C'è del genio in quell'androide
di Angelina Codacci-Pisanelli
Un tempo era un autore di culto, sì, ma solo tra i lettori di fantascienza. Poi, nell'82, è arrivato "Blade Runner" di Ridley Scott, film bello ma infedele tratto da un suo racconto, e Philip Kindred Dick è diventato famoso tra tutti i cinefili del mondo. Nell'87 "Time" lo ha consacrato fra grandi, ma lui era già morto da cinque anni, subito prima che uscisse il film di Scott. E ci sono voluti altri dieci anni perché per il maestro degli scrittori di fantascienza arrivasse il momento di gloria italiano. Con editori piccoli e grandi che si contendono i suoi scritti, con ristampe e nuove traduzioni dei suoi romanzi accompagnati da introduzioni di critici e testimonial famosi, con raccolte di racconti e saggi, con sequel che ricordano i cloni letterari riservati finora ai grandi del romanzo classico.
Sembra lontano il tempo in cui chi voleva leggere un libro di Dick doveva frugare tra i vecchi numeri di "Urania", la collana periodica di fantascienza della Mondadori, o cercare le traduzioni uscite da piccoli editori come le Edizioni Nord o la Cronopio. Negli ultimi anni a rendere la ricerca più agevole ci ha pensato, oltre alla Mondadori che sta ristampando tutti i racconti di Dick (il terzo volume si intitola "Le presenze invisibili"), la Fanucci Editore. Nel catalogo della piccola casa editrice romana ci sono finora dodici dei circa trenta romanzi di Dick: dai più famosi come "Blade Runner" (ma il titolo originale è "Do androids dream of electric sheeps?" cioè "Gli androidi sognano pecore elettriche?"), "Ubik" (con introduzione di Goffredo Fofi) e "I simulacri" (introdotto da Sergio Cofferati), fino a quella specie di "autobiografia con quattro protagonisti" che è "Confessioni di un artista di merda". E già l'uscita di "Blade Runner" aveva destato scalpore per le differenze tra gli androidi immaginati da Dick e quelli portati sullo schermo: tanto da far invocare a Tullio Kezich una nuova edizione del film, da rifare "come sarebbe piaciuto all'autore",
In questi giorni la Fanucci manda in libreria anche il primo dei nuovi episodi della saga degli androidi che e l'invenzione più nota di Dick: si chiama "Blade Runner. La notte dei replicanti" ed è stato scritto da Kevin W. Jeter, un quarantasettenne californiano già autore di un romanzo di chiaro stampo dickiano, "Dr. Addler", pubblicato da Fanucci due anni fa: un romanzo così scandaloso - il protagonista è un medico specializzato nel ridisegnare col bisturi gli organi genitali di prostitute che vogliono rispondere meglio ai desideri dei clienti - da rimanere nel cassetto dell'autore per dodici anni prima di trovare un editore, che lo pubblicò con un'introduzione entusiastica delle stesso Dick.
Con l'approvazione degli eredi dell'autore di "Blade Runner", Jeter di sequel ne ha già scritti due: un altro, intitolato semplicemente "Blade Runner 2" sarà in libreria verso il dieci aprile per le edizioni Sonzogno. In maggio invece Fanucci ristamperà un testo introvabile di Dick, "La svastica sul sole", in una. nuova edizione arricchita da due capitoli inediti che dovevano essere l'inizio di un secondo volume della storia del mondo dominato dai nazisti, vincitori della seconda guerra mondiale.
Ma il recupero da parte degli editori italiani dell'inventore dei replicanti più famosi del cinema - ricordate Rutger Hauer e Daryl Hannah in "Blade Runner"? - non finisce qui. La Feltrinelli ha raccolto quattrocento pagine di "scritti inediti filosofici, autobiografici e letterari" in un volume dal titolo "Mutazioni", che sarà in libreria a metà aprile.
La raccolta, curata da Lawrence Sutin, consente di mettere a fuoco in particolare la teoria della personalità schizoide o pre-schizofrenica che Dick invento per definirsi: una personalità che porta a immaginare mondi e tempi paralleli con un processo simile alle visioni dei mistici o alle allucinazioni date dalle droghe o da vere e proprie malattie neurologiche.
Una teoria che aiuta a capire meglio questo personaggio angosciato e tormentato, in bilico tra il genio e la follia, che Emmanuel Carrère ha raccontato nella biografia intitolata "Io sono vivo e voi siete morti", tradotta due anni fa da Theoria.
Ma l'editore più inatteso fra i nuovi cultori di Dick è Einaudi: ai primi di luglio il maestro della fantascienza anni Settanta debutterà nel catalogo della casa editrice torinese con una ristampa delle sue "Cronache del dopobomba". Il libro di Dick sarà tra i primi titoli di una nuova collana di tascabili che sara affidata a Daniele Brolli, il curatore dell'antologia "Gioventù cannibale", e riunirà testi tra il nero, il fantastico e l'horror: sarà insomma, spiega Lorenzo Fazio della Einaudi, «una collana dedicata all'immaginario del terzo millennio». E tra le immagini di riferimento dei lettori del Duemila, in effetti, ci saranno di sicuro alcuni degli affascinanti incubi raccontati da questo genio della fantascienza.
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