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Leucosya e altri racconti


"Mondi incantati" n. 17, ed. Quality games, 2019, 10,00 €, 276 pagg.


Il premio Rill è così giunto al suo 25° anno, e, a questa edizione, hanno partecipato quasi 300 autori, con 345 racconti.

La qualità, come vedremo, è piuttosto buona, anche qualche racconto del RiLL world tour e di Sfida lascia un po’ a desiderare.

Ma andiamo a vedere i racconti.


-"Leucosya", di Laura Silvestri (pagg. 11-21)-il vincitore, è davvero un gran bel racconto; una madre, in un viaggio spaziale, con una figlia.

Lei è separata, dal marito, e la figlia è là perché lei lo ha voluto fortemente, lui contrario.

All’inizio pare un rapporto molto difficile, ma poi le cose migliorano; parlano, e c’è anche qualche gesto d’affetto, senza esagerare, ma c’è.

Però…

Il finale è altamente drammatico, con un rovesciamento della situazione che la fa diventare totalmente altro da quella che sembrava essere.

Stavano attraversando una zona pericolosa, dello spazio, con spore che, se riuscivano a raggiungere i cosmonauti potevano indurre allucinazioni…

Ben scritto, in forma diaristica, in un linguaggio che imita quello quotidiano.


-"Spiriti d'estate", di Fabio Galli (pagg. 22-32)-il secondo classificato, è un’ottima ghost story; un fratello va da una sorella che, afflitta da un male incurabile che presto la porterà alla morte, se ne è andata dalla civiltà, e vive in una casetta isolata.

Là con lei c’è un’altra donna, che da subito è un po’ inquietante; andato in paese per sistemare legalmente l’abitazione di quella casa, scopre che la donna seppellita nel cimitero vicino, che la sorella gli aveva detto essere un’antenata diretta di Cinzia, quell’altra donna… non aveva mai avuto figli.

La seguirà, allora, e vedrà che si incammina proprio verso il cimitero.

Alla fine, si saprà che era proprio un fantasma, materializzatosi proprio per l’amore di quella donna in fin di vita, che, in qualche maniera, quindi, aveva delle affinità con l’aldilà.

E, di fantasmi, ce ne sarà anche un altro, anche più inquietante.

Anche questo ben scritto, con un linguaggio che ha anche qualche buona impennata poetica.


-"Non io", di Alessandro Izzi (pagg. 33-42)-terzo classificato; un gay invita a casa sua un ragazzo che ha visto in un bar; ma questi ha tutt’altre intenzioni.

Lo stordisce, lo lega, e poi dice che… lui è quello che gli ha ammazzato la madre davanti agli occhi.

Il protagonista non ne sa nulla, gli dice che si stà sbagliando…

Alla fine, si scoprirà che l’assassino di quella madre, e di molte altre persone, era stato giustiziato in una nuova maniera, cancellandone cioè la personalità totalmente, e sostituendola con un’altra, fittizia.

E il protagonista capirà.

In un certo senso, quindi, è dickiano, come i replicanti di Blade runner.

Scritto abbastanza bene.


-"Voi che siete me", di Michela Lazzaroni (pagg. 43-52)-il quarto classificato, è ambientato in un mondo futuro nel quale, ormai, vivono solamente persone… che sono la stessa, persona.

C’è stata la Duplicazione, e…

Non si dice perché ciò sia avvenuto, ma che poi si era visto che ciò provocava stagnazione, noia, disperazione di vivere solamente con persone che erano come... ognuno.

E si testavano allora tutti, nella speranza di trovare una mutazione genetica, che avrebbe potuto ridare varietà, al genere umano.

L’idea è decisamente originale, anche se sarebbe stato meglio dire il perché di una decisione collettiva di tale portata, ed è sviluppata in maniera piuttosto divertente, anche se si stenta ad immedesimarsi con persone che hanno un problema esistenziale così… particolare.


Presentazione del "RiLL world tour" (pagg. 53-54)


-"La zona nulla" (The Nowhere Zone, 2018), di Jaco van Hemert, trad. Francesca Garello (pagg. 55-71)-vincitore del Nova Short-Stories Competition (Sudafrica) 2019, è, direi, fantastico, raccontando di una nave che… naviga dei cieli nei quali c’è un miasma nel quale ripesca gente che è stata portata via, e Occhi che se entrano troppo in contatto con le persone le fanno impazzire, fino a farle diventare i mostri che generano, quegli Occhi.

