La carne
di Cristò Chiapparino, "Iene" n. 21, ed. Neo, 2020, 14,00 €, 168 pagg.
Un vecchio racconta di un mondo che non è più come quando aveva otto anni.
Un mondo nel quale le persone si trasformano in zombi, o, quantomeno, in esseri che hanno solamente fame, fame di carne.
E nel quale nulla gli sembra più cambiare.
Come invece succedeva continuamente, prima che cominciasse tutto quello.
Ed è un racconto davvero buono, davvero commuovente; il protagonista-narratore si è visto mangiare lo scroto da uno dei primi, zombi.
E colleziona ritagli di giornale, filmati, foto nei quali gli sembra di vedere suoi sosia.
Ma alla fine rinsavirà, e non ce li vedrà più. Berrà il suo primo caffè, e il mondo gli apparirà, finalmente, per ciò che è.
Alla fine, anche una “Postfazione” di Paolo Zardi, nella quale si dice, fra l’altro: “Ci sono autori in grado di costruire trame mirabilmente congegnate e altri, invece, che possiedono il dono di saper scrivere una frase perfetta. Cristò, in questo libro, sembra possedere entrambe le qualità, in misura uguale.” (pag. 162).
Altri contributi critici: "Si può vivere di sola carne, eccome. La distribuisce il deposito comunale", di Orazio Labbate, "La lettura", 29/11/2020
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