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Singolarità tecnologica


di Vernon Vinge


1 - Cos'è la singolarità

L'accelerazione del progresso tecnologico ha rappresentato l'aspetto centrale di questo secolo. Ci troviamo di fronte alla possibilità di cambiamenti che sono paragonabili alla nascita della vita umana sulla terra. La causa precisa di questi cambiamenti è indicata nell'imminente creazione di entità tecnologiche con un'intelligenza più grande di quella umana. La scienza può arrivare a questo punto di rottura attraverso mezzi diversi (e questa è un'altra ragione per confidare nel fatto che la cosa potrebbe accadere):

È possibile lo sviluppo di computer che siano svegli e intelligenti in modo super umano. (A tutt'oggi ci sono molte controversie sul fatto che si possa o meno creare l'equivalente umano nella macchina. Ma se la risposta è sì, allora ci sono pochi dubbi sul fatto che subito dopo si possano costruire esseri più intelligenti.)

Grossi network di computer e gli utilizzatori a loro associati potrebbero risvegliarsi come entità intelligenti in modo super umano.

Interfacce Computer/Uomo potrebbero diventare così profonde da poter considerare ragionevolmente gli utilizzatori come intelligenti in modo super umano.

La scienza biologica potrebbe fornire i mezzi per aumentare l'intelletto umano naturale.

Le prime tre possibilità dipendono dai perfezionamenti dell'hardware dei computer. Il progresso dell'hardware ha seguito una curva sorprendentemente regolare negli ultimi decenni. Basandomi su questa tendenza, credo che la creazione di un'intelligenza più grande di quella umana potrebbe avvenire nell'arco dei prossimi trent'anni. (Charles Platt ha sottolineato come i sostenitori dell'IA stiano facendo questa dichiarazione da trent'anni. In tal caso, per non essere accusati di ambiguità temporale, vorrei essere più preciso: mi sorprenderebbe se questo evento accadesse prima del 2005 o dopo il 2030.)

Quali sono le conseguenze di un evento di questo tipo? Allorchè un'intelligenza più grande di quella umana guidasse il progresso, il progresso sarebbe molto più rapido. Di fatto, non sembrano esserci ragioni perché il progresso stesso non possa comportare la creazione di entità ancora più intelligenti ... su una scala temporale più ravvicinata.

L'analogia più efficace che trovo sta nel passato evoluzionistico: gli animali si adattano ai problemi e realizzano delle invenzioni, ma spesso in modo che non è più veloce del modo in cui la selezione naturale può fare il suo lavoro: il mondo agisce come proprio simulatore nel caso della selezione naturale. Noi umani abbiamo l'abilità di interiorizzare il mondo e portare avanti nelle nostre teste il cosa-succede-se; possiamo risolvere la maggior parte dei problemi mille volte più velocemente di quanto non possa fare la selezione naturale. Ora, nel creare i mezzi per eseguire quelle simulazioni ad una velocita molto maggiore, entriamo in un regime che è tanto radicalmente diverso dal nostro passato umano quanto noi umani lo siamo dagli animali inferiori.

Questo cambiamento rappresenterà una dissipazione di tutte le regole umane, forse in un batter d'occhio: una fuga esponenziale al di là di ogni speranza di controllo. Sviluppi che si pensava potessero solo accadere in "un milione di anni" (se mai ci fossero riusciti) molto probabilmente accadrebbero nel secolo successivo.

È giusto chiamare questo evento una singolarità ('La Singolarità" per gli scopi di questo scritto.) è un punto in cui i nostri vecchi modelli devono essere scaricati e governa una nuova realtà, un punto che incomberà sempre di più sugli affari umani fine a che la nozione non diventerà d'uso comune. Eppure, nel momento in cui si verificherà" potrebbe ancora rappresentare una grossa sorpresa e un'ancor più grossa incognita. Negli anni '50 pochissimi se ne accorsero: Stan Ulam (1) ha parafrasato John von Neumann nel dire:

Una familiarizzazione centrata sul progresso sempre in accelerazione della tecnologia e del cambiamento nello stile della vita umana, che da l'apparenza di avvicinarsi a qualche singolarità essenziale nella storia della razza oltre la quale gli affari umani, così come li conosciamo, non possono continuare.