Non si dice nulla del perché e del percome, di ciò, e non è certo sf.

Comunque, nell’insieme da una buona sensazione, ed scritto, e tradotto, piuttosto bene.


-"Tenerseli vicini" (Keep Them Close, 2018), di Reneé De Visser, trad. Daniele Pagliuca e Alberto Panicucci (pagg. 72-82)-vincitore dell’Australian Horror Writers Association Short-Story Competition 2018, è, appunto, un, buon, horror, nel quale una coppia che si trasferisce in una nuova casa in campagna, vede un cimitero per bambini, con orsacchiotti appesi ad ogni croce.

E di notte, poi, sente delle campanelle suonare.

Capiranno che erano proprio quegli orsacchiotti, agitati dai redivivi bambini, e fuggiranno.

Vi si riesce a creare una buona atmosfera di suspance, anche se dove si voglia andare a parare lo si capisce abbastanza presto.


-"Paradiso spa" (Heaven Inc., 2017), di Tony Dietz, trad. Emiliano Marchetti (pagg. 83-99)-vincitore del Aeon Award Short Fiction Contest (Irlanda) 2017, è un racconto cyberpunk.

Vi si immagina che si pensi di… creare il Paradiso in Terra, un posto, virtuale, nel quale poter andare, in essenza digitalizzata, nel qual sapere ogni cosa.

Ogni cosa che un computer dalla potenza di calcolo praticamente illimitata avrà condensato da tutto il sapere umano.

E che vi si riesca.

Solamente che, il consumo di energia per realizzare ciò avrà ridotto il pianeta ad un disastro

E ci sarà anche un altro, guaio: in realtà le anime digitalizzate si ritroveranno in un vuoto assoluto, sole, consapevoli di ogni cosa. Un vero… inferno.


-"Limiti" (Limitations, 2019), di David Maskill, trad. Emiliano Marchetti (pagg. 100-120)-vincitore del James White Award (Regno Unito) 2019, è un sf classico.

Due scienziati sono alle prese con il classicissimo alieno atterrato con la sua astronave; e non ci capiscono un bel niente.

Solamente che, noi lettori, li vediamo affrontare gli stessi problemi più volte, in modalità differenti, che portano ad esiti altrettanto diversi.

Letali a volte per l’uno o per l’altra.

Arriveranno poi a capire che quell’alieno… saltava negli universi paralleli.

L’idea non è decisamente originale, ed è svolta in una prosa un po’ troppo piattina.


Sfida (pag. 121)-quest’anno il vincolo indicato dalla giuria era "La storia infinita" (di Ende), del quale ricorre, come per il RiLL, il 25° anniversario, "… un racconto in qualche modo collegato al romanzo… oppure un racconto che ruotasse intorno a una qualunque altra storia infinita… (anche) non necessariamente nel senso stretto del temine".


-"La pescatrice di perle", di Laura Silvestri (pagg. 122-130)-molto poetico, vede un ragazzo e una ragazza, lui storpio ad un piede, lei brutta e impacciata, che su di una spiaggia del Giappone prendono dal mare le poche cose che riescono, per rivenderle.

Ma a lei morirà il padre, e se ne andrà.

Lui praticamente uscirà dalla civiltà, continuando a stare su quella spiaggia, per rivederla.

Cosa che accadrà.

Lei non era umana, come gli aveva fatto intuire; era una creatura del mare.

E lui le chiederà di potere andare con lei: "Io e te… siamo infiniti…. Non esistevo, prima di te. Ma con te io sono, e sarò per sempre." (pag. 129).

Lei capisce che una cosa giusta, e lo porterà con se… a riposare sul fondo.


-"Il vecchio blaterone", di Nicola Catellani (poi anche in "Mondi paralleli", a cura di Carmine Treanni, "Odissea digital fantascienza" n. 89, ed. Delos digital, 2020, "Odissea fantascienza" n. 93, ed. Delosbooks, 2020; pagg. 131-141)-sf classica, ambientato nel tipico pianeta colonizzato da dei terrestri fuggitivi per, qui, un motivo sconosciuto.

