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a cura di Franco Forte, "Millemondi" n. 84, ed. Mondadori, 2019, 7,90 €, 384 pagg.


La fantascienza italiana non è più "senza sbocchi editoriali", come si era detto per tanto tempo.

Questo Millemondi mondadoriano penso ne sia la testimonianza più eclatante, anche perché non sarà un episodio isolato, ma un appuntamento annuale; ogni Millemondi estate sarà, così ci dicono, un’antologia di italiani.

La qualità, come vedremo, è davvero buona.


-"Guerra fredda", di Giulia Abbate e Elena Di Fazio (pagg. 11-36)-in Groenlandia, in una base scientifica, arriva un nuovo biologo.

Si capirà poi che sono là perché vi è precipitato un meteorite… che non era un meteorite.

Ma "… la questione dell’invasione aliena (fosse) quasi uno sfondo, un trascurabile fastidio." (pag. 31); ciò che vi si racconta non è di questi alieni che, chessò, infettano gli scienziati e fuggono (chi non ha pensato a "La cosa", che è anche, per quanto larvatamente, citato!), ma della colonnella che tenta di gestire tutto ciò.

Poi il racconto ha una svolta, e un finale che farà rientrare quanto fino ad allora letto in un quadro fantascientifico.


-"A sort of homecoming", di Sandro Battisti (; poi "L'orlo dell'Impero" n. 4, ed. Delos digital, 2023; pagg. 37-56)-facente parte del ciclo dell’Impero Connettivo, vede un plenipotenziario andare su un pianeta per sottoporsi ad un processo di ringiovanimento.

Là vedrà in un collegamento pirata una donna misteriosa che, alla fine del racconto…

Ma la trama non è certo ciò che importa, di questo racconto; è il linguaggio che vi si usa, che è intricatissimo, zeppo di neologismi, metafore anche improbabili, e, comunque, sempre impennato verso il mirabolante.

E il trasumanesimo, il divenire qualcosa di più, che l’umano, è ciò che vi si dice.


-"Come concime", di Franci Conforti (pagg. 57-80)-cyberpunk spinto, nel quale si immagina un’umanità che, fra un paio di millenni, sia totalmente cambiata, e, tramite una fusione con il cyber, abbia costruito un mondo ormai totalmente… compatibile all’ambiente.

Il racconto segue però le gesta di un umano, totalmente tale, diciamo "poco considerato", ma che riuscirà a salvare due suoi colleghi (è un poliziotto) da una mutazione genetica alla quale erano stati portati da… una vecchia Rete ormai in disuso, ma non per questo molto attiva.

E, alla fine, riuscirà a fare ben di più, riportando… l’umanità, in tutta quella connettività.

Dickiano, quindi, con il debole ad affrontare una situazione assolutamente al di sopra delle proprie possibilità, esseri a metà fra umano e artificiale e, appunto, l’umano che riesce a vincere, per quanto contro ogni aspettativa.


-"Il turismo spaziale come incontro fra culture", di Davide Del Popolo Riolo (pagg. 81-98)-una guida turistica porta a spasso per Torino un'aliena.

Che le muore fra le braccia.

Il racconto segue l’interrogatorio della guida dopo il fatto.

E, alla fine, si scoprirà che ciò che era realmente accaduto era tutt’altro.

Il tutto è raccontato in un tono divertente e divertito.


-"Il mio nome è Lemuel", di Nicola Fantini (pagg. 99-119)-hard sf un po' cyberpunk, racconta di un uomo che vive, incarnato in un automa, in una base su un pianeta isolato.

E che ha creato, per farsi compagnia, un’altra… persona, con la quale legge ad alta voce libri per ore ed ore.

Ma arriva un’astronave, e tentano di disattivarlo; il Progetto per il quale era là è terminato.

Ma non vi riusciranno, e loro due… continueranno quella loro esistenza.

Molto ben scritto, in un ottimo linguaggio altamente poetico.


-"Geografia umana", di Clelia Farris (pagg. 121-140)-il tipico racconto nel quale il vero protagonista è l’ambientazione, vede infatti uno Stato creato su zattere, nel quale (ma pare sia una caratteristica non solamente sua), ogni relazione, attività, od altro, è regolata da contratti.

Amicizie, quindi, regolate da rigidi regolamenti, fino a specificare il valore dei regali che si debbono fare.

Il racconto segue una giovane donna, di questo Stato, alla quale una sua amica (!!) spara, probabilmente pensandolo come l’unico modo per rompere il loro contratto.

E che in seguito viene accudita da una sorta di guardia del corpo datale da sua madre, che però poi si rivelerà…

Ben scritto, in un buon linguaggio anche abbastanza poetico.


-"L'inferno dentro", di Lorenzo Fontana e Andrea Tortoreto (pagg. 141-156)-in una tipica antiutopia, i cittadini sono monitorati, e se superano una certa soglia di aggressività… vengono eliminati.

E mandato all’Inferno (un suo omologo virtuale).

Il protagonista è proprio uno di questi tutori dell’ordine che girano per le strade per liberarle dalle persone troppo aggressive.

Solamente che si imbatte nella propria moglie, decisamente troppo aggressiva, che stà progettando un’azione contro il Sistema.