Lo stesso von Neumann usa il termine singolarità anche se sembra che pensi al progresso normale e non alla creazione dell'intelletto super umano. (Per me la super umanità è l'essenza della Singolarità. Senza di essa non avremmo altro che un luccichio di ricchezze tecnologiche mai assorbite propriamente.)

Gli anni '60 hanno visto il riconoscimento di alcune delle implicazioni dell'intelligenza super umana. I.J. Good ha scritto:

Mi si permetta di definire una macchina ultra intelligente come una macchina che può sorpassare di gran lunga tutte le attività intellettuali di qualsiasi uomo comunque intelligente. Poiché il progettare le macchine è una di queste attività intellettuali, una macchina ultra intelligente potrebbe progettare macchine ancora migliori; ci potrebbe quindi essere senza dubbio una "esplosione di intelligenza" e l'intelligenza dell'uomo rimarrebbe molto indietro. Così la prima macchina ultra intelligente sarebbe l'ultima invenzione che dovrebbe fare l'uomo, premesso che la macchina sia tanto docile da dirci come tenerla sotto controllo. (...) Sono più le probabilità a favore che quelle contro che, entro il ventesimo secolo, una macchina ultra intelligente sia costruita e che sia l'ultima invenzione che l'uomo dovrà fare. (2)

Good ha colto l'essenza della fuga, ma non ne segue le conseguenze più spiacevoli. Qualsiasi macchina intelligente del tipo da lui descritto non sarà uno "strumento" dell'umanità. non di più di quanto gli uomini siano gli strumenti dei conigli, dei pettirossi o degli scimpanzè.

Attraverso gli anni sessanta, settanta ed ottanta, si diffuse la consapevolezza del cataclisma. Forse furono gli scrittori di fantascienza che sentirono il primo impatto concreto. Dopotutto gli scrittori di "hard" science fiction sono quelli che cercano di scrivere storie specifiche su tutto ciò che la tecnologia potrebbe farci.

Sempre di più questi scrittori sentirono un muro torpido attraverso il futuro. In precedenza potevano spostare queste fantasie milioni di anni nel futuro, ora vedevano che le loro estrapolazioni più diligenti risultavano nello sconosciuto ... immediato. In precedenza gli imperi galattici potevano apparire come un dominio post-umano, ora, amaramente, lo erano anche quelli interplanetari.

Che ne è del decennio in arrivo mentre ci avviciniamo al limite? Come si diffonderà l'approssimarsi della Singolarità sulla visione umana del mondo? Ancora per un po' i critici generali della sapienza della macchina avranno buon gioco. Dopotutto fino a quando non avremo dell'hardware potente quanto il cervello umano e probabilmente sciocco pensare che riusciremo a creare intelligenza equivalente a quella umana (o più grande). (C'è la possibilità alquanto improbabile che si passo realizzare un equivalente umano da un hardware molto meno potente, se volessimo abbandonare la velocita, se volessimo adattarci ad un essere artificiale che sia letteralmente lento. Ma è molto più probabile che inventare il software sia un processo spinoso, che presenti molte false partenze e sperimentazioni. Se è così, dunque, l'arrivo di macchine coscienti non accadrà se non dopo lo sviluppo di hardware che sia sostanzialmente più potente dell'equipaggiamento naturale dell'umanità.)

Ma col passare del tempo possiamo vedere ulteriori sintomi. Il dilemma provato dagli scrittori di fantascienza viene percepito in altri sforzi creativi. (Ho sentito sceneggiatori di fumetti attenti che si preoccupano di come creare effetti spettacolari quando ogni cosa visibile può essere prodotta dalle convenzionalità tecnologiche.) Vedremo l'automazione sostituire livelli di lavoro sempre più alti. Abbiamo già adesso degli strumenti (programmi matematici simbolici, cad/cam) che ci liberano dalle minuterie di basso livello. Messa diversamente: il lavoro che è realmente produttivo è il dominio di una frazione sempre più piccola ed elitaria dell'umanità. Con l'arrivo della Singolarità vedremo le predizioni dell'autentica disoccupazione tecnologica diventare finalmente vere.

