Home
Account
  Autori· Saggistica· Narrativa· Comics· Speciali· Cinema· Interviste· Musica CERCA   
     
Menu Principale

News precedenti

Venerdì, 05 febbraio
· Il Gondoliere
Venerdì, 15 gennaio
· Cinema d'animazione: tre esempi francesi
Mercoledì, 16 dicembre
· Fumetti Digitali
· VITA IN LETTERE (Novembre)
· VITA IN LETTERE - Ottobre 2009
Venerdì, 04 dicembre
· Il quinto principio di Vittorio Catani su Urania
Venerdì, 06 novembre
· Dalla fantascienza alla guerriglia mediatica
Martedì, 03 novembre
· De ''Gli Inganni di Locke Lamora'' e di altre stronzate...
Venerdì, 30 ottobre
· La narrativa di Ted Chiang
· VITA IN LETTERE - Settembre 2009
Martedì, 27 ottobre
· CORRADO MASTANTUONO - Tra Tex e Paperino: il disegnatore dei due mondi
Domenica, 11 ottobre
· Fissione
Domenica, 04 ottobre
· Yupanqui
Giovedì, 24 settembre
· VITA IN LETTERE - Agosto 2009
Martedì, 22 settembre
· VITA IN LETTERE (Agosto)
Martedì, 15 settembre
· Le lezioni sempre ignorate della Storia
Lunedì, 14 settembre
· Isole
Giovedì, 03 settembre
· I 10 libri da riscoprire
· VITA IN LETTERE (Luglio)
· VITA IN LETTERE - Luglio 2009
Sabato, 11 luglio
· L'ermetismo nei lavori di Alexey Andreev
Giovedì, 09 luglio
· VITA IN LETTERE (Giugno)
Domenica, 05 luglio
· I ciccioni esplosivi
Mercoledì, 01 luglio
· VITA IN LETTERE - Giugno 2009
· Futurama
Domenica, 21 giugno
· Venature
Domenica, 31 maggio
· VITA IN LETTERE (maggio)
Sabato, 16 maggio
· Il bacio della Valchiria
Giovedì, 14 maggio
· VITA IN LETTERE - Maggio 2009
Giovedì, 07 maggio
·

City of steel, city of air

Martedì, 28 aprile
· VITA IN LETTERE (aprile)
Lunedì, 27 aprile
· Ritratto di gruppo con signora
Martedì, 21 aprile
· L'ultima possibilità
Lunedì, 20 aprile
· J. G. Ballard
Giovedì, 16 aprile
· La voce nella notte
Giovedì, 02 aprile
· I primi dopo gli antichi persiani
Mercoledì, 01 aprile
· VITA IN LETTERE - Marzo 2009
Martedì, 31 marzo
· ''Il giudice di tutta la terra (The judge of all the earth)
Domenica, 29 marzo
· ''Amici assenti (Absent friends)''
Sabato, 28 marzo
· Considera le sue vie (Consider her ways - 1956) di John Wyndham (1903-1969)
Venerdì, 20 marzo
· ''A mezzanotte, tutti gli agenti…
(At Midnight, All the Agents...)''
Mercoledì, 11 marzo
· Vito Benicio Zingales e il Truccatore dei morti: intervista all’autore
· Vito Benicio Zingales: il Capolavoro noir è “Il truccatore dei morti”
Martedì, 10 marzo
· Timestealer
· Specchi irriflessi (The Tain - 2002) di China Miéville
Lunedì, 02 marzo
· La Rocca dei Celti
Domenica, 01 marzo
· Violazione di Codice
· QUANDO C'ERA IL MARE…
Domenica, 22 febbraio
· Rumspringa
Lunedì, 01 dicembre
· Il sogno delle 72 vergini

Articoli Vecchi

Area Riservata
Dick/Cage, l'indeterminatezza


di Aldo Trivellato


Negli anni Cinquanta John Cage, musicista che già da anni operava nel campo della sperimentazione musicale, pur non riconoscendosi tra gli sperimentalisti, introduce (ma più che introdurre si tratta ovviamente di un procedimento 'dedotto' nel corso di anni), metodologie aleatorie nella composizione e nell'esecuzione (che con l’audizione diventano momenti distinti, ma indeterminati a tal punto che il soggetto può imparare a comporre, eseguire, ascoltare).

L’irruzione del caso, che presto s'allarga divampando nella sfera dei musicisti europei (finirà con l’influenzare compositori quali Stockhausen, Kagel, Nono e molti altri), si concretizza in Cage in opere quali Concerto per piano preparato (1951), dove le corde del piano sono in precedenza 'preparate' immettendovi oggetti di vario tipo, i numerosi Imaginary Landscape, Music of changes, ed in seguito Fontana Mix (1958), le molteplici Variations (primi anni Sessanta). dove i metodi aleatori sono vari: dall'uso più o meno differenziato di fogli trasparenti all'I-Ching

Per Cage il suono è qualcosa che va al di là delle pastoie di qualunque regola; sconsacratore di ogni tradizione, detronizza il 'suono' in ogni gerarchia tra 'suoni' e 'rumori', e avverte profonda l'esigenza di un suono che sia esclusivamente suono e semplicemente sé stesso, senza alcun referente oggettuale, di significato.

Cage cerca l'indeterminatezza nell'esecuzione, nell'audizione, nella composizione, e la definitiva. scoperta della totale diffusione dei suoni lo spinge a ricercare sonorità nascoste per portarle al noto (nei suoi articoli parla dei suoni prodotti dalle spore dei funghi quando toccano terra, o quelli prodotti dagli insetti che pizzicano le lamelle dei funghi, opportunamente amplificati), e ancora di più, vuole rendere noto l'ignoto, far ascoltare il silenzio.

