Crescentini horror
di Renato Franco
Alterna ruoli drammatici e da commedia, film e fiction, impegno e disimpegno, la popolarità scolpita nel bronzo l'ha raggiunta grazie a un'interpretazione da «cagna»: Boris l'ha consacrata come icona di culto, il suo ruolo da pessima attrice (cagna maledetta) la chiamava il regista René Ferretti) è un taglio di ironia e autoironia. In queste settimane si parla di un nuovo capitolo di Boris: «Io adorerei - sorride Carolina Crescentini -. Ma a noi per ora non è ancora arrivata nessuna comunicazione ufficiale. Mi piacerebbe da morire ovviamente, forse adesso Corinna (l'attrice che interpretava nell'improbabile soap Gli occhi del cuore, ndr) dovrebbe avere le labbra a canotto considerando che ha un pinolo al posto del cervello. Quella serie è stata una magia: ho tante difficoltà a rivedermi nei film che ho fatto perché vorrei sempre aver recitato diversamente da come l'ho fatto. Invece l'unica parte che posso riguardare e mi sento male dal ridere tutte le volte è Boris».
Versatile. Carolina Crescentini ora si è data anche all'horror. In Letto N. 6, diretto da Milena Cocozza da un soggetto dei Manetti bros, l'attrice interpreta una dottoressa che viene assunta in un ospedale pediatrico per coprire i turni di notte in reparto. «E si ritrova immersa in un ambiente che dietro la sua immagine rassicurante nasconde un terrificante segreto legato al suo passato di manicomio infantile. n fantasma di un bambino si aggira tra i corridoi tormentandola e trasformando le sue notti in clinica in un incubo: si troverà ad affrontare una serie di situazioni che una donna di scienza non può analizzare razionalmente.
Viene catalogato come un horror, ma dal mio punto di vista è più un thriller psicologico con un tocco di ghosting. Non ho mai creduto ai fantasmi, ma credo nell'energia dei luoghi: ci sono posti dove non stai bene, dove c'è un'aura negativa, senti qualcosa che è rimasto appiccicato alle pareti e vuoi solo andartene. Il film ricrea queste atmosfere». I suoi fantasmi «reali» quali sono?
«I topi a Trastevere dove vivo. E poi alcuni suoni, tipo quello del trapano» .
Il fantasma, altrettanto reale per il cinema di oggi, è il virus: ha ucciso le sale? «Mi fa paura solo pensarci... In questi mesi se non avessimo avuto film e serie sulle piattaforme ci saremmo impanicati di più di quanto già lo eravamo, ma l'esperienza che hai in sala - e parlo da spettatrice – è qualcosa che la tv di casa non potrà restituirti mai. Hai un'attenzione, un'immersione diversa. Dico si alla piattaforma, ma anche si alla sala perché sono due abitudini differenti che possono coesistere».
La colonna sonora di Letto N. 6 (ora disponibile su Sky Primafila, più avanti su Sky Cinema), l'ha scritta Motta, suo marito: «C’è un tema nel film, una ninna nanna che ritorna; dopo le ore sul set fatte di terrore, lacrime, paura e angoscia, tornavo a casa e pensavo solo a staccare, invece lui stava lavorando a quella inquietante ninna nanna. Ho vissuto settimane con un sottofondo da incubo». Lui cantante, lei attrice: come va lo scontro di ego? «Siamo entrambi egocentrici ma ci bilanciamo, sappiamo mettere da parte il nostro ego per aiutare l'altro».
Tra dramma e commedia Carolina Crescentini non sceglie: «Sono scissa, ho entrambi i sentimenti dentro di me, ho una personalità drammatica e ironica».
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