Riuscirà a fermarsi, e si immolerà per la salvezza degli altri.


-"Ipersfera solo per maggiorenni e fino alla morte", di Gianluca Cremoni, con lo pseudonimo di Lukha S. Kremo (pagg. 157-191)-cyberpunk; in un futuro c’è un gioco che, se vi si entra, non vi si esce più. Non è obbligatorio, entrarvi, ma lo fanno quasi tutti.

Un gioco di realtà virtuale che, praticamente, sostituisce la vita reale.

Vi si può entrare dopo aver raggiunto la maggiore età, che, però, è di 30 anni.

E vi si hanno solamente tre vite (o forse no), perse le quali si muore realmente, definitivamente.

La storia segue un uomo che vi entra appena raggiuntala, e una donna che lo salverà dalla morte.

Ben scritto, e l’idea è piuttosto originale.


-"Fatum", di Maico Morellini (pagg. 193-214)-una Terra inabitabile è sorvegliata da una stazione spaziale in orbita.

Sono secoli che lo fa, ma il Primo Decano muore, e le rigide regole che li tenevano lassù con esso. Il protagonista andrà sulla Terra.

Scoprirà che è meglio distruggere la capsula con la quale era andato, e sarebbe dovuto tornare, che lasciare che ciò che vi ha trovato possa andare lassù.

Anche questo molto ben scritto, in una prosa scorrevole e piacevole a leggersi.


-"L'automa dell'imperatore", di Piero Schiavo Campo (pagg. 215-235)-piuttosto noioso, racconta di come i turchi, nel XV° secolo, decidano di costruire un enorme automa/computer primordiale che possa dare ordini spietati senza provarne rimorso…

E segue poi il suo utilizzo, e la sua sconfitta.

D’accordo che l’idea che una simile macchina potesse essere costruita è fantascientifica, ma poi…


-"Picadura - una storia di Mondo9", di Dario Tonani (pagg. 237-256)-nell’ottimo Mondo inventato dal Tonani nel quale enormi macchine semi-vive si aggirano in un immenso deserto, una di esse riesce finalmente ad aprire un marchingegno che si favoleggiava contenere tesori, ma vi trova solamente miele.

Che attira uno sciame immenso d’api, che quasi riescono a distruggerla. Ma…


-"Blue infernalia", di Emanuela Valentini (pagg. 257-282)-con gli stessi personaggi del suo romanzo "Red psychedelia", vi trionfa l’iperviolenza.

In un futuro disperato, c’è un Colosseo dove lottano gladiatori in corazze ipertecnologiche, per conquistarsi un niente che però lo sia di meno delle loro vite.

Davvero molto buono, lo si legge ben irretiti nel linguaggio dell’autrice.


-"Zona di contenimento", di Claudio Vastano (pagg. 283-309)-in un futuro prossimo, i danni all’ecosistema hanno causato l’estinzione degli insetti, quanto meno di quelli utili per l’impollinazione delle piante.

Si sono costruiti dei sostituti cibernetici che però si sono, classicamente, ribellati. E hanno cominciato ad attaccare gli uomini.

Il racconto segue i guardiani di una zona di contenimento, appunto, entro la quale sono confinati questi insetti meccanici.

Cosa succederà ve lo lascio scoprire, ma il finale, incongruo, fa pensare che l’autore abbia in mente un seguito.


-"Essere ovale", di Alessandro Vietti (pagg. 313-332)-un uomo è in viaggio, da solo, verso una stella lontana; e racconta.

Di come lui sia nato deforme, senza ne braccia ne gambe, di che cosa ciò abbia comportato, per la sua vita. E di come, ciò, però, lo abbia portato ad essere dov’è.

E della Svolta; del Mondo che aveva preso ad andare verso l’ottimizzazione grazie alle I.A. che avevano, praticamente, preso il potere.

Dunque Sf dell’inner space, e scritta molto bene.


-"Orbita pericolosa", di Alain Voudì (pagg. 333-360)-in un futuro prossimo un uomo che di mestiere fa l'abbattitore di spazzatura spaziale si imbatte in un satellite… con un cadavere.

Lui, e la sua capo con la quale è in contatto a Terra, decidono di abbatterlo ugualmente, senza rivelarne il contenuto, cosa che avrebbe fatto sapere che una guerra che aveva causato centinaia di milioni di morti… era stata fatta su basi sbagliate.

Il tipico racconto tranquillo, che procede linearmente e lentamente; qui è l’umanità dell’uomo, che vorrà parlare, a quel cadavere, e regalargli il crocefisso del nonno che portava sempre con sé, ad essere messa in risalto.


Dunque, come abbiamo detto, la qualità di questi racconti italiani è davvero buona; lasciando da parte "L'automa dell'imperatore", che mi è sembrato davvero fuori luogo, gli altri sono tutti buoni; ben scritti, dalle idee abbastanza originali, avvincenti quanto basta.

E che non si debba più dire, che gli autori italiani del fantastico fanno fatica ad essere pubblicati!

Il volume è completato da una "Introduzione", di Franco Forte (pagg. 9-10), e un "L'età d'oro della fantascienza italiana", di Silvio Sosio (pagg. 361-376)






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