Un altro sintomo del progresso verso la Singolarità: le idee stesse si dovrebbero spargere ancora più velocemente ed anche le più radicali diventeranno velocemente luoghi comuni.

E che ne è dell'arrivo della Singolarità stessa? Cosa si può dire della sua comparsa? Poiché implica una fuga intellettuale, probabilmente accadrà in modo più veloce di qualsiasi rivoluzione tecnica vista finora. Probabilmente l'evento precipitante sarà inatteso, forse anche dai ricercatori impegnati ("Ma tutti i modelli precedenti erano catatonici! Stavamo solo tirando qualche parametro ... "). Se il collegamento a rete sarà abbastanza diffuso (in sistemi ubiqui interconnessi) sembrerà 9ce i nostri manufatti tutto d'un tratto si siano svegliati.

E che cosa succeda un mese o due (o un giorno o due) dopo questo fatto? Ho una sola analogia da indicare la nascita dell'umanità. Saremo nell'era post-umana. E per quanto abbia un ottimismo tecnologico, penso che mi sentirei a mio agio se stessi osservando questi eventi trascendentali da una distanza di un migliaio di anni … invece che di venti.


2 - Può essere evitata la Singolarità?

Bè, forse non accadrà per niente: a volte cerco di immaginare i sintomi che dovremmo aspettarci per vedere se la Singolarità non si svilupperà. Ci sono gli argomenti ampiamente rispettati di Penrose (3) e Searle (4) contro la fattibilità di macchine senzienti. Nell'agosto del 1992 la Thinking Machines Corporation ha tenuto un seminario per investigare "Come Costruiremo una Macchina Che Pensa". Come si può dedurre dal titolo del seminario i partecipanti non erano particolarmente partigiani degli argomenti contro l'intelligenza meccanica. Di fatto c'è stato un accordo generale che la mente può esistere su substrati non biologici e che gli algoritmi sono di importanza centrale per l'esistenza delle menti. Comunque c'è stato un grosso dibattito sulla potenza dell'hardware grezzo presente nel cervello organico. Una minoranza era dell'idea che i più grossi computer del 1992 fossero tre ordini di magnitudine al di sotto della potenza del cervello umano. La maggioranza dei partecipanti concordava con la stima di Hans Moravec (5) che ci troviamo ad una distanza tra i dieci e i quaranta anni dalla parità hardware. E, inoltre, c'era un'altra minoranza che congetturava sul fatto che la competenza di computo di un singolo neurone potrebbe essere più alta di quanto si creda generalmente. Se così fosse, i nostri attuali computer potrebbero trovarsi anche a dieci ordini di magnitudine al di sotto dell'equipaggiamento che ci portiamo in giro in testa. Se ciò fosse vero (o per ciò che conta, se la critica di Penrose e Searle fosse valida) potremmo non vedere mai una Singolarità, Al contrario, all'inizio del primo decennio del duemila vedremmo la curva delle prestazioni del nostro hardware iniziare ad appiattirsi. a causa della nostra incapacità ad automatizzare il lavoro di progettazione necessario a supportare ulteriori miglioramenti dell'hardware. Finiremmo col ritrovarci dell'hardware veramente potente, ma senza la capacità di spingerlo più avanti. La commercializzazione del processo del segnale digitalizzato potrebbe essere impressionante, dando un'apparenza analogica anche alle operazioni digitali, ma non ci sarà niente a "svegliarsi" e non ci sarà mai la fuga intellettuale che è l'essenza della Singolarità. Molto probabilmente sarebbe vista come un'età dell'oro ... e sarebbe pure una fine del progresso. Molto probabilmente è proprio il futuro predetto da Gunther Stent (6), che cita esplicitamente lo sviluppo dell'intelligenza trans-umana come una condizione sufficiente per risolvere le sue proiezioni.

