I reietti dell'altro pianeta, un romanzo anarchico di U.K. Le Guin
di Marco Abate
"… un mondo con meno governo, decentralizzato e senza autoritarismi. Dove al1a gente sia permesso agire spontaneamente invece di far sempre parte di una gerarchia diretta dall'alto.,, si può giocare con l'idea di un mondo senza governo centralizzato; un mondo, come disse Engels, - dove il governo delle persone sia rimpiazzato dall'amministrazione delle cose -. E la gente fa quello che vuole. Se desidera andarsene, se ne va". (I)
Questo è Anarres, secondo la descrizione della stessa autrice, pianeta gemello di Urras. Il primo e arido, desolato, popolato dai seguaci della filosofia di Odo anarchici libertari, fuggiti decenni prima da Urras, pianeta simile, geograficamente e politicamente alla Terra.
Shevek e un fisico, nato e cresciuto ad Anarres, che lavora alla Teoria Temporale Generale, teoria in grado di permettere la realizzazione del trasporto spazio temporale istantaneo. Il governo dello stato capitalista A-Io di Urras, lo invita a visitare il pianeta gemello per permettergli di elaborare, e quindi impossessarsi, della sua teoria.
Questa l'idea-base del romanzo, che si sviluppa nella cronaca della vita di Shevek sul suo pianeta, del suo viaggio tra i "proprietaristi", fine alla scelta di fuggire da Urras per ritornare coi suoi fratelli.
L’interesse dell’opera non sta tanto nella vicenda in sè, quanto nella cronaca intensa, ideologizzata, ma nello stesso tempo piacevole e curiosa della vita nella società libertaria odoniana e dell'incontro fra Shevek ed i costumi, la filosofia, le miserie del regime capitalista di Urras.
"Ogni persona su Anarres è un rivoluzionario… La rete amministrativa e dirigenziale è chiamata C.D.P. Coordinamento della Distribuzione della Produzione.
Costituisce un sistema di coordinamento per tutti i gruppi, le cooperative e gli individui che svolgono attività produttive. Non 'governa le persone: amministra la produzione. Non ha né l'autorità di sostenermi né quella di fermarmi. Può soltanto riferire al mio gruppo l'opinione pubblica nei nostri confronti... la nostra posizione nella coscienza sociale." (2)
Sul pianeta di Shevek non esiste il denaro, la proprietà; la scelta dei suoi abitanti e stata quella di "condividere", rifiutando così nel modo più totale lo stesso concetto di proprietà privata. Ed è interessante accorgersi, nella lettura, della verosimiglianza e della logicità filosofica con la quale viene descritta la vita, le gioie, i dolori, gli amori, i drammi personali o collettivi di Shevek, e dei suoi "fratelli".
I temi posti dalla Le Guin sono molteplici ed impegnativi, ma tutti svolti con vivacità e piacevolezza.
Quali sono i rapporti fra moralità pubblica e moralità privata, tra scienza e potere, tra arte ed organizzazione, tra sessualità. E razionalità sociale, tra sentimenti individuali e doveri comunitari?
E ancora, come può svilupparsi un rapporto d'amore tra "fratelli", tra due uomini, tra un uomo ed una donna senza possesso, senza vincoli imposti, senza "egoizzare"? Oppure, come organizzare il lavoro e la produzione a cicli e rotazioni, secondo le necessità della comunità, senza imporre determinate mansioni, determinati luoghi, per un determinato tempo?
Su Anarres ci riescono; non vivono negli agi o nel lusso. In periodi di carestia devono razionare persino il cibo. Ma nessuno sta meglio alle spalle di nessun altro.
È ancora Shevek a parlare: "Nessuno possiede alcunchè che si possa rubare. Se uno vuole una cosa, la prende dal deposito. E per quanto riguarda la violenza, be, non saprei; lei pensa che proverebbe desiderio di uccidermi, ordinariamente? E s>e lo provasse, pensa che basterebbe una legge a fermarla? La coercizione non è il mezzo più efficace per ottenere l'ordine." (3)
A capitoli alternati si narra della vita su Anarres e dell'incontro tra Shevek, nato e cresciuto odoniano, ed il mondo dei ricchi e dei poveri di Urras. Shevek con fatica capisce il modo di vivere, l'ideologia borghese che regola la vita dei "proprietaristi"; non riesce nemmeno a farsi capire. Candidamente e semplicemente descrive il suo mondo, la pratica delle idee libertarie odoniane.
