Ursula K. Le Guin: dalla fantascienza alla narrativa utopista
di Paul Gray
"Ponendomi in ascolto, posso udire voci con l’orecchio interiore? Udisti tu Schiemann, nelle strade di Troia? Se le udisti, anche tu eri un folle. Gli abitanti di Troia erano tutti morti da 3000 anni. Ma cos’è più lontano da noi, al di là della nostra portata… più silenzioso? Ciò che è morto o ciò che non è mai stato"? (da Always coming home
Suo padre A. L. Kroeber era un famoso antropologo, sua madre Theodora una scrittrice, interessata soprattutto agli indiani d’America. Se ancora ci fosse qualcuno ignaro di queste nozioni concernenti la vita di Ursula K. Le Guin, potrà probabilmente dedurle dal suo ventitreesimo libro Always Coming Home, che può essere letto sia come un romanzo che come qualcosa di ben diverso, cioè un compendio informativo, in chiave scientifica, sul popolo immaginario di un lontano futuro. Il popolo in questione ha il nome di Kash, ed è una tribù che vive in nove cittadelle della valle del fiume Na, in qualche luogo della California settentrionale. Lo studio della Le Guin sui suoi riti e costumi è arricchito da mappe, tavole sinottiche, indici e disegni. Il libro è anche corredato da registrazioni su nastro (responsabili prezzo incredibilmente elevato dell’opera) di musica e poesia Kesh (!)
Un libro accessoriato può suonare all’orecchio come un’orribile trovata. Se una cassetta deve svolgere il lavoro che di norma compete alle parole del testo allora sarebbe meglio, per tutti dimenticare l’intera faccenda. Per fortuna però la prosa della Le Guin si dimostra notevolmente al di sopra del compito che si propone, e cioè quello della storia enciclopedica di un mondo inventato. I suoni non sono altro che effetti speciali.
Il più significativo elemento di Always Coming Home è il racconto autobiografico di una donna chiamata Stone Telling (1). Sebbene la sua storia occupi approssimativamente un quarto del libro, costituisce una parte di primo piano per la comprensione del più vasto affresco che la Le Guin intende rappresentare.
Stone Telling rivisita dapprima la fanciullezza, quando il suo nome era North Owl (2) (la gente Kesh cambia nome ogni qualvolta considera appropriato farlo).
La giovane è allevata da sua madre e sua nonna in una società basata sulla discendenza materna, i cui rituali si armonizzano con la natura e il trascorrere delle stagioni; studia il comportamento degli animali ed apprende la canzone Kesh di felicità e glorificazione: "Heya hey heya heya".
L’unica fonte di infelicità in questo paradisiaco sistema di vita origina dal fatto che suo padre è un membro del popolo Condor, una feroce tribù guerriera del Nord. Il suo nome è Terter Abaho, che in Kesh si traduce Kills (3). Quando North Owl compie nove anni, egli torna dalla figlia per trascorrere con lei l'autunno e l’inverno. La piccola osserva il suo modo di comportarsi nei confronti dei soldati a lui sottoposti e si vede spiegare come impartir loro un ordine. Appena ci si prova, gli uomini ubbidiscono istantaneamente: "Così per la prima volta avvertii la grande energia del potere che origina dall’equilibrio delle forze".
Questa consapevolezza farà sì che un giorno si decida a partire con il padre per un esame diretto della società Condor. Tuttavia, una volta compiuto il viaggio, i motivi di pentimento si accavallano numerosi. I Condor sono tutto ciò che i Kesh non sono: violenti, "negativi", avidi, oppressi da una rigida suddivisione in caste e competitivi. "Tutto ciò che sapevano fare", nota North Owl, "era la guerra". Le donne di alta levatura sono obbligate a vite di oziosa solitudine. Tutte le altre, assieme agli stranieri e agli animali, sono quotidianamente angariate in quanto "hontik". I guerrieri Condor adorano il dio "One" e uccidono in nome dalla sua magnificenza.
North Owl giunge alla conclusione che i suoi anfitrioni sono "un popolo malato sulla via dell’autodistruzione" e agogna il giorno in cui potrà cambiare il suo nome in Woman Coming Home (4).
La letteratura d’anticipazione è intrinsecamente politica, dal momento che entrambe costituiscono un approfondimento o una reazione contro risapute condizioni di vita. E la Le Guin, che si è spostata gradualmente dalla fantascienza pura alla narrativa utopista, non fa alcun segreto delle sue intenzioni polemiche. Il popolo Condor racchiude in sé tutte le tendenze più negative delle odierne superpotenze. I Kesh sono invece ciò che l'umanità potrebbe diventare se desistesse dai suoi propositi di imporre volontà e finalità al mondo intero. L’enorme campionario di materiale pseudo-antropologico in "Always Coming Home" è come dire dunque, un progetto per un mondo presumibilmente migliore.
Nessuno può criticare la Le Guin per scarsità d’ambizione. Tuttavia il suo libro non manca di sollevare varie consistenti barriere. I lettori sono portati a reagire alle sue argomentazioni, schierandosi in fazioni contrapposte. Quelli che credono che l’uomo si sia incamminato verso la distruzione il momento stesso in cui ha smesso di essere un nobile selvaggio, troveranno realizzati i loro sogni più riposti. Basti osservare il sorgere di un culto Kesh sui campus universitari. Gli altri, che ritengono le società primitive una fase esecrabile, brutale, breve nell’evoluzione verso la civiltà, rimarranno impassibili dinanzi alla serena monotonia della vita Kesh.
I Condor si dimostrano di gran lunga più interessanti, forse proprio perché il racconto accelera in presenza del male e di situazioni conflittuali. John Milton aveva fronteggiato un problema simile nella descrizione di Satana nel Paradiso perduto, e la Le Guin, pur lavorando su un differente livello, ammette esplicitamente il dilemma.
Una voce del libro appartiene a Pandora, che sembra incarnare spunti tratti sia dalla mitologia greca che dalla coscienza occidentale contemporanea. Attraverso l'artifizio magico di un viaggio nel tempo, Pandora conversa con una bibliotecaria Kesh: questo popolo illuminato ha trasformato in un’abitudine il gettar via libri e documenti. Più ci si addentra nel dialogo, più Pandora si mostra delusa: "Non mi sono mai comportata come voi utopisti", ella dice, "le persone che hanno risposte per tutto sono noiose, cara... molto molto noiose". Ma la storia di Stone Telling, coadiuvata dall'ispirata assistenza dell'autrice, è così incantevole da porsi agevolmente al di sopra di quest’affermazione.
N. d. t.
1. Pietra-Che-Parla
2. Civetta del nord
3. Uccisore
4. Donna-che-torna-in-patria
[ Indietro ]
Articoli per bibliografie e saggi sulla sf italiana Copyright © di IntercoM Science Fiction Station - (181 letture) |