Ma se la Singolarità tecnologica può accadere, accadrà. Anche se tutti i governi del mondo arrivassero a comprendere la "minaccia" e ne fossero mortalmente impauriti, il progresso verso la meta continuerebbe. Il vantaggio competitivo (economico, militare e perfino artistico) di ogni avanzamento nell'automazione è così pressante che vietare tali cose semplicemente permette che qualcun altro sia il primo ad ottenerle.

Eric Drexler ha fornito delle riflessioni spettacolari su quanto lontano può arrivare l'avanzamento tecnico (7). È d'accordo sul fatto che le intelligenze super umane si potranno avere nell'immediato futuro. Ma Drexler è dell'idea che possiamo confinare tali dispositivi trans umani in modo che i loro risultati possano essere esaminati ed usati con sicurezza.

Io sono dell'idea che il confinamento sia intrinsecamente impraticabile. Immaginatevi chiusi a casa vostra con solo un accesso limitato ai dati esterni dai vostri padroni. Se i vostri padroni pensassero ad una velocità, diciamo, un milione di volte più piccola della vostra, non c'è dubbio alcuno che nell'arco di un periodo di qualche anno (del vostro tempo) troverete un modo di scappare. Io chiamo "super umanità debole" questa forma di "ragionamento veloce" della super intelligenza. Tale entità "debolmente super umana" probabilmente si estinguerebbe in qualche settimana di tempo esterno. La "super umanità forte" rappresenterebbe molto di più che aumentare la velocita dell'orologio in una mente equivalente a quella umana. È difficile dire con precisione come sarà la "super umanità forte", ma la differenza sembra essere profonda. Immaginate di far girare il cervello di un cane ad alta velocità. Un migliaio di anni di vita canina arriverebbero alla capacità di comprensione umana? Molte speculazioni sulla super intelligenza sembrano basarsi sul modello super umano debole. Credo che le nostre migliori previsioni sul mondo della post-Singolarità si potrebbero ottenere pensando alla natura della super umanità forte. Su questo punto ci ritornerò.

Un altro approccio al confinamento è di costruire regole nella mente dell'entità super umana creata. Credo che qualsiasi regola abbastanza stretta da essere efficace produrrebbe anche uno strumento la cui abilità sarebbe chiaramente inferiore alla versione senza restrizioni (allo stesso modo la competizione umana favorirebbe lo sviluppo dei modelli più pericolosi.)

Se la Singolarità non può essere prevenuta o confinata, allora quanto sarà brutta l'era Post-umana? Bè… abbastanza brutta. L'estinzione fisica della razza umana è una possibilità. (o, come Eric Drexler l’ha messa riguardo alla nanotecnologia: accettato tutto ciò che tale tecnologia può fare, forse i governi deciderebbero semplicemente che non hanno più bisogno di cittadini.) Eppure l'estinzione fisica potrebbe non essere la possibilità più spaventosa. Pensate ai diversi modi in cui ci poniamo in relazione con gli animali. Un mondo Postumano avrebbe ancora un'infinità di nicchie dove l'automazione umano-equivalente sarebbe accettabile: sistemi allacciati in strumenti autonomi, spiriti autocoscienti nella funzionalità inferiore di senzienti più ampi. (Una intelligenza fortemente super umana sarebbe probabilmente una Society of Mind (8) con qualche componente proprio competente). Alcuni di questi equivalenti umani potrebbero venir usati per nient'altro che per il processo del segnale digitale ... Altri potrebbero essere dall'apparenza molto umana, eppure con una unidimensionalità, una dedicazione che nella nostra era li porterebbe dritti dritti in un manicomio. Comunque nessuna di queste creature potrebbero essere umani in carne ed ossa, potrebbero essere la cosa più vicina nel nuovo ambiente a ciò che ora chiamiamo umano.

