Jungle cruise e l'Amazzonia ispirata dai parchi Disney
di Valerio Cappelli
L'esploratrice botanica Emily Blunt ci riporta al 17 luglio 1955, quando Walt Disney afferrò il timone di un battello fluviale sgangherato ma con un suo fascino retrò, invitando i visitatori a salire a bordo. Era la prima navigazione, ed era anche l'inaugurazione (in diretta tv) vicino a Los Angeles del primo parco Disneyland.
Così Jungle Cruise prese il largo diventando subito l'attrazione numero uno. E ora diventa l'omonimo il film della Disney in uscita oggi, diretto dallo spagnolo Jaume Collet-Serra. È come rivivere sullo schermo quell’iconica attrazione che oggi rallegra quattro parchi della Disney.
«Facciamo rivivere la mitologia della Disney, lo spirito di quelle epiche avventure vissute ogni anno da centinaia di milioni di spettatori, in una storia ambientata nel 1916 e girata tra le Hawaii e gli studi di Atlanta; dovevamo fingerci in Amazzonia mescolando commedia, azione, romanticismo e non è stato affatto semplice», racconta l'ex wrestler Dwayne Johnson (The Rock), artefice del progetto, nei panni di Frank Wolff, il carismatico e goliardico capitano del battello. Appare nell'incontro su Zoom con gli altri protagonisti. Emily Blunt e la scienziata Lily alla ricerca dell'albero della vita che guarisce dalle ferite del mondo e salva le sorti dell'umanità: «Tre film ci hanno ispirati. All'inseguimento della pietra verde, La regina d'Africa e la saga di Indiana Jones». Il dandy Jack Whitehall è il suo timoroso fratello, e il tagliagole Aguirre, stesso nome dell'eroe di Herzog, è Edgar Ramírez, al suo esordio con Disney: «Un viaggio nel passato capitato nel momento giusto, volevo disconnettermi dalla realtà»,
La spedizione nella giungla amazzonica pone un'insidia dopo l'altra nella natura avversa: rettili, piranha, insetti, pantere, cascate. E poi gli indigeni poco ospitali, i discendenti dei conquistadores e Prince Joachim, l'attore Jesse Plemons, un minaccioso e biondo tedesco che solo per indossare l'uniforme sulle note di Wagner mette più di un brivido: è il rivale di Wolff e della sua carcassa di legno che scricchiola a ogni onda.
Emily Blunt sente più vicina Mary Poppins (che lei ha riportato in vita nel film del 2018) o Lily? «Mary Poppins è perfetta e io non lo sono anche se penso di esserlo, e questo è un problema. Lily, ambiziosa, coraggiosa e divertente, mi è più vicina». Le trappole del film innescano nella jungle fever quello che il cast chiama il fattore wow! «per far gioire bambini e adulti».
Quando si dice un film per famiglie.
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