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Fumetto italiano di fantascienza/"Saturno all'attacco"


di Egisto Seriacopi


Forse i lettori degli "Albi d'Oro" Mondadori, quel giorno nel lontano 1947, quando comprarono e lessero il n. 48 della serie, intitolato: "Saturno contro la Terra", dissero "...un'altra copia di Gordon e di Buck Roqers?...". O forse non lo dissero affatto, essendo appunto il '47 anno in cui non si pensava a simili confronti grafici o di contenuto. Oggi, ad una più attenta osservazione, la prima pagine di quella bellissima saga a fumetti dal nome appunto di "Saturno contro la Terra", assomiglia terribilmente alla prima tavola domenicale di Gordon. Manca l’avvenente fanciulla di turno, è vero, ma il laboratorio, la catastrofe imminente e le cause della stessa sono simili.

Questo non toglie che tutti gli episodi, per l’esattezza sette, si scostino dopo le prime battute d'avvio da quella imitazione che ho sopracitato.

E che proprio per questo sono il miglior prodotto di fantascienza a fumetti degli anni ‘50. Pedrocchi, eccezionale collaboratore mondadoriano; Zavattini regista cinematografico, e il neorealismo porta anche la sua firma; Scolari, abile disegnatore, sono gli artefici di queste storie.

"Il professor Marcus celebre astronomo e il giovane Ciro, suo aiutante e allievo fedele, sono nel loro osservatorio…". Queste, letteralmente, sono le prime battute d'inizio. Il prof. Marcus e l'allievo Ciro, osservando il cielo con un potentissimo cannocchiale, scoprono che una enorme massa, creduta dapprima un meteorite, si stacca dal pianeta Saturno. Ma, in realtà, è una gigantesca astronave, carica di biechi Saturniani, che con intenzioni bellicose vogliono conquistare la Terra. Chi li comanda si chiama Rebo. A disposizione hanno colossali e micidiali armi con le quali possono tutto: far crescere a dismisura animali e piante (un enorme toro abbatte a cornate la torre Eiffel) lanciare onde magnetiche e di calore oppure ondate di gelo, e tutto questo sgomina in un primo tempo le file dei Terrestri, i quali, spinti dalle circostanze, inventano nuovi e poderosi apparecchi. Avranno qualche vantaggio certo, e vinceranno. Ma alla fine chi vincerà veramente sarà il messaggio di forza e di coraggio e d'astuzia (tutto italiano) contenuto nelle storie. E ancora le idee di unione fra i popoli, di pace e collaborazionismo, in special modo nei confronti di un invasione aliena.

Come collega nelle sue colossali battaglie, Rebo, ha l'ancor più terribile Netro, dall’aspetto viscido e repellente. È lui, in un apoteosi di crescente gigantismo grafico, il responsabile del più tremendo cataclisma. Con un terribile strumento taglia la Terra in due parti nette, come se si tagliasse un melone. Queste due parti vagheranno nello spazio e il nucleo rovente si raffredderà dando vita in poco tempo a un planetoide coperto di lussureggiante vegetazione… Ma niente paura… tutto alla fine si riaggiusta con la moralistica morte di Netro che resterà schiacciato dalle due parti del nostro pianeta ricongiuntesi. La "Fine" sarà all'insegna della ricostruzione e della ritrovata pace.

In un'intervista a Cesare Zavattini, creatore del personaggio Rabo, gli si domandò come mai si trovassero in queste storie terribili e impossibili fatti che nulla avevano in comune con quelle che potevano essere le conquiste. tecniche e scientifiche dei momento. La risposta fu che non era loro preoccupazione creare un prodotto avente fedeli agganci tecnico-scientifici, ma di lasciare molto all’immaginazione e all’inventiva, oltre che al gigantismo di macchine, mezzi e catastrofi. Queste storie, oggi, ci vengono proposte dai "Disaster Movie" di notevole successo cinematografico.