Racconta di come, questi coloni abbiano trovato, nell’astronave che li aveva portati, e che era andata distrutta, quello che sembrerebbe un lettore di libri.

Ovviamente ammaccato, questi racconta dei brani di libri per poi interrompersi all’improvviso, e riprendere leggendone da un altro.

La trama segue le ragazzine che hanno il compito di stare ad ascoltarlo, per riportare le storie che racconta in libri scritti.

Ma sono ormai anni che non racconta più nulla di nuovo, ma ripete solamente già che ha già raccontato.

L’evento è proprio il suo interrompersi: non racconterà più nulla.

Ma…

Davvero molto ben scritto, in una buona prosa che sa toccare bene l’animo.


-"Per sempre l'esilio", di Antonella Mecenero (pagg. 142-151)-in un futuro un clone di Dante si risveglia in un mondo che non è neanche più la Terra, e dal quale è totalmente escluso.

Il racconto si dipana fra due tempi, il 1302 nel quale Dante viene esiliato da Firenze e, dopo la sconfitta dell’esercito che aveva esso insieme per combattere i papi, scrive la Commedia, e quel 2303 che abbiamo detto.

Non c’è azione, solamente i pensieri di Dante e del suo clone, di disperazione per l’esilio, che, in modi differenti, è per entrambi.

A me non è piaciuto per nulla.


-"I guardiani di Gaia", di Giorgia Cappelletti (pagg. 152-162)-i protagonisti sono Pandaimon e Potnia, due guardiani di Gaia, la Terra.

I vari capitoletti sono ambientati in epoche molto distanti fra loro, dalla preistoria ad un futuro lontanissimo, e seguono l’espandersi del genere umano.

Pandaimon lo pensa troppo pericoloso per Gaia, e vorrebbe sterminarlo o almeno… ridurlo drasticamente, ma Potnia lo frena.

E, alla fine, gli uomini si estingueranno, dopo aver esaurito le risorse, di Gaia.

Ma la Terra si riprenderà, e vivrà un nuovo inizio.

I battibecchi fra i due sono piuttosto divertenti, e c’è anche qualche bello spunto poetico. A parte, ovviamente, il monito ecologista.


Come ho detto, e come al solito, la qualità dei racconti vincitori di questo premio è buona.

I primi due, a mio parere, sono molto al di sopra della media dei racconti fantastici di autori italiani che in genere si pubblicano.

Ottime idee ben sviluppate in un buon linguaggio.

Il terzo, a dire il vero, mi è sembrato un po’ troppo poco, fantastico; la sostituzione totale della coscienza… vabbè.

E il quarto, forse, troppo.

Un Mondo, una realtà di cui non si sa nulla, nella quale la quotidianità è diventata qualcosa di totalmente diverso dalla nostro, e nel quale, come ho detto, diventa davvero difficile identificarsi, capire i sentimenti dei personaggi.

Per i racconti di RiLL world tour, "La zona nulla" ha un’idea davvero originale, che riesce ad acchiappare l’attenzione del lettore molto bene, "Tenerseli vicini" è forse un po’ troppo scontato, l’idea di base molto risaputa (impossibile non pensare a "Pet cemetery"), "Paradiso spa" mi è sembrato un po’ troppo pretenzioso, nel senso della pretesa della plausibilità di quanto vi si racconta, e "Limiti" è davvero troppo, risaputo.

Fra i racconti di Sfida, "La pescatrice di perle" è al livello dei primi due, uno dei quali non a caso è della stessa autrice, così come "Il vecchio blaterone", "Per sempre l'esilio", devo dirlo, è davvero… pessimo, e "I guardiani di Gaia" divertente, nel suo, speriamo non ennesimamente inutile, monito.

Insomma, la media è piuttosto alta.

Al solito, auguriamo ogni bene, a quest’iniziativa, che possa arrivare ad altri traguardi di tutto rispetto.

Il volume è, al solito, completato da un’"Introduzione", del comitato promotore del trofeo RiLL (pagg. 7-8), un’altra, "Introduzione", di Mario Pardini (pagg. 9-10), "XXV trofeo Rill. Comitato di lettura e giuria nazionale" (pagg. 163-171), e "XXVI trofeo RiLL" (pagg. 172-173).






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