anche in Cina. Al copione ha lavorato anche un gruppo di scienziati e paleontologi che studia i misteri delle profondità marine e gli esseri più antichi. Materie importanti da insegnare ai giovani, per ricordare loro l'identità, l'evoluzione e l'origine della vita sulla Terra e negli Oceani».

Racconta Lorenzo di Bonaventura, il produttore statunitense di origine italiana: «Non mi ero certo ripromesso di fare un film kitsch o di strizzare l'occhio al capolavoro di Steven Spielberg del 1975: quello resta il prototipo dei blockbuster estivi all'insegna della paura e della collettiva fascinazione per il pericolo. Volevo realizzare invece un film di intrattenimento, capace di veicolare anche temi interessanti sul clima, sulla natura e sulle ricerche scientifiche».

La pellicola è in vetta al box office americano e anche in quello italiano. Oltreoceano ha battuto Mission Impossible: Fallout e Ritorno al bosco dei 100 acri grazie a incassi per 44,5 milioni di dollari mentre in Italia ha incassato un milione e 647 mila euro in soli quattro giorni superando Ocean's 8 e Ant-man and the Wasp.

Costato circa 140 milioni di dollari, The Meg «resta un'avventura, se vogliamo anche uno stimolante film pop corn - spiega il produttore - e per precisa scelta affianca interpreti di tanti Paesi, fino alla scienziata cinese impersonata dall'attrice Li Bingbing che ha una carica onorifica nel Programma delle Nazioni Unite per l'ambiente».






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