Ho detto in precedenza che non possiamo prevenire la Singolarità, che il suo arrivo è una conseguenza inevitabile della competitività naturale degli umani e delle possibilità inerenti alla tecnologia. E comunque noi siamo gli iniziatori. Anche la più grossa valanga è innescata da piccole cose. Abbiamo la libertà di stabilire le condizioni iniziali, di far accadere le cose nelle maniere che sono meno contrarie di altre.

Naturalmente (come nel far scattare valanghe), potrebbe non essere chiaro qual è la giusta spinta di guida


3 - Altre strade per la Singolarità

Quando la gente parla di creare esseri super umanamente intelligenti immagina di solito un progetto di IA. Ma come ho fatto notare all'inizio di questo articolo, ci sono altre strade verso la super umanità. Le reti di computer e le interfacce Uomo/Computer sembrano molto più comuni dell'IA, eppure potrebbero condurre alla Singolarità. Chiamo questo approccio discordante Amplificazione d'Intelligenza (AI). L'AI sta procedendo molto naturalmente, nella maggior parte dei casi non è neppure riconosciuta per quello che è dagli stessi suoi sviluppatori; ma ogni volta che migliora la nostra capacità di accedere all'informazione e di comunicarla agli altri, in qualche modo raggiungiamo un miglioramento nell'intelligenza naturale. Già adesso, il gruppo formato da un laureato umano e una buona workstation informatica (anche non collegata in rete) può raggiungere il massimo in qualsiasi testo scritto di intelligenza che esista.

Ed è molto probabile che l'AI sia una strada molto più facile nel raggiungimento della super umanità rispetto all'IA pura. Negli umani, i problemi di sviluppo più difficili sono già stati risolti. Iniziare a costruire dal nostro interno dovrebbe essere più facile dell'immaginare come siamo realmente e poi costruire macchine che siano come tutto ciò. E c'è almeno un precedente congetturale a questo approccio. Cairns-Smith (9) ha speculato che 'la vita biologica potrebbe essere iniziata come aggiunta ad una vita più primitiva basata sulla crescita cristallina. Lynn Margulis (10) ha fatto delle forti affermazioni sul fatto che il mutualismo sia una grossa forza trainante nell'evoluzione.

Si noti che non sto proponendo che si ignori la ricerca sull'IA. Avanzamenti nell'IA spesso possono avere applicazioni nell'AI e viceversa. Sto suggerendo di riconoscere che nella ricerca sulle reti e sull'interfaccia ci sia qualcosa di profondo (e potenzialmente selvaggio) quanto l'intelligenza artificiale. Con questa comprensione possiamo vedere progetti che non siano direttamente applicabili quanto l'interfaccia convenzionale e il lavoro di progettazione su rete, ma che servano a portarci verso la Singolarità lungo il cammino dell'AI.

Ecco alcuni possibili progetti che prendono particolare significato dato il punto di vista dell'AI:

Automazione della squadra Uomo/Computer: si prendano problemi che siano normalmente considerati per la semplice soluzione meccanica (come problemi di scalata) e si disegnino programmi e interfacce che si avvantaggino dell'intuizione degli umani e della disposizione dell'hardware informatico. Considerando la bizzarria dei problemi di scalata a dimensione elevata (e gli algoritmi accurati che sono stati escogitati per la loro soluzione), si possono fornire al membro umano del gruppo dimostrazioni e strumenti di controllo proprio interessanti.

Simbiosi Uomo/Computer nell'arte: si combini la capacità di generazione della grafica delle macchine moderne e la sensibilità estetica dell'uomo. Naturalmente una enorme parte della ricerca è andata nella progettazione di un aiuto computerizzato per gli artisti. Suggerisco che esplicitamente ci indirizziamo verso una fusione di competenze più grande, che riconosciamo esplicitamente che l'approccio cooperativo è possibile. Karl Sims ha fatto uno splendido lavoro in questa direzione (11).

