Il cielo in una banlieue
di Maurizio Porro
«Gagarine» ovvero «Proteggi ciò che ami», è, come era «Spin Time, che fatica la democrazia!» di Sabina Guzzanti, la vita di un casermone popolare, là a Roma, qui in Francia. Tutto vero, vedi materiali rari d'archivio. La storia, commovente e non retorica, di questo documentario è proprio quella della grande casa in mattoni rossi nella banlieu parigina, periferia Sud, in attesa di demolizione con 370 famiglie che guardano il cielo.
La Cité Gagarine era stata inaugurata niente meno che dall'astronauta russo in persona, venuto a benedire il progresso socialista urbanistico. Ora nel momento del sociologico addio verso altre forme di convivenza, è il sedicenne Youri che tenta di salvare la sua casa-città, o almeno di ritardarne la demolizione. Ingegnere avveniristico per vocazione (il nome già spiega ...), il ragazzo le tenta tutte, prende in prestito un sogno per cui alla fine lo si vedrà volare nello spazio, mentre intorno le famiglie abbandonano la casa che lentamente. si svuota, fra gli artificieri che si preparano al big bang, realmente avvenuto nel 2019.
Il soggetto è questo, e intorno i due registi abilmente ricamano ed evocano relazioni, sentimenti e illusioni: ancora una volta i francesi si dimostrano oggi i più sensibili ai temi della società e hanno nel curriculum molti titoli sul lavoro e il suo cinismo.
Questo esordio a quattro mani è toccante perché è un documentario che contiene accenni fiction, dando importanza ai sogni e quindi alle stelle.
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