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Intervista con: Gianni Montanari (8 domande al curatore di "Galassia"


di Francesco Bellisà


1. Profilo biografico e attuale occupazione (nell'ambito della fantascienza).

R. Sono nato a Piacenza il 23 marzo del 1949; la guerra era finita da quattro anni, ma nella Bassa resisteva (come ancora oggi) la nebbia e una sanguigna passione per il vino, le bocca e le botte, fra amici. Cresciuto in qualche modo fino a raggiungere il metro e ottanta, ho frequentato un Istituto Industriale diplomandomi in elettronica: poi ho capito di aver sbagliato tutto e mi sono iscritto a una facoltà umanistica, laureandomi in Lingue Straniere con una tesi sulla SF Anglosassone (forse riuscirò anche a vederla stampata prima che mio figlio vada a svolgere il suo servizio militare). Nel 1970 ho incominciato con Vittorio Curtoni ad occuparmi della cura di GALASSIA e dello SFBC, subìto dopo il repentino abbandono di Ugo Malaguti: per allora avevo già raggiunto il metro e novanta. Alla fine del 1974 l’amico inseparabile (ci conoscevano già come Curtatone e Montanara) salpa per approdare sui lidi dell’editore Armenia, e da allora le due collane riposano interamente sulle mie ginocchia. Attualmente unisco alla SF l'insegnamento (Inglese) e la cura di un figlio (un piccolo puka scatenato di tredici mesi, Matteo Savitri).

2. Scopi e politica perseguiti nella conduzione delle vostre collane (riviste, fanzines, ecc.).

R. Gli scopi sono stati gli stessi dal 1970 in poi: allargare i confini della SF nota in Italia (e quindi introducendo anche autori italiani, i più bistrattati da tutti). Chi legge una buona parte della produzione anglo-americana di fantascienza si rende conto subito che i filoni, i temi, gli archetipi del genere, i nuovi agganci, sociali, le tecniche stilistiche, sono qualcosa di quanto mai variabile nel nostro adorabile ghetto (di questo termine parleremo oltre). La fantascienza esiste, ed è una realtà intoccabile da tutti coloro che non vogliono ammetterne l'esistenza oppure preferiscono restringerla fra quattro pareti tappezzate di astronavi, BEM e mondi in collisione: conviene quindi cercare di conoscerla in tutti i suoi molteplici aspetti, impegnati o escapisti, avventurosi o sociologici. Cercando nel contempo di educare il pubblico dei lettori ad una critica se non altro adulta dei problemi che la fantascienza esibisce di continuo.

3. Il punto della situazione della fantascienza (in generale).

R. La fantascienza è in espansione; sia come fenomeno di massa, sia come interesse da parte della tanto etichettata critica 'classica' o 'mainstream". In Italia è soprattutto in espansione il mercato della SF; con nuove collane e riviste che ogni giorno sbucano da qualche angolo di strada e fanno lo sgambetto al lettore. Forse il fenomeno durerà, o forse ci ritroveremo in un'altra crisi del '65 (pressapoco); con improvvise defalcazioni delle testate: resta il fatto che tutta la fantascienza stampata oggi in Italia deve per forza, colpire anche gli occhi più sprovveduti. Aumenteranno ancora i lettori? Sono già aumentati, d'accordo… ma ne giungeranno altri? Non mi sono mai piaciute le profezie.

4. L'autore giovane, a vostro giudizio, più promettente.

R. Ah, bella domanda. Anche perché terribilmente vaga: autore italiano o straniero? Adoro Dick e Leiber (il primo quarantottenne e il secondo sessantaseienne) e ho il difetto di aspettarmi ancora grandi cose da questi due autori: non so cosa sia in questo caso l’età. Tagliamo corto e diciamo: me stesso (se non altro per le grandi cose che mi riprometto di scrivere in futuro). Ma non posso scordare Catani (Vittorio) e Curtoni (Vittorio, sempre), anche se non posso più sferzare a dovere quest'ultimo perché ci vediamo poco.

5. La fantascienza è un 'ghetto'?

R. Già, il famoso 'ghetto'… Beh, a conti fatti il ghetto esiste anche da noi, come nelle principali città americane: il nostro guaio è il modo di vedere un certo classicume che ci portiamo sulle spalle. Provate un po’ a chiedere ai nostri cervelloni-intellettuali nostrani se pensano che la SF sia la letteratura del futuro…

6. Quali sono, secondo voi, gli autori che possono fare crescere qualitativamente la SF? O che lo hanno già fatto?

R. Tutti gli autori che scrivono fantascienza senza accorgersi di farlo. Ovvero, quegli scrittori che non aderiscono automaticamente o per partito preso a certi cliché abusati o semplicemente datati; i cliché, in qualsiasi letteratura, dipendono dai tempi. Oggi c'è ancora gente, in fantascienza, che scrive come se corresse l’anno di grazia 1930.

7. Come spiegate il fatto che, dopo il '70, il panorama degli scrittori italiani si è sempre più rarefatto, e che i nomi che girano, in fondo, sono sempre gli stessi?

R. Questa domanda mi sorprende davvero. E le nostre tre antologie su GALASSIA? E gli otto romanzi inediti? Questo materiale è stato pubblicato fra il '70 e il '73. In seguito si sono succedute altre opere presso altri editori, e la rosa degli autori si è allargata. Posso convenire che non è stata una fioritura di autori nuovi o giovanissimi, ma di questo ha colpa il tempo e la qualità delle opere: come si possono pretendere nuove leve preparate quando la gran parte degli editori preferisce battere a smisura il tasto del Grande Autore Straniero? Qui alla CELT si è tentato qualcosa, e proprio quando si incominciavano a vedere i risultati è piombata a valle una massa di guai; assenza (militare) dei curatori, interruzione dei contatti, e… diciamolo pure, scarsa volontà da parte degli aspiranti. C'è ancora chi si offende se riceve una garbata risposta sul tipo: "Dolenti, ma per ora non possiamo prendere in considerazione la sua opera perché… " e di seguito i motivi e i consigli del caso. Saremo un popolo di navigatori, santi ed eroi, ma certe volte nutro dei dubbi sulla postilla 'e di scrittori di SF….

8. In che misura le varie fanzines possono collaborare alla ripresa della fantascienza italiana?

R. Dipende, ovviamente. Se le fanzine vengono curate con criteri professionali (ma non troppo) possono servire alla prima funzione di scrematura degli aspiranti scrittori. Quanti degli autori presentati nelle nostre antologie provenivano da quel mondo? Moltissimi. Si dovrebbe comunque evitare un difetto purtroppo ancora peculiare della SF in Italia: la voglia di fare polemiche con tutto e tutti. Anche se, ad essere sincero, devo ammettere che recentemente di polemiche in questo ambiente ne ho viste poche. Speriamo continui. In tutti i gironi del nostro piccolo 'ghetto' infernale…






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