Squadre Uomo/Computer ai tornei di scacchi: abbiamo già dei programmi che possono giocare meglio di qualsiasi umano, ma quanto lavoro è stato fatto affinchè questa potenza possa essere usata da un umano, per ottenere qualcosa di migliore? Se queste squadre venissero accettate almeno in alcuni tornei di scacchi, potrebbe avere lo stesso effetto positivo sulla ricerca nell'AI che ha avuto l'ammettere i computer nei tornei per la corrispondente nicchia nell'IA.

Interfacce che permettano accesso al computer e alla rete senza richiedere all'uomo di essere legato ad un posto, di sedere di fronte ad un computer. (Questo aspetto dell'AI si adatta così bene ai vantaggi economici conosciuti che molti sforzi sono già stati spesi su di esso.)

Sistemi di supporto decisionale più simmetrici. Un'area affermata ricerca/prodotto negli anni recenti è stata quella dei sistemi di supporto decisionale. È una forma di AI, ma deve essere più focalizzata su sistemi che siano oracolari. Così come il programma da informazioni all'utente, ci deve essere l'idea dell'utente che fornisce la guida al programma.

Reti di area locali per rendere le squadre umane più efficienti dei vari membri che le compongono. Generalmente questa è l'area di "groupware"; il cambio del punto di vista qui sta nel ritenere l'attività di gruppo come un organismo combinatorio. In un certo senso, la meta della proposta potrebbe essere quella di inventare una "Regola d'Ordine" per tali operazioni combinatorie. Per esempio la polarizzazione di gruppo potrebbe essere mantenuta più facilmente rispetto agli incontri classici. Le capacità individuali dei membri potrebbero essere isolate dalle spinte dell'ego di modo che il contributo dei differenti membri sia focalizzato sul progetto di gruppo. E naturalmente database comuni potrebbero essere usati in modo più conveniente rispetto alle operazioni di comitato convenzionali.

Internet come uno strumento combinatorio Uomo/Macchina. Di tutti gli aspetti nella lista, il progresso in questo sta procedendo nel modo più veloce. La potenza e l'influenza di Internet sono ampiamente sottostimate. Proprio l'anarchia dello sviluppo della rete mondiale è una dimostrazione del suo potenziale.

Con l'aumento combinato della connettività, dell'ampiezza di banda, delle dimensioni di archivio e della velocità dei computer, testimoniamo di qualcosa che assomiglia alla visione di Lynn Margulis della biosfera come un data processor ricapitolato, ma ad una velocità maggiore di un milione di volte e con milioni di agenti intelligenti (noi stessi).

Gli esempi precedenti illustrano la ricerca che può essere fatta all'interno del contesto dei dipartimenti di scienza informatica contemporanei. Ci sono altri paradigmi. Per esempio, la gran parte del lavoro nell'intelligenza artificiale e nelle reti neurali potrebbe beneficiare di una connessione più stretta con la vita biologica. Invece di cercare semplicemente di modellare e comprendere la vita biologica coi computer, si potrebbe dirigere la ricerca verso la creazione di sistemi compositi che si basino per la guida sulla vita biologica, o per quegli aspetti che ancora non conosciamo bene per implementarli nell'hardware. Un sogno antico della fantascienza è stata l'interfaccia diretta cervello-computer. Di fatto un lavoro concreto si sta svolgendo in questa area:

Le protesi degli arti sono un argomento di diretta applicabilità commerciale. Trasduttori nervo-silicio si possono realizzare. È un eccitante passo ravvicinato verso la comunicazione diretta.

Collegamenti diretti nel cervello sembrano realizzabili, se la quantità di bit è bassa: data la flessibilità di apprendimento umana, i reali bersagli dei neuroni nel cervello non debbono essere selezionati precisamente. Anche 100 bit al secondo sarebbero di grossa utilità per le vittime di colpi che invece si dovrebbero accontentare di interfacce selezionabili da menu.

Collegarsi al nervo ottico ha il potenziale di un'ampiezza di banda di all'incirca 1 Mbit/secondo. Ma per far ciò occorre conoscere l'architettura su scala particolareggiata della visione e si deve piazzare un'enorme rete di elettrodi con precisione squisita. Se vogliamo che la nostra connessione a grossa ampiezza di banda si aggiunga ai sentieri già presenti nel cervello, il problema diventa molto ma molto più intrattabile.

