Karma avverso
di Emiliano Mecati e Alessio Seganti, "Sci-fi collection" n. 13, ed. Tabula fati, 2018, 18,00 €, 256 pagg.
Ottimo romanzo hard sf, un po’ cyberpunk.
E molto dickiano.
In un futuro lontano, l’umanità abita un pianeta distante, la Terra distrutta, tentando di terraformarlo.
O, almeno, così sembrerebbe.
La terraformazione procede a rilento, e, per quanto reclamizzata come la speranza dell’umanità, in realtà non è attuata come dovrebbe.
La protagonista è una biosynth, qualcosa di molto simile ai replicanti di blade runner, che vengono prodotti in serie per le più svariate mansioni.
Lei sarebbe un modello Afrodite, una prostituta, ma è nata difettata, e, seguendo un programma specifico, vive libera, almeno molto più che le sue sorelle.
E fa l’investigatrice per una compagnia assicurativa. Occupandosi dei casi dei sintetici.
Le capiterà un caso, un dirigente di una compagnia che fabbrica, appunto, i sintetici, trovato morto con una di loro, che la porterà molto lontano, lungo una strada che non si sarebbe mai aspettata.
Scoprirà che quel loro mondo è, in realtà, una cosa molto differente da quello che pensava, che le avevano fatto credere, a lei e a tutti.
E la porterà a diventare, realmente, una nuova, possibile speranza, per l’umanità.
Molto ben scritto, con una prosa tranquilla ma molto ben espressiva, è, come ho detto, molto dickiano; i replicanti, ma, poi, l’eroe che si ritrova ad affrontare una situazione molto più grande di lui, delle sue possibilità, ma che, nonostante tutto, riesce, tenacemente, ad avere la meglio (almeno qui, in Dick non sempre).
Ad un certo punto, gli autori fanno un esplicito omaggio, a blade runner, quando la protagonista si ferma a mangiare ad un banchetto per strada che non può non ricordare quello nel quale il protagonista del film viene contattato nella scena iniziale.
Mi sento di poterlo sicuramente consigliare.
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