New wave
di Franco Stocco
Jim G. Ballard, la 'scoperta' dell'editore britannico John Carnell ("Prima Belladonna", "Science Fantasy" dicembre 1956) è forse il più eccitante e certamente il più famoso scrittore della New Wave. Le sue storie, dense e ricche di simbolismi, "miti superlogici" (come le definisce Ballard), sono piene d'immagini bizzarre di deserti, di mari e di cristalli; i suoi passivi e atipici eroi sono ossessionati dal desiderio di ritornare nel grembo di madre natura. Nei romanzi come "The Drowned World" (1962), "The Burning World"(1964) e "The Crystal world" (1966) Ballard distrugge l'umanità con una determinazione unica nel suo genere; ma più impressionanti sono i suoi racconti come "Chronopolis", "The Voices of Time" o "The Cage of Sand", nei quali esplora i paradossi temporali e l'esistenza umana.
Il suo esempio inspirò un gruppo di giovani scrittori che reclamarono Ballard come 'The Voice' ('La Voce) per aver tentato di riformare la sf.
Ma se Ballard rappresentò la personalità più in vista della New wave probabilmente quest'ultima non sarebbe mai concretamente esistita se non fosse apparso sulle scene Michael Moorcock, una delle più colorite figure della sf britannica. Nato nel 1939, Moorcock fu fin da giovanissimo un appassionato di Tarzan (a soli 17 anni fu uno degli editori di "Tarzan Adventures") e del suo creatore, Edgar Rice Burroughs. Moorcock, esordì come scrittore nel '61, all’età di 22 anni, dedicandosi a tutti i generi più popolari della letteratura, inclusa la sf, alla quale dedicò inizialmente una serie di opere imperniate sul personaggio di Elric di Melniboné o Elric il Negromante, l’albino dagli occhi cremisi con l'inseparabile spada Stormbringer, famoso personaggio di fantascienza eroica (sword and sorcery), ove si nota l'influenza di Burroughs. L'occasione per Moorcock venne nell'aprile 1964 quando "New Worlds" chiuse i battenti, l'ultimo editoriale firmato da John "Ted" Carnell terminava con la frase: "Non consideriamo ciò come la fine definitiva ma semplicemente come uno stato naturale di metamorfosi nello sviluppo della sf."
La rivista venne rilevata da Moorcock il quale, prendendo alla lettera le parole di Carnell, nel n. 142 (maggio-giugno 1964) di "New Worlds" proclamava una "nuova letteratura per l’Era Spaziale", nacque così la New Wave (Nuova Ondata).
Moorcock incoraggiò gli esperimenti letterari: libertà dalle formule delle riviste di sf e spazio per nuove tematiche e nuovi stili, questo era il suo motto. Molti scrittori, accolsero il messaggio di Moorcock, tra cui: Thomas Disch, John Sladek, Brian Aldiss, Pamela Zoline, James Sallis, Norman Spinrad, Roger Zelazny, John Brunner, Charles Platt e, come abbiamo visto, Jim Ballard che rappresentò il "portabandiera" del gruppo. Presto, però, Moorcock entrò in polemica con i fans e gli scrittori che sentivano che la sf era minacciata dalla New Wave. Inoltre si trovò a dover combattere una costante battaglia contro le falle economiche della rivista e contro la censura dei distributori. Nel, '67 la situazione finanziaria era disastrosa, ma l'improvviso aiuto del British Arts Council salvò "New Worlds" dalla fine (1’appello fu appoggiato da persone illustri come Anthony Burgess, Edmund Crispin, Angus Wilson, Roy Fuller, Kenneth Allsop, J.B. Priestley), Moorcock e i suoi collaboratori (tra i quali vanno ricordati: Charles Platt, Langdon Jones, Douglas Hill, Diane Lambert) continuarono così a gestire "New Worlds", fino al 1971, anno di chiusura definitiva della rivista. Oggi sono pubblicati, sia in Inghilterra che negli Stati Uniti, gli arretrati della rivista con frequenza trimestrale.
Sebbene l’esperimento di Moorcock sia stato nel complesso generalmente riconosciuto come un fallimento, un'imitazione su piccola scala del surrealismo, futurismo e altri movimenti d’avanguardia del passato, la New Wave merita credito per aver introdotto nella sf tecniche letterarie d'avanguardia, per aver contribuito a farla uscire dal ghetto e, in particolar modo, per aver creato una "forma mentis" che ha ancor più ampliato ed elasticizzato il campo della fantascienza.
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