Il semplice piazzare una griglia di ricettori a grossa ampiezza di banda in un cervello di sicuro non sarebbe efficace. Ma si immagini che la griglia a grossa ampiezza di banda fosse presente allorchè si realizzano le strutture cerebrali, mentre si sviluppa l'embrione. Questo fatto suggerisce:

Esperimenti su embrioni animali. Io non mi aspetto qualche successo per l’AI nei primi anni di questa ricerca, ma dare accesso a cervelli in formazione a strutture neurali simulate complesse potrebbe, alla lunga, produrre animali con sentieri di senso addizionali e abilità intellettuali interessanti.

Speravo che questa discussione sull'AI fosse stata capace di dar vita a qualche approccio più sicuro alla Singolarità (dopotutto l'AI permette la nostra partecipazione in una specie di trascendenza). Purtroppo, tutto ciò di cui sono sicuro è che queste proposte devono essere considerate, che potrebbero darci ulteriori opzioni. Ma per quanto riguarda la sicurezza ... alcuni dei suggerimenti sono un po' paurosi. L'AI per gli individui umani crea una elitè piuttosto sinistra. Noi umani abbiamo milioni di anni di bagaglio evolutivo che ci fa guardare alla competizione sotto una luce mortale. Molte di queste scadenze potrebbero non essere del mondo odierno, quello in cui i perdenti caricano gli inganni dei vincenti e vengono cooptati nelle imprese dei vincenti. Una creatura che sia costruita de novo potrebbe, probabilmente, essere molto più benigna di una basata sulle zanne e sugli artigli.

Il problema non sta semplicemente nel fatto che la Singolarità rappresenta lo spostamento dell'umanità dalla scena centrale, ma che contraddice le nostre nozioni più profonde sull'essere. Penso che uno sguardo più ravvicinato alla nozione di super umanità forte possa mostrarne il perché.


4 - Super umanità forte e il massimo che possiamo chiederle

Supponiamo di poter confezionare la Singolarità. Supponiamo di riuscire a raggiungere le nostre speranze più stravaganti. A quel punto, cosa chiederemmo? Che l'umanità stessa divenga il successore di se stessa, che qualsiasi ingiustizia si realizzi sia temperata dalla nostra conoscenza delle nostre radici. Per quelli rimasti inalterati, la meta sarà un trattamento benigno (dando perfino a coloro che rimangono indietro l'apparenza d'essere padroni di schiavi divini). Potrebbe essere un'età dell'oro che comporti anche il progresso (saltando la barriera di Stent). Si potrà raggiungere l'immortalità (o almeno una vita lunga quanto si riuscirà a far sopravvivere l'universo).

Ma in questo mondo così brillante e così bello, i problemi filosofici diventeranno intimidatori. Una mente che rimane alla stessa capacità non può vivere per sempre: dopo qualche migliaio di anni apparirebbe più come un nastro stretto in un circolo vizioso che come una persona. Per vivere indefinitamente a lungo deve crescere anche la mente ... e allorchè diviene grande abbastanza e si volge a guardare indietro ... quali sentimenti di comunanza potrebbe provare con l'anima che era originalmente? L'essere posteriore sarebbe tutto ciò che era l'originale, ma molto di più in un modo enorme. E così anche per l'individuo, il concetto di Cairns-Smith o Lynn Margulis della nuova vita che cresce incrementalmente dalla vecchia deve essere ancora valido.

