I segreti di Scarlett: non sono più una supereroina sexy
di Stefania Ulivi
Ha pazientato oltre dieci anni, superato anche l'impasse della pandemia che ha ulteriormente rallentato la corsa, per avere un film tutto suo ma, quando è arrivato il momento, Scarlett Johansson ha restituito gli onori alla sua Natasha Romanoff, entrata in scena nel 2010 con Iron Man 2. Black Widow, nuovo capitolo della neverending saga dell'universo cinematografico Marvel, il primo della Fase 4, arriva nel 7 luglio in sala e dal 9 su Disney+.
E l'attrice, anche produttrice esecutiva, ha assicurato alla sua supereroina il posto che merita nell'olimpo, compreso scegliere la regista adatta a calibrare azione, commedia e inno alla sorellanza, l'australiana Cate Shortland. Puntualizzando un paio di cosette, ancora prima del lancio. «Sono passati dieci anni da Iron Man 2, mi sento diversa come donna. Rivedendolo, per quanto sia molto divertente e abbia un sacco di belle scene, noto quanto il personaggio è così sessualizzato», ha anticipato a Collider. Troppo persino per un fantasy, dopo il Me-too. «Ora è diverso, le ragazze ricevono messaggi più positivi. Bello far parte di una vecchia storia ma evolvendo».
Un'evoluzione che, come tipico nel multiverso Marvel, fa giri larghissimi. In questo caso, parte dall'infanzia, in Ohio, 1995 dove la piccola Natasha vive con i genitori, Alexei Shostakov alias Red Guardian (David Harbour), e Melina Vostokoff (Rachel Weitzs). E la sorella piccola, Yelena Belova, ovvero la terza Vedova Nera (Florence Pugh). La ritroviamo a Cuba, inseguita da forze oscure che la vorrebbero morta, ventun'anni dopo in Norvegia, quindi a Budapest. Cercando di neutralizzare la minaccia globale e, insieme, rimarginando ferite di un passato misterioso. Di Black Widow, d'altronde, si sa poco.
L'abbiamo vista in Avengers Endgame, sacrificarsi per i compagni. Questo film è ambientato tra Captain America Civil War e Infinity War.
«Lei è sempre stata parte di qualcosa, una vittima della Stanza Rossa, poi una dello Shields, poi degli Avengers.
Natasha qui è sola per la prima volta, deve andare a fondo anche a traumi passati. Non l'abbiamo mai vista così piena di dubbi. Mi piace la sua integrità, il fatto che non abbia paura di ammettere i suoi sbagli». E la sua empatia e curiosità verso gli altri. In questo caso non gli Avengers ma soprattutto Yelena, «una fantastica noiosa sorella minore che dice le cose dure nei momenti giusti», secondo Pugh.
Che regala ai fan un notevole siparietto sulla celebre «posa» di Black Widow. È l'ultima volta di Scarlett nel Mcu? Mai dire mai.
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