Fa un effetto strano leggere di questa utopia "realizzata", leggere di Shevek che si scontra con quella che per noi è la realtà quotidiana, e non la capisce, la giudica atroce, crudele, ingiusta. Ed è anche divertente, o se preferite drammatico, trovarsi nelle condizioni, leggendo il romanzo, di fare il tifo per Shevek, ben sapendo che la realtà di tutti noi, dei nostri giorni, è quella di Urras, non certo quella dei reietti.
Shevek non e andato sul pianeta gemello per fare proseliti, non intende "liberare" o convincere nessuno.
Vive anche i drammi e conosce la miseria del proletariato urrasiano, perché li va a cercare, fugge dallo splendido isolamento impostogli dal governo e dagli scienziati che lo hanno invitato. Fugge dai loro ricevimenti, si rifiuta di essere partecipe del loro mondo. Fugge, si rifugia nei quartieri poveri, cerca e trova comprensione fra le "classi inferiori", partecipa ad una enorme manifestazione "contro il reclutamento, le tasse di guerra, l'aumento di prezzo degli alimentari", partecipa al comizio. Fugge ancora dopo che la manifestazione viene attaccata a colpi di mitraglia dalla polizia che lascia sulla piazza e nelle vie centinaia di manifestanti morti.
Dice al comizio: "Io sono qui perché voi vedete in me la promessa, la promessa da noi fatta duecento anni fa in questa città… la promessa mantenuta.
No, l’abbiamo mantenuta, su Anarres. Noi non abbiamo altro che la nostra libertà. Noi non abbiamo altro da darvi che la vostra libertà. Noi non abbiamo altra legge che il singolo principio dell’aiuto reciproco tra individui. Non abbiamo altro governo che il singolo principio della libera associazione. Non abbiamo stati, non abbiamo nazioni, presidenti, capi del governo, capi militari, generali, principali, banchieri, padroni di casa, non abbiamo salari, ospizi, polizia, soldati, guerre. E le cose che abbiamo non sono molte. Siamo compartecipanti, e non proprietari. Non siamo prosperi. Nessuno di noi è ricco. Nessuno di noi ha potere. Se è Anarres ciò che volete, Anarres è il futuro che cercate, allora vi dirò che dovete accostarvi ad esso con mani vuote. Dovete raggiungerlo da soli, e nudi, come il bambino giunge al mondo, nel futuro, senza alcun passato, senza alcuna proprietà, dipendente in tutto da altri per la sua vita. Non potete prendere ciò che non avete dato, e dovete dare voi stessi. Non potete comprare la Rivoluzione. Non potete fare la Rivoluzione. Potete soltanto essere la Rivoluzione. È nel vostro spirito, oppure non è in alcun luogo." (4)
E dice all'ambasciatore di Terra che gli offre asilo e gli permette di ritornare su Anarres:
"Noi non possiamo venire a voi. Voi stessi non ce lo permettereste. Voi non credete nel cambiamento, nel caso, nell'evoluzione. Voi distruggereste, piuttosto di ammettere la nostra realtà, piuttosto di ammettere che c'è speranza. Noi possiamo soltanto aspettare che voi veniate a noi." (5)
Un libro molto piacevole, stimolante, che fa pensare. Fa venir voglia di muoversi e mettere in discussione alla radice, abitudini, comportamenti, luoghi comuni per anni praticati o subiti senza convinzione.
È proprio un romanzo utopico, dirà qualcuno, e questo è senz'altro vero.
Ma dove sta il confine tra utopia e realtà?
Dobbiamo forzatamente continuare a sognare l’utopia senza tentare mai di praticarla?
note:
l) Intervista con U.K. Le Guin – Robot n. 6, Armenia editrice, pag. 41
2) I reietti dell'altro pianeta pag. 67
3) " " " ", 129
4) " " " ", 259
5) " " " ", 300
URSULA KROEBER LE GUIN, è americana e laureata in letteratura francese e italiana. Ha scritto altri romanzi che vale la pena di leggere , Citiamo i più significativi:
- La mano sinistra delle tenebre - Libra Editrice - Bologna 1971 - L. 4.000
- Il mondo della foresta – Cosmo Argento - Editrice Nord - Milano 1977 - L. 2.500
THE DISEPOSSESSED; AN AMBIGUOS UTOPIA - 1974 - I reietti dell'altro pianeta - Collana SF narrativa d’anticipazione. Editrice Nord - Milano 1976 - L. 3.000
[ Indietro ]
Articoli per bibliografie e saggi sulla sf italiana Copyright © di IntercoM Science Fiction Station - (178 letture) |