Questo problema dell'"immortalità" viene fuori in modi molto più diretti. La nozione di ego e di autocoscienza è stato l'alveo di un sensato razionalismo degli ultimi secoli. E ora il concetto di autocoscienza si trova sotto l'attacco della gente dell'intelligenza artificiale. L'Amplificazione dell'intelligenza colpisce il concetto di ego che abbiamo da un'altra direzione, il mondo post-Singolarità comporterà dei network a banda estremamente alta. Un aspetto centrale di entità fortemente super umane sarà certamente l'abilità a comunicare ad ampiezze di banda variabili, incluse quelle molto più alte della parola e del messaggio scritto. Cosa succede quando pezzi di ego possono essere copiati e fusi, quando l’autocoscienza può aumentare o restringersi per adattarsi alla natura dei problemi presi in considerazione? Questi sono aspetti essenziali della super umanità forte e della Singolarità. Pensando ad essi si può iniziare a sentire quanto essenzialmente strana e differente sarà l'era Post-umana, non importa quanto acutamente o benignamente sia realizzata.

Da un lato la visione si adatta a molti dei nostri sogni migliori: un tempo infinito, dove potersi conoscere realmente l'un l'altro e comprendere i misteri più profondi. Da un altro lato, è molto simile al il peggior scenario che ho immaginato in precedenza.

Di fatto, credo che la nuova era sia semplicemente troppo diversa per adattarsi nello schema classico di bene e male. Questo schema è basato sull'idea di menti isolate e immutabili connesse da legami tenui e a bassa ampiezza di banda. Ma il mondo post Singolarità si adatta alla tradizione più ampia del cambiamento e della cooperazione che iniziò tanto tempo fa (forse perfino prima del sorgere della vita biologica). Penso che alcuni concetti di etica si adatteranno in un'era di questo tipo. La ricerca nell'AI e nelle comunicazioni ad alta ampiezza di banda miglioreranno questa comprensione. Per ora vedo solo i bagliori di tutto questo, forse ci sono regole per distinguere un io dagli altri sulla base dell'ampiezza di banda di connessione. E mentre mente e coscienza saranno molto più labili che in passato, la gran parte di ciò a cui diamo valore (conoscenza, memoria, pensiero) non ha mai bisogno di andar perduto. Penso che Freeman Dyson sia nel giusto quando dice "Dio è ciò che la mente diventa quando ha superato la scala della nostra comprensione." (12)


Note

1. Ulam, S., "Tribute to John von Neumann," Bulletin of the American Mathematical Society, vol. 64. no. 3, May 1958, pp. 1-49

2. Good, I. J., "Speculations Concerning the First Ultraintelligent Machine," in Advances in Computers, vol. 6, Franz L. Alt and Morris Rubinoff, eds., 31-88, 1965, Academic Press

3. Penrose, Roger, The Emperor's New Mind, Oxford University Press, 1989

4. Searle, John R., "Minds, Brains, and programs," in The Behavioral and Brain Sciences, vol. 3, Cambridge University Press, 1980

5. Moravec, Hans, Mind Children, Harvard University Press, 1988

6. Stent, Gunther S., The Coming of the Golden Age: A View of the End of Progress, The Natural History Press, 1969

7. Drexler, K. Eric, Engines of Creation, Anchor Press/Doubleday, 1986

8. Minsky, Marvin, Society of Mind, Simon and Schuster, 1985

9. Cairns-Smith, A. G., Seven Clues to the Origin of Life, Cambridge University Press, 1985

10. Margulis, Lynn and Dorian Sagan, Microcosmoss: Four Billion Years of Evolution From Our Microbial Ancestors, Summit Books, 1986

11. Sims, Karl, "Interactive Evolution of Dynamical Systems," Thinking Machines Corporation, Technical Report Series (published in Toward a Practice of Autonomous Sistems: Proceedings of the First European Conference on Artificial Life, Paris, MIT Press, December 1991

12. Dyson, Freeman, Infinite in All Directions, Harper & Row, 1988


Altre fonti

Alfvin, Hannes, col nome di Olof Johanneson, The End of Man?, Award Books, 1969

Anderson, Poul, "Kings Who Die", If, March 1962, 8-36

Asimov, Isaac, "Runun" Astounding Science Fiction, March 1942, 94

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Una versione leggermente diversa di questo articolo è stata presentata al Simposio VISION-21 sponsorizzato dal NASA Lewis Research Center e dall'Ohio Aerospace Institute, il 30-31 Marzo 1993

Traduzione italiana, Danilo Santoni






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