LIPPI Giuseppe
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Nato il 3 luglio '54 a Stella Cilento (Salerno), è prevalentemente saggista; curatore delle pubblicazioni di Sf della Mondadori (finalista (2°), premio "Italia" 2001, 3° '93, '98), è stato, precedentemente, anche curatore delle rubriche sul fantastico di "Linus" e "Alter" dell'ed. Milano libri. Ha collaborato anche al volume "Gli illustratori di Urania, Karel Thole, pittore di fantascienza", "I libri della fondazione" n. 5, Fondazione Rosellini, 2012, alle riviste "Il re in giallo", "Il domenicale", "Hypnos", ed. Hypnos, "Studi lovecraftiani" e "Zothique", ed. Dagon Press, "If.Insolito & fantastico", ed. Tabula fati, "Letture" ("Le donne, i cavalier, l'arme, gli amori", n. 604, anno 59, febbraio 2004, "I discepoli di Ariosto", idem), e "Collana almanacchi", ed. Bonelli, ad iniziative editoriali degli edd. Elara e Gargoyle books, e alle fanzine "Un'ambigua utopia", "Sf...ere", "Alternativa", "Notiziario del CCSF", "Darklore", "Yorick", "Yorick speciale", "Shining", "I signori delle stelle", "Avatär", "Hypnos", "Delos" e la nostra "E-Intercom". È morto a Pavia il 15 dicembre 2018
Saggi: "Fant'Italia", ed. azienda autonoma di soggiorno e turismo-Trieste, '76, con L. Codelli
"2001: odissea nello spazio-dizionario ragionato", ed. Le mani, 2008
Racconti: "Antropologia fantastica", "The Time Machine" n. 6/'75
"Viaggio imbarazzante", in appendice a "Fantasex", a cura di Ellen Datlow, "Millemondi estate 1998", "Millemondi" n. 58, ed. Mondadori, '98, con lo pseudonimo di P. Kettridge jr.-strano racconto, che si rifà, indubitabilmente, a quel "Viaggio allucinante" di Isaac Asimov, ma che....
Innanzitutto il viaggio, qui, si svolge nella... vagina di una donna; e, poi, nel finale vi sono delle divagazioni filosofiche, o, per meglio dire, con un termine che
viene usato anche nel testo, teosofiche.
Che, il tutto, sia dovuto all'invasione di mostri alieni dalla forma di scorpioni (anche se pacifici e... teologici), non è di gran conto; quasi a dire che, in
effetti, è, ennesimamente, un viaggio nell'inner space, e che, percui, l'outer, space, non conta. (pagg. 296-351)
"L'isola in mezzo al pacifico", in "Dimensioni vietate", "Millemondi inverno 1999", "Millemondi" n. 66, ed. Mondadori, '99, con lo pseudonimo di P. Kettridge jr-bel romanzo breve; l'autore dietro il quale si cela l'identità del buon Lippi, nelle note biobibliografiche, viene dato per
nativo dell'"isola di Skye", un luogo esotico come, esotici, sono i luoghi in cui si svolge la narrazione.
Ma, come credo abbia fatto divertendosi moltissimo, lo dissemina, almeno nella prima metà, di molteplici indizi che, ad un lettore minimalmente attento, anche se ignaro, dovrebbero far almeno insospettire sulla reale identità dell'autore.
Ma, a parte ciò, inizia come un normalissimo racconto marinaresco, per poi, gradualmente, passare al fantastico.
Si comincia coll'inserire elementi alla William Hope Hodgson, di, appunto, strani accadimenti, ancora marinareschi, per, poi, senza che ce se accorga troppo,
precipitare il lettore in un'atmosfera accentuatamente surreale, di prodigi e magie, sangue e sesso.
Questa, lunga, parte, mi ha molto ricordato quel "Il signore delle mosche" di William Golding, e, forse, c'è anche qualcosa, ma non so bene fino a che punto, de "L'isola del dottor Moreau" di Wells.
Nell'ultimo capitolo che, ricalcando lo stilema del giallo del riepilogare, per capire, razionalizzando (o, quantomeno, tentando di farlo), che, secondo me, sarebbe
stato meglio tralasciare, fra le altre cose si dice che, tutti quegli accadimenti incredibili e stupefacenti (e paurosi) avvenuti sull'isola sono, in un certo senso, storie, che: "...ognuna agisce sulle altre, e tutte sono
collegate." (pag. 288).
Sembrerebbe che vi si dica, anche, di qualcosa di semiologico, o simili; ad un certo punto, quando, ancora, la narrazione non ha avuto quella svolta che abbiamo detto,
infatti, vi si ha uno strano, a quel punto, discorso sulla, sembrerebbe, si vuole dare ad intendere, arte nell'epoca della sua riproducibilità, ecc....
Cosa che, poi, si capirà, invece, essere ben altro.
Infatti è, semplicemente, l'ultimo e più macroscopico indizio che Lippi dà della sua identità; quelle magie, infatti, sono, anche, di doppi, copie, di vivi e di
morti.
Copie.
Riproduzioni.
Imitazioni.
E, uno dei personaggi favoleggia di riscrivere niente di meno che la "Tempesta" di Shakespeare.
E, credo, che il tutto sia, ora, comprensibile! (pagg. 198-294).
"Il lago d’inferno", in "Tutta un’altra cosa", "Urania" n. 1500, ed. Mondadori, 2005-strano romanzo breve fantastico, nel quale il nostro pianeta sembrerebbe essere visitato da entità aliene che, in qualche modo, attaccano la religiosità; e che hanno già distrutto le grandi religioni, ma a cui i culti minori, antichi, con pochi fedeli, resistono. Che racconta di uno strano quadro, che è una "Fabbrica", qualcosa che tenta di dire qualcosa all’umanità impazzita.
Sinceramente non so nulla, di esoterismo, ma sospetto che "Fabbrica" potrebbe significare qualcosa, a qualcuno.
Alla fine, il quadro si anima, e parla al protagonista; dovrà fare una cosa, per salvare il mondo; e, quegli, fa un salto, entra in quell’altra dimensione: "Si lasciò alle spalle tutto quello che conosceva ed entrò in un altro mondo." (pag. 274); se avete letto qualcosa di Shepard, questo dovrebbe ricordarvi qualcosa.
E vi si dice anche di un altro dei temi principali del discorso shepardiano: "Dopo millenni di assenza, gli dei erano tornati, e parlavano al loro popolo… dalla mente arcaica, la metà del cervello che si era addormentata con la nascita della coscienza…" (pag. 273).
Ciò che vi si tenta di dire mi pare di poter dire che sia la Morte di dio, intesa nietzschianamente, la necessarietà di lasciarsi appunto alle spalle il vecchio modo di sentire, ormai inadeguato al mondo indiscutibilmente cambiato, per lasciare che, la nuova aria, faccia sorgere qualcosa che non potrà che essere totalmente diverso.
Che è, appunto, esattamente ciò che Shepard a detto; a dire il vero in maniera molto più approfondita e… divertente. (pagg. 222-74).
"Il caso 0-77", in "Capacità nascoste", a cura di Sergio Rilletti e Elio Marracci, ed. No replay, 2012
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