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Charlize eroina immortale


di Stefania Ulivi


L’immortalità non è un pranzo di gala.

Significa lasciarsi alle spalle una scia infinita di lutti, di persone amate perdute per sempre. Ne sa qualcosa Andy, ovvero Andromaca di Scizia che da seimila anni si fa carico dei destini del mondo. È lei, l'amazzone Charlize Theron, a guidare la misteriosa pattuglia di mercenari immortali la cui esistenza stessa è messa in pericolo dall'ambizioso boss di un colosso farmaceutico che vuole il loro Dna per mettere in commercio l'elisir di lunga vita. I compagni di avventure di Andy sono la coppia Nicky e Joe (Luca Marinelli e Marwan Kenzari), entrati nel gruppo all'epoca delle crociate, Booker (Matthias Schoenaerts), già soldato napoleonico e l'ultima arrivata, Nile (Kiki Layne) una marine che ha appena scoperto, con sgomento, i suoi superpoteri. Alla base del film The Old Guard di Gina Prince-Bythewood (disponibile su Netflix) c'è la graphic novel di Greg Rucka illustrata da Leandro Pernandez che miscela sapientemente azione e sentimento, mitologia e fantascienza. E anche la frustrazione di un pugno di supereroi costretti ad ammettere che, nonostante i loro sforzi, il mondo non migliora.

Semmai, diventa peggiore.

Si capisce perchè Theron abbia accettato con gioia di produrlo, insieme a Skydance e Netflix, con la sua società Denver & Delilah. «Cercavo da tempo un progetto cosi», ammette. A cominciare dal suo personaggio. Tosta come l'imperatrice Furiosa ma con un carico ancor più gravoso. «Mi ha conquistato l'idea fantascientifica di una donna che ha vissuto più di seimila anni, bravissima nelle arti marziali, che è incredibilmente sola, arrabbiata, stanca, sfiduciata. Andy è davvero come tutti noi, solo che ha vissuto millenni. Vive cose che abbiamo vissuto. Perdere la fede, non capire più qual è il senso della vita, non avere più voglia di combattere. Le battaglie, le difficoltà, i lutti, lo scoramento sono cose che gli spettatori riusciranno a comprendere».

Il suo umanissimo potere conquistato all'interno dello showbiz, Theron lo utilizza in modo molto concreto: trovare spazio alle donne di talento e mettersi al servizio, come attrice e produttrice, di storie lontane dai cliché. Da qui la scelta per la regia di Gina Prince-Bythewood. «Credo che sia importante prestare attenzione a chi viene assunto per stare dietro la telecamera. Non serve cercare in posti remoti. Ci sono donne di grandissimo talento in questo ambiente, dobbiamo essere consapevoli di cosa vogliamo fare. Quando c'è diversità, autenticità, quando il plot riflette il mondo reale, hai una storia di qualità e tutto il resto diventa molto facile».

La diretta interessata - anche lei parte di un club molto ristretto, quello di registe di blockbuster con Cathy Yan (Birds of Prey), Niki Caro (Mulan) e Patty Jenkins (Wonder Woman 1984) - concorda. «Non succede spesso di trovare così tanti elementi nella stessa storia - dice Gina Prince-Bythewood - , per questo mi e piaciuto così tanto. Questo film cambia le regole del genere action. Io lo chiamo action-drama, i momenti tranquilli contano quanto le scene d'azione che sono comunque molto toste. Mi piace perché parla di famiglie, di sangue e di scelte, di vita, di tragedia, di immortalità, della ricerca del proprio scopo nella vita. Elementi che aiuteranno il pubblico a sentirsi vicino ai protagonisti nonostante siano immortali».

Non capita spesso neanche di incontrare eroine come Andy e la giovane Nile. «Merito del fumetto di Greg e Leandro. Normalizza il ruolo della donna guerriera, ricorda che la forza delle donne è antica come l'umanità. Sono cresciuta con questa idea, ho fatto l'atleta, in mezzo a donne coraggiose, toste e ambiziose. Portare personaggi simili sullo schermo è anche un modo per cambiare la mentalità».

E poi c'è Luca Marinelli, che riceve da Marwan Kenzari una delle dichiarazioni d'amore più romantiche degli ultimi tempi («Non è il mio fidanzato, ma amo quest'uomo oltre ogni misura e ogni ragione» ).

«Hanno accettato entrambi anche per questa scena», assicura la regista, felice del suo cast ben mescolato. «Perfetto per dare vita a questi guerrieri che arrivano da culture, storie, sessi, orientamenti sessuali diversi, uniti per salvare il mondo. Se c'è qualcosa che questa pandemia cl ha insegnato e quanto siamo tutti connessi a livello globale. Luca è un dono, ciò che ha dato al personaggio di Nicky è il suo calore.».

Il pubblico globale di Netflix sta apprezzando. E aspetta il sequel. Greg Rucka ha scritto The Old Guard come una trilogia. Andy dovrà farsene una ragione. Il mondo ha ancora bisogno di lei.






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