L'ultimo carnevale
di Paolo Malaguti, "Narratori", ed. Solferino, 2019, 17,00 €, 320 pagg.
Nel 2080 Venezia è ormai diventata… un parco turistico, visitabile solamente in giri strettamente sorvegliati.
I veneziani sono stati fatti andare altrove, e le opere d’arte in pericolo di essere sommerse dalle acque notevolmente alzatesi smontate e messe in sicurezza.
Il romanzo segue, in questo scenario, uno dei guardiani che seguono le comitive in gita, un vecchio che dalla sua nuova casa di Mestre progetta un rientro nella sua città che nasconde molti segreti, e una terrorista, o, meglio, l’unica del comitato pro Venezia che abbia accettato… il proprio piano, decisamente terroristico, e che causerà molte morti, compresa la sua.
Il tutto nel giro di un solo giorno, anche se con alcuni flash back nel passato.
Il racconto procede, dunque, lento, molte volte ripercorrendo lo stesso lasso di tempo da più punti di vista, in una buona prosa.
La vicenda che risulta sicuramente più toccante è quella del vecchio, che andrà in quelle, molte, case che aveva, lui ferramenta, chiuso; con dentro persone che non volevano andarsene, da casa loro, e che avevano preferito morirci.
Per poi seguire quella stessa scelta, e suicidarsi.
La guida lo troverà, e sarà davvero un incontro molto toccante, il loro.
Altri contributi critici: trafiletto di Cristina Lacava, "Io donna", 15/6/2019; "Venezia 2.0 è un parco a tema. In un romanzo, per adesso...", di Cristina Taglietti, "Corriere della sera", 16/7/2019
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