Ed è proprio questo spazio, che caratterizza tutta l'opera cageana, spazio dell'indeterminatezza, senza referenti oggettuali, la dimensione in cui si muovono i personaggi di Dick, disancorati, senza approdo di salvezza/sicurezza, eternamente indecisi, confusi.

Il romanzo, luogo né più né meno alienate di qualunque altro settore della vita quotidiana sotto l'egida del sistema, diviene in Dick, in particolare nei primi anni Sessanta, luogo preferito ed ideale per una esplorazione ed esplicazione di un reale a tal punto sfocato ed indefinibile, sfaccettato e denso di potenzialità de divenire l'indeterminatezza cageana.

In The man in the high castle, l'utilizzazione dell'I-Ching va al di là dello sforzo di caratterizzare maggiormente un'America dominata dal Giappone, ma è strumento dell'evoluzione stessa del testo, motore e codice degli eventi raccontati.

La legge delle mutazioni, inesorabile ed ineluttabile perché nient'altro che 'sé stessa' spinge ad uno ad uno i personaggi verso un'assoluta impossibilità a decidere, verso una totale indeterminatezza; è ciò che accade al signor Tagomi a Portsmouth Square, un piccolo giardino pubblico dove stringendo un oggetto d’argento e meditando sullo Yin e sullo Yang, crede d'aver perduto la possibilità di raggiungere il nirvana a causa di un poliziotto, e pochi attimi dopo si riscopre in un mondo che non è il suo:

"Dove sono? Fuori dal mio mondo, del mio spazio e dal mio tempo. Il triangolo d’argento mi ha disorientato. Ho spezzato gli ormeggi e non ha più una base. Questa è la ricompensa per il mio sforzo. Una lezione che mi servirà per sempre. Si cerca di contravvenire alle proprie percezioni… perché? Per vagare completamente sperduto, senza guida e senza indicazioni?".

In Dick s'annulla la distanza tra reale ed immaginario (perché il principio di realtà è scomparso in un mondo dominato da quello della simulazione), e i ruoli dei personaggi di molti suoi libri e gli stessi personaggi, divengono segni intercambiabili, commutabili, in una dimensione immanente, in una fluttuazione di ogni possibile coordinata, nella creazione di diversi reali senza che sia possibile attribuire a nessuno di essi dignità di senso.

In Ubik la visione esplode, Ubik è l’immanenza stessa, paradossalmente è la tendenza all’entropia ed il mezzo con cui Joe Chip tenta di stabilizzare la regressione; e Ubik non è il capitale come annotava Flaviano Pizzi (INTERCOM 34, pagg. 11-12), ma forse la sua antitesi in quanto spazio dell'assurdo, della negazione.

Quindi Ubik come regressione di un sistema che decade proprio perché vicino alla perfezione, all’apice assoluto.

La pulsione di morte si estende su tutta l'opera di Dick (ed e tale pulsione che giustifica romanzi come A maze of death); in Cage la pulsione di morte si risolve 'positivamente' (a seguito di profondi studi sullo Zen e le discipline filosofiche orientali in genere) in un tentativo ideale di ricongiungimento all’unità, in Dick la conclusione è ovvia; Gabutti annota: "Dick, grande signore dell'incubo fantascientifico, è morto: stroncato, c'è da credere, da una delle sue mortali, spaventose fantasie romanzesche",

Ed è la morte protagonista di A scanner darkly, non solo la morte tangibile ("Ho visto la morte sorgere dalla terra, dal suolo stesso, in un campo azzurro, dall'aspetto ispido"), ma anche la morte oscura che è l'annullamento dell'identità, sterminio di ogni referente concreto, simboleggiata nella Sostanza M, la Mors Ontologica.

Un unico arco pare sotteso nell'opera teorico/artistica di autori diversi quali Dick, Cage, Baudrillard, Ballard e altri, una situazione culturale astorica, indeterminate e forse occasionale (che ne è spesso garanzia di autenticità), basate non solo su affinità tematiche, di contenuti, metodologie e in molti casi contemporaneità cronologica, ma anche sul tentativo di far emergere la grande forma dell'indeterminato, che è spazio libero dove ogni cosa è sé stessa, ma che è anche la forma dell’alienazione, voluta dal capitale, che s’estende su ogni cosa, ottundendo, perché istituzionalizza, socializza, sistemando ogni cosa ed ogni persona in nessun posto.


BIBLIOGRAFIA

- Le numerose introduzioni di Carlo Pagetti a libri di Philip Dick per le edizioni Nord

- Astralia n. 13/14, ottobre 1980 – speciale su Dick

- Diego Gabutti: Dick e la morte, in Pilot n. 7, luglio 1982

- Antonio Caronia: Gli universi di P. Dick, in Alter Alter, n. 9, settembre 1982

- Andrea Lanza: Storia della musica, vol. 10, Società Italiana di Musicologia

- John Cage: Silenzio, Ed. Feltrinelli, 1971

- Jean Baudrillard: Simulacri e SF, in Un’Ambigua Utopia, n. 7, 1° trimestre 1980

- Jean Baudrillard: Lo scambio simbolico e la morte, Ed. Feltrinelli






[ Indietro ]

Articoli per bibliografie e saggi sulla sf italiana

Copyright © di IntercoM Science Fiction Station - (90 letture)



Questo portale è realizzato con l'ausilio del CMS PhpNuke
Tutti i loghi e i marchi registrati appartengono ai rispettivi proprietari. I commenti sono di proprietà dei rispettivi autori.
Tutto il resto è ©2003-2006 di IntercoM Science Fiction Station. È Possibile usare il materiale di questo sito citandone la fonte.
Potete sindacare le news del portale di IntercoM usando il file backend.php