Io so chi sei
di Paola Barbato, ed. Piemme, 2018, 18,50 €, 516 pagg.
Bel thriller, nel quale una donna alla quale l’uomo è scomparso, caduto o gettatosi nel’Arno, riceve… un cellulare.
Dal quale cominciano ad arrivare messaggi inquietanti; qualcuno sembra avere quel suo uomo, tenerlo segregato come un animale.
Da ciò cominciano tutta una serie di avventura che vedono di mano in mano coinvolgere i suoi amici, o, meglio, quelli che erano stati gli amici del suo uomo, in maniere sempre più spiacevoli.
Quel rapitore ignoto le ordina, infatti, di fare del male ad alcuni di loro.
E, se lo fa, come lo fa, la premia dando da mangiare e bere al prigioniero.
Sarà poi un poliziotto molto particolare, un solitario toltosi a forza da una condizione bassissima, e pieno di desiderio di rivalsa, di rivincita, a salvarla.
E a portare ad un bel lieto fine catartico.
Molto ben congeniato, intrigante, ha, a mio parere, un unico difetto.
Quel poliziotto ha un’istruzione molto bassa, e parla un italiano stentato. E già è faticoso seguire ciò che dice.
Ma di più, e di troppo, l’autrice ha voluto scrivere le parti riguardantelo ancora in un italiano stentato. Cosa che mi pare lo appesantisca inutilmente.
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