Il fumetto di fantascienza in Italia ha gli stessi problemi e qualcuno in più di quelli che assillano la letteratura di sf italiana. Non abbiamo personaggi sopravvissuti nel tempo, come gli eroi americani o inglesi. Abbiamo degli esempi brevi di buona S.F., ma sono molto poco in confronto a quello che si potrebbe fare. Un fatto è certo: se ci sono stati tentativi di creare personaggi o saghe fantascientifiche, non si è tenuto troppo conto di quelli che sono i contenuti della S.F. letteraria e ci si è persi in vane imitazioni. Considerando che oltre a un buon testo e a una buona sceneggiatura è necessario l'apporto del disegno, ecco sorgere un problema in più: un valido disegnatore. Annoveriamo, tra gli autori validi, il compianto Caprioli, che si è cimentato in riduzioni di testi per i romanzi di Verne; Dino Battaglia per alcuni racconti di Lovecraft. Il risultato ottenuto da questi due autori è di indubbio valore artistico, ma gli esempi, con pochi altri, si fermano qui. Di controparte il tema fantascientifico è stato adottato e sfruttato in maniera non troppo giusta e con poco impegno artistico dal fumetto pornografico.

Gli eroi/ine di questo tipo di storie hanno avuto vita breve. Ciò dimostra che il pubblico può essere maturo per cose di più alto livello grafico e contenutistico? Direi di si!

Un nuovo disegnatore si va cimentando da qualche anno col fumetto di S.F.: Roberto Bonadimani.

I suoi ottimi lavori, purtroppo a tutt'oggi (salvo l'eccezione di ROBOT) non ancora usciti nel normale canale distributivo, promettono molto.

Alla fine di questa parentesi sulla S.F. disegnata, non vi nascondo, e mi premeva dirlo, si rileva che: quando gli autori di un fumetto si impegnano per realizzare un prodotto di buon livello, quest'ultimo resisterà alle mode e ai gusti del tempo. E come la gradevole saga di "Saturno contro la Terra", ci lascerà ad ogni nuova lettura affascinati, stupiti e anche molto divertiti.


Bibliografia e note

Alla luce di una recente ricerca, avvenuta tra riviste odorose di muffa, ho scoperto che il primo episodio della serie di "Saturno contro la Terra", portante il titolo omonimo, apparve sul settimanale "I Tre Porcellini" nel lontano 1936: precisamente sul numero speciale del natale di quell’anno. Quindi qualche anno precedente a quello che io credevo, quando ho preparato l’articolo, la prima apparizione assoluta. Resta comunque indiscutibile che la domanda ipotizzata in apertura a questo articolo, può essere stata formulata dai lettori dell'epoca che conoscevano Flash Gordon e che leggevano per la prima volta le avventure di Rebo. Rimango in attesa di smentite.


"I Tre Porcellini"

Apparve nel marzo 1935 come settimanale a fumetti.

Edito dalla Mondadori, uscirono 98 numeri e il 13 febbraio 1937 1a testata venne assorbita da "Topolino". Altro "characters" di fantascienza pubblicato da questo settimanale fu Brik Bradford.

Uscirono anche gli "Albi dei Tre Porcellini", che però non hanno nulla a che vedere con la rivista settimanale.


"Saturno contro la Terra"

Soggetto; Cesare Zavattini.

Sceneggiatura: Federico Padrocchi

Disegni: G. Scolari

Oltre alle edizioni già citate de "I Tre Porcellini" e degli "Albi d'Oro" (in quest'ultima a colori), tra le più recenti ricordiamo quella apparsa su "Almanacco di Linus" (1969) che raccoglie tutti i sette episodi in ordine cronologico: 1) "Saturno contro la Terra"; 2) "L'isola di sabbia": 3) "La guerra dei pianeti"; 4.) "L’ombra di Rebo"; 5) "Le sorgenti di fuoco"; 6) "La sfera d'aria"; 7) "La fine del mondo".


Articoli e notizie.

- Piero Zanotto: "Parliamo ancora dì me o Zavattini contro la Terra", su "Linus" anno IV N. 43, 1968.

- Carlo Pedrocchi: "Federico Pedrocchi", su "Linus" anno IV >N. 39', 1968.

- G. Strazzulla: "I fumetti" Enciclopedie pratiche Sansoni






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